Le origini della costruzione della chiesa di S. Maria Maggiore si possono collocare intorno alla metà del secolo XI dopo la conquista normanna, mentre altri ritengono che sia contemporanea alla chiesa di S. Nicola non molto distante.
La chiesa di S. Maria Maggiore è l’attestazione dello splendore settecentesco molisano. Esternamente la facciata è divisa in tre parti da paraste e presenta tre portali che sono in relazione alle tre navate interne. L’architetto Giovanni Di Benedetto da Vasto (1705) con scenografica intuizione inserisce l’edificio sacro nel contesto urbano, accompagnando la visione dell’insieme con accattivante sorpresa. Il portale centrale, più ampio rispetto a quelli laterali, è sormontato da sinuose volute comprendendo nella nicchia lo stemma del paese. Il campanile è incluso sulla destra nel corpo della facciata. La chiesa è divisa in tre navate, originariamente terminanti con tre absidi; le campate sono marcate da colonne con capitelli decorati con motivi vegetali sui quali poggiano archi a tutto sesto di diversa altezza.
Decorazione
Le sculture presenti all’interno conferiscono dinamicità alla struttura. La navata centrale termina con l’altare maggiore, pregevole negli ornamenti e nelle decorazioni di marmi policromi, sovrastato dalla pala dell’Assunzione della Vergine del 1572, recentemente attribuita alla scuola di Marco Pino da Siena. Preziosissimi i due trittici lignei realizzati agli inizi del Cinquecento da Michele Greco da Lavelona, che raffigurano il primo, posto all’inizio della navata centrale sulla parete di sinistra, una Madonna in trono con il bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco, il secondo, in prossimità del presbiterio, una Madonna tra i Santi Pietro e Paolo. Un terzo trittico, ora presso il Museo Nazionale d’Abruzzo, che rappresenta la Vergine tra i Santi Adamo e Rocco – una sua riproduzione è visibile nella sacrestia- è quello meglio riuscito secondo i critici; se ne auspica un ritorno in questa Chiesa per consentire la visione d’insieme nel contesto culturale di questo sito originale.
La cripta
Dalla navata destra si accede alla cripta di Sant’Adamo dove sono custodite le reliquie del santo patrono. Circa la vita di S. Adamo i testi agiografici non dicono quasi nulla. L’unica notizia certa che si possiede di questo santo, che è definito “confessore”, nemmeno abate, è la data della traslazione delle reliquie avvenuta di notte a Guglionesi il 3 giugno 1102, notizia riportata dai Bollandisti: “da molto tempo la sua tomba era custodita ad un miglio del paese e che un monaco di nome Benedetto ebbe una visione, con cui lo si invitava a farsi promotore della traslazione delle reliquie nella città di Guglionesi. La traslazione avvenne di notte con la partecipazione di Vescovi, sacerdoti, uomini armati” (A.Borrelli).
L’ambiente seminterrato si presenta con tre absidi e volte a crociera sorrette da colonne culminanti con capitelli decorati con motivi vegetali e figure antropomorfe. La volta conserva in parte un ciclo di affreschi del 1587 raffiguranti episodi della Genesi. Lo schema manierista esercita un forte fascino su quanti contemplano le scene, soggiogati dalla prospettiva, dalle figure sinuose e dalle cornici che riquadrano gli sfondi fatte di festoni di frutta e ortaggi. ☺
jacobuccig@gmail.com
Le origini della costruzione della chiesa di S. Maria Maggiore si possono collocare intorno alla metà del secolo XI dopo la conquista normanna, mentre altri ritengono che sia contemporanea alla chiesa di S. Nicola non molto distante.
La chiesa di S. Maria Maggiore è l’attestazione dello splendore settecentesco molisano. Esternamente la facciata è divisa in tre parti da paraste e presenta tre portali che sono in relazione alle tre navate interne. L’architetto Giovanni Di Benedetto da Vasto (1705) con scenografica intuizione inserisce l’edificio sacro nel contesto urbano, accompagnando la visione dell’insieme con accattivante sorpresa. Il portale centrale, più ampio rispetto a quelli laterali, è sormontato da sinuose volute comprendendo nella nicchia lo stemma del paese. Il campanile è incluso sulla destra nel corpo della facciata. La chiesa è divisa in tre navate, originariamente terminanti con tre absidi; le campate sono marcate da colonne con capitelli decorati con motivi vegetali sui quali poggiano archi a tutto sesto di diversa altezza.
Decorazione
Le sculture presenti all’interno conferiscono dinamicità alla struttura. La navata centrale termina con l’altare maggiore, pregevole negli ornamenti e nelle decorazioni di marmi policromi, sovrastato dalla pala dell’Assunzione della Vergine del 1572, recentemente attribuita alla scuola di Marco Pino da Siena. Preziosissimi i due trittici lignei realizzati agli inizi del Cinquecento da Michele Greco da Lavelona, che raffigurano il primo, posto all’inizio della navata centrale sulla parete di sinistra, una Madonna in trono con il bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco, il secondo, in prossimità del presbiterio, una Madonna tra i Santi Pietro e Paolo. Un terzo trittico, ora presso il Museo Nazionale d’Abruzzo, che rappresenta la Vergine tra i Santi Adamo e Rocco – una sua riproduzione è visibile nella sacrestia- è quello meglio riuscito secondo i critici; se ne auspica un ritorno in questa Chiesa per consentire la visione d’insieme nel contesto culturale di questo sito originale.
La cripta
Dalla navata destra si accede alla cripta di Sant’Adamo dove sono custodite le reliquie del santo patrono. Circa la vita di S. Adamo i testi agiografici non dicono quasi nulla. L’unica notizia certa che si possiede di questo santo, che è definito “confessore”, nemmeno abate, è la data della traslazione delle reliquie avvenuta di notte a Guglionesi il 3 giugno 1102, notizia riportata dai Bollandisti: “da molto tempo la sua tomba era custodita ad un miglio del paese e che un monaco di nome Benedetto ebbe una visione, con cui lo si invitava a farsi promotore della traslazione delle reliquie nella città di Guglionesi. La traslazione avvenne di notte con la partecipazione di Vescovi, sacerdoti, uomini armati” (A.Borrelli).
L’ambiente seminterrato si presenta con tre absidi e volte a crociera sorrette da colonne culminanti con capitelli decorati con motivi vegetali e figure antropomorfe. La volta conserva in parte un ciclo di affreschi del 1587 raffiguranti episodi della Genesi. Lo schema manierista esercita un forte fascino su quanti contemplano le scene, soggiogati dalla prospettiva, dalle figure sinuose e dalle cornici che riquadrano gli sfondi fatte di festoni di frutta e ortaggi. ☺
Le origini della costruzione della chiesa di S. Maria Maggiore si possono collocare intorno alla metà del secolo XI dopo la conquista normanna, mentre altri ritengono che sia contemporanea alla chiesa di S. Nicola non molto distante.
La chiesa di S. Maria Maggiore è l’attestazione dello splendore settecentesco molisano. Esternamente la facciata è divisa in tre parti da paraste e presenta tre portali che sono in relazione alle tre navate interne. L’architetto Giovanni Di Benedetto da Vasto (1705) con scenografica intuizione inserisce l’edificio sacro nel contesto urbano, accompagnando la visione dell’insieme con accattivante sorpresa. Il portale centrale, più ampio rispetto a quelli laterali, è sormontato da sinuose volute comprendendo nella nicchia lo stemma del paese. Il campanile è incluso sulla destra nel corpo della facciata. La chiesa è divisa in tre navate, originariamente terminanti con tre absidi; le campate sono marcate da colonne con capitelli decorati con motivi vegetali sui quali poggiano archi a tutto sesto di diversa altezza.
Decorazione
Le sculture presenti all’interno conferiscono dinamicità alla struttura. La navata centrale termina con l’altare maggiore, pregevole negli ornamenti e nelle decorazioni di marmi policromi, sovrastato dalla pala dell’Assunzione della Vergine del 1572, recentemente attribuita alla scuola di Marco Pino da Siena. Preziosissimi i due trittici lignei realizzati agli inizi del Cinquecento da Michele Greco da Lavelona, che raffigurano il primo, posto all’inizio della navata centrale sulla parete di sinistra, una Madonna in trono con il bambino tra i Santi Sebastiano e Rocco, il secondo, in prossimità del presbiterio, una Madonna tra i Santi Pietro e Paolo. Un terzo trittico, ora presso il Museo Nazionale d’Abruzzo, che rappresenta la Vergine tra i Santi Adamo e Rocco – una sua riproduzione è visibile nella sacrestia- è quello meglio riuscito secondo i critici; se ne auspica un ritorno in questa Chiesa per consentire la visione d’insieme nel contesto culturale di questo sito originale.
La cripta
Dalla navata destra si accede alla cripta di Sant’Adamo dove sono custodite le reliquie del santo patrono. Circa la vita di S. Adamo i testi agiografici non dicono quasi nulla. L’unica notizia certa che si possiede di questo santo, che è definito “confessore”, nemmeno abate, è la data della traslazione delle reliquie avvenuta di notte a Guglionesi il 3 giugno 1102, notizia riportata dai Bollandisti: “da molto tempo la sua tomba era custodita ad un miglio del paese e che un monaco di nome Benedetto ebbe una visione, con cui lo si invitava a farsi promotore della traslazione delle reliquie nella città di Guglionesi. La traslazione avvenne di notte con la partecipazione di Vescovi, sacerdoti, uomini armati” (A.Borrelli).
L’ambiente seminterrato si presenta con tre absidi e volte a crociera sorrette da colonne culminanti con capitelli decorati con motivi vegetali e figure antropomorfe. La volta conserva in parte un ciclo di affreschi del 1587 raffiguranti episodi della Genesi. Lo schema manierista esercita un forte fascino su quanti contemplano le scene, soggiogati dalla prospettiva, dalle figure sinuose e dalle cornici che riquadrano gli sfondi fatte di festoni di frutta e ortaggi. ☺
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