No alle mafie
11 Aprile 2025
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No alle mafie

Contrastare radicalmente i fenomeni di infiltrazioni mafiose non significa solo reprimere ma anche e soprattutto porre in essere azioni che siano di cambiamento culturale, di promozione della legalità e di educazione ai valori civili. I rapporti semestrali della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, che da tempo mettevano in allerta il Molise sui rischi di infiltrazione mafiosa dalle regioni limitrofe, sono diventati una realtà.
Ciò che più mi preoccupa del resoconto giornalistico fatto da primonumero.it sull’attività incessante degli investigatori della DDA di Campobasso che hanno operato mediante il GICO della Finanza, è il radicamento nel nostro tessuto economico di organizzazioni che opererebbero secondo diversi metodi criminali. La cronaca delle indagini ha fatto emergere – come è avvenuto altre volte, sempre a seguito di attività investigative – il rischio che, nel nostro amato Molise, attecchisca e si radichi una subcultura criminale basata su violenza e intimidazioni, omertà, controllo del territorio, corruzione. Un modus operandi che impone il proprio potere e le proprie regole. Tuttavia, come detto, quanto riportato nelle ultime settimane non rappresenta una novità per il Molise.
Il nostro è un territorio di confine con regioni che soffrono e contrastano evidenti problemi strutturali di criminalità organizzata, ed è per questo che più volte la DIA ci ha messo in guardia. Il Molise viene utilizzato spesso e purtroppo anche come luogo dove, attraverso i divieti di dimora nelle regioni di provenienza, gran parte di soggetti che hanno ruoli di spicco della criminalità organizzata vengono a dimorare e quindi si stabiliscono creando, giocoforza, rapporti e reti di conoscenze.
Già in passato, la cronaca stimolò un dibattito in Consiglio regionale per l’istituzione di una commissione antimafia. Era il 2016 quando, dietro mio impulso, il Consiglio si impegnò a istituire con legge una commissione antimafia a carattere permanente al fine di sensibilizzare tutte le istituzioni pubbliche a promuovere una collaborazione con la Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali. Solo due anni dopo, con una legge regionale a prima firma Vittorio Nola, finalmente anche il Molise istituì la prima commissione, seppur a carattere temporaneo, per lo studio del fenomeno. Dalla relazione della commissione, che operò in un contesto difficile a causa della pandemia da covid 19, emersero un quadro agghiacciante ma anche diversi spunti di riflessione e proposte operative condivise in seno alle riunioni del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità.
La commissione segnalò ed evidenziò episodi preoccupanti che si sono verificati e continuano a verificarsi sul territorio molisano. Tali circostanze attengono sia a reati di criminalità organizzata, di matrice mafiosa, sia a reati non propriamente configurabili come tali. Essi devono essere osservati e monitorati con la massima attenzione possibile, così ammoniva la commissione, perché riguardano ad esempio il traffico di droga, il traffico illecito di rifiuti, le infiltrazioni pervasive nel tessuto socio-economico regionale e i subappalti nel settore delle costruzioni e nella fornitura dei servizi. Altrettanto importanti furono le segnalazioni che riguardano il fenomeno dell’usura con riflessi conseguenti sulle dipendenze, in particolare quella legata alla ludopatia, o quelle inerenti al caporalato.
Quanto emerso dalla Commissione, dovrebbe guidare un indirizzo politico chiaro al fine di continuare a monitorare il fenomeno e creare una rete tra tutti gli attori coinvolti per coglierne le necessità, programmare azioni concrete per il territorio e alimentare la diffusione di una cultura della legalità. A fronte di tali ragioni, c’è stato un suggerimento chiaro: l’istituzione di un osservatorio regionale sulla legalità che dovrebbe costituire una rete organizzata tra Istituzioni, enti, parti sociali, associazioni e comitati.
L’illegalità e la criminalità minano lo sviluppo economico e sociale di un territorio: anche per questo spetta a noi cittadini, soprattutto in Basso Molise dove l’economia è più florida e il rischio di infiltrazioni è maggiormente avvertito, manifestare con fermezza e convinzione il nostro NO ad una subcultura mafiosa che compromette il futuro di una terra ancora sana e piena di possibilità. Ed è con questo spirito che ho partecipato con convinzione e determinazione, insieme a tutta la fonte, alla importante manifestazione indetta in un giorno importante, il 21 marzo – Giornata nazionale della memoria e dell’ impegno in ricordo delle vittime della mafia, affinché si promuova una cultura della legalità e si sensibilizzi il territorio a tematiche tanto delicate. Tanta è stata la partecipazione, tantissimi gli interventi per urlare insieme “Io Dico No alla Mafia”, con la speranza che si siano gettate le basi per una nuova primavera.☺

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