Termoli la mia città
Mentre la tragica morte di un clochard a Termoli continua ad essere ancora un mistero irrisolto, l’unica certezza al momento è il contesto di degrado in cui sono avvenuti i fatti. Coloro che hanno più o meno la mia età sanno bene che il Pozzo Dolce è uno schifo da sempre, salvo qualche piccolissimo periodo di intervallo in cui era quanto meno praticabile, almeno l’estate. Tutte le amministrazioni termolesi che si sono succedute hanno sempre chiuso gli occhi, tranne la giunta Sbrocca che aveva inserito la riqualificazione della zona all’interno dell’ inaccettabile progetto del tunnel. Ora di nuovo sembra che con i fondi del PNRR si voglia dare riqualificazione al Pozzo Dolce, ma sembra un traguardo lontanissimo. Parallelamente al degrado urbanistico, la tragedia ha posto all’attenzione anche quale sia il degrado sociale della città di Termoli, abilmente spazzato via sotto il tappeto dei “volemose bene” e delle premiazioni illustri.
In silenzio, tranne qualche polemica sommessamente portata avanti, noi termolesi abbiamo accettato lo sfratto de “La citta invisibile”, progetto che per anni si è occupato di dare dignità ai senza tetto della città di Termoli, dai locali comunali dell’ex polizia municipale presso lo stadio Cannarsa, trasferita oggi in periferia. Come può un senza tetto trovare riparo in un luogo difficilmente accessibile a piedi?
Il Comune non ha mai voluto supportare questa ed altre buone pratiche di associazioni del Terzo Settore per motivazioni ignote. Stessa sorte ad esempio ha avuto il campus “Felicemente Abile”, realizzato da APSI Molise ETS, dedicato ai bambini con disabilità del Molise, che è rimasto privo di supporto da parte delle istituzioni locali e regionale. Solo l’intervento della Fondazione Dynamo, che ha invece creduto nella bontà del progetto, investendoci risorse proprie, ha consentito la prosecuzione delle attività per l’estate 2023, offrendo il servizio per oltre 30 bambini e ragazzi.
Eppure il ruolo delle istituzioni dovrebbe essere quello di impulso e valorizzazione delle buone pratiche sociali territoriali, facendosi promotori o sostenitori di iniziative di co-progettazione, intercettando fondi che potrebbero fare la differenza per le categorie di persone vulnerabili, lavorando insieme agli ETS più virtuosi. Tutto questo, oggi, è irrimediabilmente perduto nell’inerzia di un’amministrazione che ha prodotto scarsissime iniziative per il sociale, priva di visione e di una minima idea di sviluppo e delle potenzialità che ha il Terzo Settore.
Di fronte ad un quadro così desolante, non si può che sperare che il futuro prenda una piega diversa, che si sollevi dalle logiche clientelari che hanno sempre ispirato candidati ed elettori e che ci hanno condotto a questo insostenibile degrado.
Termoli dovrebbe scoprire un senso di comunità e di voglia di (ri)costruire che oggi pare irrimediabilmente sepolto da anni di pessime politiche che si sono concentrare solo sul consumo del suolo, tra l’altro con l’incredibile paradosso che oggi è quasi impossibile poter prendere in locazione un’abitazione: un fatto che sfida persino la logica dell’incontro tra domanda e offerta, perché tutto è ormai piegato al sistema del “mordi e fuggi” degli affitti turistici.
La minaccia ora è che vogliano occupare persino il nostro mare con progetti di eolico offshore senza senso, aggiungendo degrado a degrado. La mia città non può e non deve divenire terra di preda, di individualismo e di solitudini. Cambiare si può e si deve.☺
