Parole
30 Giugno 2024
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Parole

Le parole sono la cosa che ci permette interagire con amici e nemici, con parenti e con rappresentanti delle istituzioni, con connazionali e stranieri, inclusi i nostri cani o gatti. Senza le parole viviamo in costante solitudine. E non importa se le parole le pronunciamo con la nostra voce o se le esprimiamo con l’aiuto di un computer o di carta e penna. 
Tutti conosciamo la frase che dice che “le parole sono pietre”. Io praticamente ho guadagnato da vivere utilizzando le parole, sia fungendo da interprete fra persone che parlavano lingue diverse, sia come autrice di testi brevi o lunghi. Potrei dire che le parole sono il mio più grande tesoro… e i più brutti momenti nella mia vita sono stati quelli quando mi sono mancate le parole.
Ho anche imparato che non solo le parole pronunciate (a viva voce o su carta) possono essere pietre ma anche quelle non pronunciate, le parole mancanti. Come per esempio, pochi giorni fa la parola “aborto”, in un documento firmato dai capi di governo dei 7 paesi considerati i più forti, economicamente, del mondo. O la parola “antifascismo”, che diverse persone in Italia non possono o non vogliono pronunciare.
Ma ci sono anche parole che nascondono o falsificano un fatto o una situazione, come la parola “rissa” che sostituisce la parola “aggressione”, o come la combinazione di tre parole, “non è venuto”. Trattandosi della conferenza di pace in Ucraina, organizzata il 16 giugno in Svizzera, e trattandosi dell’assenza di Putin, le parole giuste sarebbero state queste: “non è stato invitato”. 
Ci sono parole che in certi momenti spariscono non si sa dove. Questo è il caso dei nomi di diverse navi di proprietà di diverse ONG che salvano vite umane nel Mediterraneo: “Ocean Viking” o “Sea Eye 4”. I nomi delle navi sono spariti dai giornali e da diversi telegiornali, ma le navi continuano a salvare vite, tranne nelle giornate che perdono perché sono costrette a raggiungere porti distanti invece del porto più vicino. 
Sulla nave “Sea Eye 4” voglio spendere qualche parola di più, perché quello che è successo il 7 giugno non ha trovato eco nei più importanti mass media italiani: quel giorno, a Reggio Calabria, un giudice ha stabilito che la detenzione della nave per 60 giorni era stata illegale! Questa vittoria ha un potere simbolico contro l’estrema destra che vuole criminalizzare il salvataggio in mare. I portavoce dell’associazione “Sea Eye” dicono che “questo verdetto è un’importante garanzia che il “Sea Eye 4″ non potrà essere confiscato nella prossima missione, perché senza la nostra causa, secondo il decreto Piantedosi, questo sarebbe stato il livello successivo dell’escalation”.
Utilizzando nel mio lavoro ed anche nella vita quotidiana parole di diverse lingue, ho anche scoperto che, quando si tratta di parolacce, le uso con maggiore facilità in una lingua che non è la mia, ma nonostante questo, vi risparmio la parola che avevo sulle labbra quando ho seguito le elezione europee dell’8 e 9 giugno.
Riguardo al risultato tedesco e alla crescita scandalosa del partito di estrema destra, AfD, ne parlerò a settembre. Oggi voglio chiudere dicendo che ci sono altre parole che sono pietre: le parole non pronunciate, come quelle dei rappresentanti del governo italiano dopo la messa in onda del reportage di Fanpage sull’organizzazione giovanile del partito Fratelli d’Italia.☺

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