Un futuro da bambini
20 Agosto 2016
La Fonte (351 articles)
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Un futuro da bambini

In una società dove le divisioni sociali diventano ogni giorno più nette e schiaccianti, io ricomincerei dai bambini. I bambini non conoscono le divisioni, non conoscono le differenze. Per un bambino l’apertura al mondo è una condizione naturale quanto respirare. Se sorgono difficoltà i bambini non si spaventano, ma si ingegnano. Vanno all’essenza delle cose, non le aggirano o le evitano. Quello che non comprendono li incuriosisce e non li intimorisce.

Osservando i bambini giocare insieme, si imparano molte più cose di quanto normalmente si possa immaginare. Se un bambino è malato, per gli altri è naturale prestargli cura. Se un bambino non può camminare, per gli altri è naturale spingere la sua sedia a rotelle. Se un bambino non può vedere, per gli altri è naturale fargli toccare gli oggetti per farlo partecipare ai giochi. I bambini hanno una sensibilità sociale innata.

A volte penso che “noi grandi” non possiamo che apparire ridicoli agli occhi dei bambini. I nostri ragionamenti quotidiani devono apparire loro terribilmente inutili. Non mi è mai capitato di sentire bambini discutere del “tempo”, argomento abusato da noi adulti per rompere il silenzio. Le nostre sovrastrutture devono sembrargli terribilmente noiose! A loro basta un “ciao” per giocare insieme! Se litigano poi, anche brutalmente, hanno la capacità di dimenticarsene con una rapidità che per noi, capaci di logorarci nel rancore anche per degli anni, è inconcepibile.

Per tutte queste ragioni, credo fermamente che quanto più sapremo prenderci cura dei bambini, tanto più potremo gettare le basi per una società diversa. In questa prospettiva, ci rendiamo conto di quanto poco le istituzioni si diano da fare per i bambini. A livello regionale, si possono contare sulla punta delle dita i provvedimenti che riguardano politiche sull’infanzia. La città di Termoli rispecchia in toto questa tendenza al disinteresse pressoché totale. Negli ultimi anni nella città frentana sono nate associazioni e gruppi di genitori per cercare di sensibilizzare l’amministrazione sul tema delle politiche per l’infanzia. Una delle battaglie condotta dai genitori è stata quella per la realizzazione di nuove aree verdi e riqualificazione di quelle esistenti. La risposta del comune è stata quella di emanare un regolamento per affidare ai privati, cittadini o associazioni di cittadini, la gestione delle aree verdi degradate. Una bella lavata di mani, sia pure tra gli applausi generali. Non è dato sapere quale sia stato, ad un anno dalla sue emanazione, lo stato di applicazione del regolamento.

Nel frattempo, il sindaco ha provveduto ad intitolare una delle aree verdi esistenti a Termoli al fondatore del Rotary club, Paul Harris, e precisamente quella del quartiere Sant’Alfonso. Lo scenario era a dir poco desolante. Gli applausi avevano come scenario erbacce e giochi rotti. Per fortuna appena qualche settimana dopo, l’associazione termolese “Il Mosaico”, che evidentemente ha badato più ai fatti che alle chiacchiere, ha donato tre giostrine (tra cui un’altalena orsetto destinata ai bimbi con disabilità) al parco. Qualche settimana dopo, per par condicio, il sindaco ha intitolato l’area verde situata nel quartiere Colle Macchiuzzo, al fondatore dei Lions Club. Sullo sfondo, solo erba ed un campo di calcetto. Nessun gioco per i bambini.

Forse se la stessa passione indomita con la quale si difende il progetto del tunnel ed orrori architettonici annessi, fosse destinata alle politiche per i piccoli cittadini, oggi potremmo scrivere una storia diversa. Ad esempio, la storia di istituzioni che respirano accanto alle famiglie e che si occupano di contribuire a creare una società solidale ed equa, in cui la tutela dei cittadini più piccoli ed indifesi sia un trampolino di lancio per un futuro più giusto per tutti. E soprattutto, come ci insegnano i bambini, basato sull’essenza e non sull’apparenza.☺

 

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