Rumore di pale silenzio degli amministratori
Come coniugare sviluppo e tutela ambientale, efficientamento energetico sostenibile e cura del paesaggio, del mare, delle attività imprenditoriali legate al turismo e alla pesca? Bella domanda, alla quale il Molise – inteso come Regione e quindi come classe politica di governo – dovrà pur dare una indicazione prima o poi. E spero davvero, come migliaia di molisani, che la dia il prima possibile.
Perché l’istanza relativa al progetto di parco eolico offshore della Maverik (e anche tutti gli innumerevoli altri, da Guglionesi a Larino, che in queste settimane sono arrivati all’attenzione e sui quali si stanno alzando legittimamente dubbi e perplessità) ha avuto l’effetto di un pugno ben assestato al quale non ha fatto seguito alcun cenno di resistenza e di esistenza in vita (politica ovviamente).
Qualcuno ha notizie della posizione del presidente della Giunta regionale, di quella dell’assessore all’Ambiente, dell’idea dell’assessore al Turismo fin troppo impegnato, in quel di Milano, a promuovere forse per l’ultima volta e a suon di migliaia di euro l’immagine di una terra lambita dal mare in uno scatto che immortala lo splendido borgo marino di Termoli senza – ovviamente – lo skyline che potrebbe avere di qui a poco? Qualcuno ha notizie degli strenui difensori di centrodestra (più destra che centro, a ben guardare), quelli del ‘prima il Molise’ che propongono le consuete ricette irrealizzabili e irrealistiche in versione acchiappavoti?
Un parco eolico monstre, a 25 chilometri dalla costa. Trenta chilometri di sabbia separano l’Abruzzo dalla Puglia. E sono il nostro unico sbocco sul mare Adriatico, sono la fonte economica di centinaia di pescatori, di imprenditori del turismo, sono il richiamo per lo sviluppo di migliaia di altre attività economiche che insistono nell’ entroterra, sono il richiamo per chi preferisce il piccolo e bello alle lunghe distese sabbiose affollate e chiassose della Riviera.
Mentre la cosiddetta società civile e una parte della politica s’interrogano, si confrontano, chiedono lumi, approfondiscono il tema con esperti, guardando a rischi e opportunità con gli sguardi diversi sul tema, da via Genova tutto tace.
Ed è su questo che vorrei soffermarmi. Quale l’idea di sviluppo che Toma&Co hanno in mente, quale il percorso che si intende avviare, da sbandierare nella ormai dietro l’angolo campagna elettorale, guardando quindi alla prossima legislatura, visto che in questi quattro anni e mezzo la navigazione a vista è stato lo sport maggiormente praticato dalla nostra classe di governo? Un modo di procedere che, con centinaia di pale galleggianti tra i flutti, sarà sempre più complicato e pericoloso per il Molise che rischia una volta per tutte di affondare nel mare dell’insipienza governativa. Infatti, nonostante le sollecitazioni, gli input, le mozioni, le interrogazioni sul piano paesaggistico, sulle zone idonee e non idonee, sulla messa in sicurezza del territorio, sul piano energetico e così via – che sono le uniche armi che le forze politiche di opposizione possono usare – il disegno del governo di centrodestra è al momento sconosciuto. Non pervenuto. Di certo tratteggiato ma poi forse artatamente nascosto nel cassetto. Perché di certi temi che possono fare la differenza in termini di appeal politico e quindi elettorale di qui a brevissimo, è meglio non fare menzione. Molto più astuto sventolare pallide illusioni che prendere scomode posizioni.
Centoventi aerogeneratori – che svetteranno su piattaforme galleggianti – montati su torri tubolari di 150 metri di altezza, con rotori a 3 pale di diametro massimo di 236 metri da cui partono le linee di raccolta convogliate a terra attraverso un trasformatore e che raggiungeranno un impianto di produzione di idrogeno nella zona industriale di Termoli e nelle strutture di rete presenti nel territorio. Due stazioni elettriche di trasformazione a mare all’interno dell’impianto eolico, un cavo sottomarino ad altissima tensione che raggiungerà la costa nei pressi dell’abitato di Termoli nell’area del canale di bonifica del consorzio, a circa 200 metri dalla foce del fiume Biferno, e tutte le opere necessarie a terra perché il parco eolico faccia il suo lavoro. Questo lo scenario, il nuovo orizzonte che il Castello Svevo porterà nelle foto ricordo.
E davanti a tutto questo, nessuno che dalla Regione Molise (governo e maggioranza) dica qualcosa di sostanziale, indichi una strada da percorrere, un’idea sulla quale confrontarsi con il territorio e anche con le opposizioni in Consiglio dove si decide la programmazione e il futuro.
Più che il rumore delle pale, il silenzio assordante di chi ci governa fa molto, troppo rumore. Un silenzio interrotto solo dalla dichiarazione di resa rilasciata da Toma dalla quale si evince che il ruolo dell’attuale governatore alle prossime elezioni sarà quello del capro espiatorio, della vittima sacrificale che il centrodestra molisano immolerà sull’altare della propaganda elettorale, per nascondere pavidamente le pesanti responsabilità politiche che tutti loro condividono con Toma sul fallimento amministrativo di questi ultimi cinque anni.☺
