Più divertimenti che pane
2 Agosto 2016
La Fonte (351 articles)
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Più divertimenti che pane

Una premessa: anche a me piace il calcio. Anche se, di anno in anno, sempre di meno. Ma vedendo negli ultimi giorni come il paese dove vivo (ma sicuramente anche altri paesi europei) si paralizza, vedendo come ci sono sindacati che organizzano degli scioperi proprio nelle ore quando scende in campo la squadra italiana, mi è venuta in mente la famosa frase “dare al popolo pane e giochi (o circo)”. Conoscevo questa frase da moltissimo tempo, ma per vedere chi era stato l’autore ho dovuto consultare Internet, Wikipedia, che dà risposte a tutte le domande. E allora, a parte il trovare il nome di Giovenale come autore della frase, ho trovato anche questa spiegazione: “locuzione usata per definire l’azione politica, di singoli o gruppi di potere, volta ad attrarre e mantenere il consenso popolare mediante l’ organizzazione di spettacoli ed a distogliere l’attenzione dei cittadini dalla vita politica, in modo di lasciarla alle elite”.

I campionati di calcio o i giochi olimpici, nel nostro tempo, sono organizzati dalle cosiddette “elite” internazionali e servono allo stesso scopo citato da Wikipedia, ed allo stesso tempo hanno a che vedere sempre meno con lo sport, lo spirito sportivo, e sempre di più con affari, soldi e banche. E quello che trovo ancora più grave è il fatto che “giochi” di questo tipo servono, in quasi tutti i paesi, come tribuna per gruppi ultra-nazionalisti, molte volte apertamente nazi-fascisti, che i media hanno battezzato con la parola innocente di hooligans, gruppi che dentro e fuori dello stadio non solo distruggono negozi e automobili, ma feriscono anche persone che si trovano nell’istante sbagliato in un posto sbagliato. (E non dobbiamo dimenticare che una volta, nel 1969, fra El Salvador e Honduras era scoppiata una vera e propria guerra, con molti feriti e qualche morto, a causa di una partita di calcio fra le due nazioni).

Dicono che “la palla è rotonda” e dimenticano che anche il mondo è rotondo. E così, in questi giorni, anche se i media fanno di tutto per riempire le pagine e le ore di trasmissione con gli europei 2016, nel mondo succedono delle cose che, domani, potrebbero riguardare noi tutti. Mi devo limitare a citarne solo due: in America Latina è in corso un attacco massiccio alle democrazie nate dopo i decenni di dittatura militare, attacco a tutti quei governi che cercano di re-distribuire le ricchezze dei loro paesi in una forma più equa e di dare più diritti alla popolazione autoctona. Mi riferisco a Ecuador, Bolivia, Venezuela, Argentina e Brasile. In Venezuela, l’opposizione cerca di farla finita con il “chavismo”, utilizza gli stessi metodi utilizzati dalla destra cilena negli anni precedenti al colpo militare di Pinochet, come per esempio il metodo di organizzare la mancanza di prodotti di prima necessità nei negozi per far crescere l’indignazione della popolazione. O quello di far uscire in strada le donne armate di pentole sulle quali colpiscono per ore per “far sentire la loro fame”. Sono stata in Venezuela anni fa e sono stata ospite in casa di un avvocato chavista che viveva in un quartiere “bene”, di gente ricca, e alla sera ho sentito, per mia grande sorpresa, quel rumore delle pentole. Il mio ospite ed io siamo scesi in strada ed abbiamo visto che i ricchi abitanti del quartiere avevano spedito in strada le loro domestiche con le pentole!

In Argentina, questa destra neoliberal è già al governo. Il signor Macri ha formato un gabinetto costituito quasi nella sua totalità di gerenti delle multinazionali e delle banche e di rappresentanti della oligarchia agraria, e lui governa quasi esclusivamente mediante “decreti”. (Credo che è da preoccuparsi del fatto che Matteo Renzi ha fatto una visita lampo a Macri pochissimo tempo dopo la salita al potere dell’italo-argentino.)

Gli Stati Uniti, che si stanno ritirando un poco dal medio oriente, stanno nuovamente centrando l’attenzione sull’America Latina ed esiste già un “plan Condor” per la destabilizzazione dei governi che non seguono la politica nordamericana.

Ma noi siamo in Europa, ed è in questo continente che osserviamo la mossa più pericolosa per la pace mondiale: il 6 giugno è cominciata la più grande manovra militare della NATO dalla fine della guerra fredda. Intorno alla Russia sono mobilitati 31.000 soldati, 3.000 veicoli militari, 105 aerei e 12 navi di guerra. “Anaconda” – così si chiama la manovra – è un simulacro di una guerra fra la NATO e la Russia. Per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, carri armati tedeschi attraversano la Polonia da Ovest verso Est, verso il confine russo. Questa provocazione è accompagnata da un’ offensiva anti-russa nel campo dello sport, con l’esclusione degli atleti russi dai giochi olimpici di Rio de Janeiro.

E cosi si chiude il cerchio. I popoli d’ Europa si godono gli europei 2016, mentre siamo TUTTI un poco più vicini ad una nuova guerra. E i mass media, soprattutto la TV, fanno da aiutanti alle elite.  ☺

 

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