Terremoto
Improvviso e violento un boato nella notte:
il terremoto ad Amatrice e altrove.
Un tratto montuoso di terra
accartocciato in picchi, valli, dirupi
innestato nel verde dei boschi.
Spuntano sulle alture
gli antichi borghi raccolti
intorno a campanili e castelli.
Borghi svuotati d’inverno
in balia di vento e silenzio.
Borghi brulicanti d’estate
di villeggianti e parenti.
Luoghi ameni di svago ed arte
dove ritrovar odori e antichi sapori.
Un mondo genuino ed amato.
Ora paesi falciati, ridotti
a cumuli di detriti e polvere.
Le comunità sconvolte
piangono i loro morti
estratti dalle macerie.
Un esercito di operatori, volontari
si aggira tra le rovine
alla ricerca convulsa dei corpi.
Allestite le tendopoli.
Solleciti i soccorsi.
Posti diventati lugubri cantieri,
deposito di disperato dolore.
Dimore di affetti e ricordi
sbriciolate in schegge di pietra
che l’azione della natura
restituisce impietosa
al nostro sgomento.