Nuove oligarchie
20 Maggio 2019
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Nuove oligarchie

A quasi un anno dalla proclamazione degli eletti al nuovo consiglio regionale, non stupisce il fatto che il bilancio di previsione della nuova amministrazione regionale vada a tagliare i fondi destinati alle categorie più deboli, prime tra tutte le persone con disabilità.

Diminuiranno i fondi destinati alle associazioni che tutelano gli invalidi, diminuiranno i fondi per l’ istruzione domiciliare degli studenti impossibilitati alla frequenza, diminuiranno i fondi destinati alle famiglie ed alle persone con disabilità che devono sottoporsi ai trapianti o che sono affetti da malattie rare. Saranno azzerati anche i fondi per gli asili nido e le classi primavera.

Anche i fondi destinati agli ambiti sociali territoriali, nodi amministrativi cruciali che gestiscono le politiche a sostegno di tutti i soggetti svantaggiati, subiranno un taglio di circa 200.000 euro. Questo, nei fatti, si traduce in un taglio ai servizi destinati alle fasce più deboli e svantaggiate della popolazione.

Nel programma elettorale del presidente Toma non c’era una sola parola a difesa del sociale, perciò non dovevamo aspettarci nulla. In questo, la nuova maggioranza ha mantenuto tutte le promesse, anzi ha persino superato le aspettative. Del resto, il conto dell’accozzaglia delle liste a sostegno dell’attuale governo è stato presentato, ed è più salato di quanto si immaginava: nel nuovo bilancio di previsione  crescono i costi della politica ed i costi degli apparati annessi. Eccoci qua a cantare la solita canzone, quella di una regione che spreca e dimentica gli ultimi.

Finché la politica resterà un affare di palazzo e noi molisani ci accontenteremo di tirare a campare, pensando di risolvere i problemi rivolgendoci al politico di turno per ottenere un piacere piuttosto che lottare insieme a chi ha una problematica comune per rivendicare un diritto, la strada sarà ancora lunga.

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I danni che la nuova amministrazione sta producendo non sono soltanto economici, sono prima di tutto culturali. La politica della forza, ispirata dal nuovo governo nazionale, che punta a demonizzare il debole, l’emarginato, lo straniero, sta lentamente trasformando gli animi della gente.

Le persone con disabilità stanno per ora sfuggendo a questa demonizzazione, anche se la circostanza di conteggiare la pensione di invalidità tra le entrate ai fini del reddito di cittadinanza la dice lunga su quanto questo governo nazionale stia cercando di inquadrare la disabilità addirittura come “una condizione di vantaggio” rispetto alla media. Sappiamo bene che dal vantaggio al privilegio, il passo può essere breve.

Tagliare i fondi alle politiche sociali significa infatti non solo tagliare servizi ed assistenza, ma significa soprattutto armare i cittadini deboli gli uni contro gli altri, creando ulteriori divisioni sociali, allo scopo di allontanare l’attenzione da un potere centrale che appare sempre più ingiusto ed oligarchico. Le luci della rivoluzione sono quanto mai sfuocate, perché nessuna resistenza riesce a vincere le tradizioni politico- clientelari di questa regione. Stiamo procedendo lentamente verso il baratro? Difficile da prevedere, certo è che la discesa si sta svolgendo pressoché in silenzio.☺

 

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