Scale verso il cielo
14 Novembre 2022
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Scale verso il cielo

La donna con i fiori tra i capelli e il colore scelto per il titolo in copertina hanno forse fatto pensare a un romanzo rosa e dissuaso molti dall’acquisto di Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin. Uscito in Francia nel 2018 e pubblicato in italiano nell’estate del 2019, alla fine del lockdown era diventato in Italia uno dei libri più gettonati, con 180 mila copie vendute in poco più di un anno. Un caso letterario, quindi – più che un capolavoro della letteratura -, la cui lettura è comunque apprezzabile. Specialmente a novembre, mese dei defunti.

La protagonista di questo romanzo è infatti Violette Toussaint, il cui cognome equivale a “Ognissanti”, il giorno tradizionalmente dedicato in Francia a onorare i defunti. Un nomen omen, stando alla locuzione latina per cui il destino di una persona sarebbe iscritto nel suo nome, dato che la Toussaint è la guardiana del cimitero di una piccola cittadina nel cuore della Borgogna, Brancion-en-Chalon. Il suo lavoro non si limita tuttavia ad aprirne e chiuderne il cancello, ma è vissuto come un’autentica missione. Di sua iniziativa, la donna annota su un registro tutti i dettagli di ogni singolo funerale, per metterli poi a disposizione di chi non abbia avuto modo di parteciparvi. Si prende quotidianamente cura non solo dei morti, mantenendo le loro tombe pulite e sempre adorne di piante e fiori, ma anche dei vivi, accogliendoli nella propria casetta e cercando di sollevarne il morale con una tazza di caffè e una parola buona.

Nonostante l’ambientazione, il romanzo è però tutt’altro che macabro. Alla malinconica visione della vita come una lunga perdita di tutto ciò che si ama, alla tristezza di inevitabili riflessioni sulla scomparsa dei figli o dei genitori, alle note sulla solitudine – fedele e immortale -, fa da contraltare la vera e propria esplosione di colori, profumi e sapori che caratterizza le giornate di Violette. Questa profonda vitalità raggiunge il culmine nel motivo delle piante e dei fiori che abbelliscono le tombe e attraverso cui i defunti continuano a vivere per i loro familiari e conoscenti. “Questi fiori sono un po’ come scale verso il cielo”, confessa una volta l’infermiera di un reparto oncologico, lasciando una pianta di rose rosse per un paziente “troppo gentile per finire sottoterra senza niente intorno”.

Un altro dei segreti del successo del libro è senza dubbio nella trama: avvincente e con qualche incredibile colpo di scena, intreccia storie di vari personaggi e piani temporali diversi, richiedendo l’attiva collaborazione del lettore per essere ricostruita. I singoli capitoli sono inoltre aperti da brevissime iscrizioni funerarie, per lo più incentrate sulla presenza degli assenti nella memoria dei vivi: qualcosa di più forte della morte stessa. Come conclusione si riporta un’epigrafe che riflette bene lo spirito foscoliano dell’intero romanzo, con la sua pietas verso i cari scomparsi e l’importanza del culto della memoria: “Se ogni volta che penso a te spuntasse un fiore la terra sarebbe un immenso giardino”.☺

 

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