strozzati dalla regione
13 Aprile 2010 Share

strozzati dalla regione

 

Caro don Antonio,

non so perchè questa volta desidero che il mio modesto contributo al suo giornale, meraviglioso contenitore di anime, arrivi come una lettera rivolta a Lei, uomo di fede e pretaccio combattente, ormai caro amico.

Conduco da un anno con i commercianti di Campobasso e provincia, una lotta quasi impari per difendere non solo la mia categoria fatta di piccole imprese ma anche l'idea complessiva che le nostre piccole realtà vanno protette ed incentivate perché portatrici di benessere economico, sostegno dei centri città ed "alternativi". È di questi giorni la delibera della Giunta Regionale che vuole modificare la legge n° 33 /99 riguardante il commercio. Il nuovo disegno di legge necessitava di aggiornamenti, e sicuramente ha introdotto diversi elementi positivi (ad esempio: "centri commerciali naturali" per la riorganizzazione del commercio dei centri città), ma propone, grazie al plauso delle associazioni di categoria, a rilevanza nazionale, presenti sul territorio, un notevole aumento delle aperture festive (32+3 a disposizione dei comuni) che, se dovesse passare, favorirà la grande distribuzione a discapito del piccolo commerciante e svincolerà il divieto di nuovi insediamenti  della grande distribuzione nei comuni inferiori a 10.000 abitanti. La difficoltà consiste nel creare un piano omogeneo sul territorio regionale, e nella facoltà dei sindaci a concedere deroghe. Ma, sia chiaro, non è una esigenza creata dal piccolo commercio che non ha la forza di lavorare 7 giorni su sette. C'è da sperare che nelle fasi legislative che seguiranno si riesca a raggiungere un equilibrio capace di salvaguardare l'economia locale, fatta in gran parte di piccole e piccolissime imprese. Passare le domeniche a spingere il carrello del supermercato sarà la proposta di un nuovo stile di vita anche per noi molisani? Questa tendenza nazionale ha fatto già abbastanza strage tra i 900mila piccoli commercianti che operano in Italia.

Ci sentiamo, ormai, quasi travolti da una immensa centrifuga e rischiamo di essere soffocati da una sorta di omologazione socio-culturale quasi che fosse il solo modo per rafforzare le ragioni dell'unità. Essere originali è importante, perché comporta l'interdipendenza e dunque il bisogno gli uni degli altri allo scopo di valorizzare e sostenere il valore del proprio territorio. Dal punto di vista economico-sociale, credo di poter rappresentare attraverso "Commercio Attivo" le esigenze di quella "economia di prossimità" come la definisce il sociologo Aldo Bonomi, così utile al mantenimento dell'occupazione derivante dalle piccole imprese commerciali. Occorre salvaguardare i centri urbani e i centri storici esposti alla rarefazione delle attività economiche e al decremento dei residenti, attraverso piani di recupero del degrado urbano e porre grande attenzione allo sviluppo delle reti distributive. La soluzione al problema impone attenzione soprattutto alla viabilità, all'ambiente, alla qualità sociale della città e del territorio. Promuovendo turismo e produzioni tipiche locali si favorisce il consumatore poiché gli si fornisce, soprattutto nel settore alimentare, una alternativa in relazione alla qualità, al risparmio degli imballaggi e dell'energia.

Non va dimenticato che nelle città e nei piccoli comuni il commercio accompagna i più deboli, il negozio è come il prolungamento del salotto di casa, luogo dove si compra, ci si incontra, si stringono relazioni, si consumano stili di vita, contenuti, idee ancor prima dei beni materiali. Mai come in questo momento, il Molise ha bisogno di non perdere nemmeno un brandello del suo già debole sistema economico, se non vogliamo che il federalismo ci penalizzi più di quanto noi meritiamo.☺

giuliadambrosio@hotmail.it

 

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