Una leadership che porta frutto
«Cercò il bene della sua gente… fece regnare sul paese la pace e Israele gioì di grande letizia… confortò tutti i derelitti nel suo popolo» (1Mac 14,4.11.14).
Il Primo Libro dei Maccabei, scritto in ebraico, ma conservato solo attraverso una versione greca, racconta il travaglio dell’incontro/scontro tra l’ellenismo prevaricatore e il giudaismo nazionalista che reagisce all’aggressione straniera con il suo attaccamento alla Torah e al tempio. Lo scontro inoltre si muta in una lotta che ha come antagonisti Antioco IV Epifane, che profana il tempio, e Mattatia, che invita a reagire contro l’aggressore mediante lo scontro bellico.
Il libro si divide in tre parti, dedicate alle imprese dei tre figli di Mattatia che prendono la guida della resistenza: Giuda Maccabeo, che vince varie guerre contro i generali di Antioco, purifica il tempio, guadagna al popolo la possibilità di tornare a vivere secondo le tradizioni giudaiche e cerca l’alleanza con Roma; Gionata, che cerca di fare alleanza con Roma e con Sparta; e infine Simone, che raggiunge l’autonomia politica e avvia un periodo di prosperità e di pace che durerà fino all’avvento di Antioco VII.
L’autore del libro è un giudeo fortemente radicato nelle tradizioni dei padri che manifesta la sua completa avversione nei confronti del tentativo di ellenizzazione forzata, che promuove la libertà religiosa e l’indipendenza nazionale e desidera a tutti i costi difendere il Giudaismo, da lui ritenuto il canale privilegiato della rivelazione divina.
Nonostante l’apparente laicità del racconto, il Primo Libro dei Maccabei ha un suo significato religioso. Dio è nascosto nelle pieghe della storia e dà ampio spazio alla progettualità umana. Egli non interviene in modo straordinario, ma inserendosi nella trama degli eventi. Gli uomini che lo temono lo sanno, per questo formulano questo principio: “qualunque sia la volontà del Cielo, così accadrà” (1Mac 3,60).
Tra i protagonisti del libro, emerge con particolare risalto la figura di Simone Maccabeo. Egli incarna il modello della guida che prende in mano le redini del movimento di resistenza e liberazione, nella linea dei giudici e di tutti i salvatori del popolo d’Israele. Il coraggio e la costanza di un leader come Simone sono i mezzi di cui Dio dispone per liberare il suo popolo dagli oppressori. La libertà politica diviene così esperienza di salvezza e parte del disegno di Dio. A Simone viene dedicato un elogio straordinario, dove sono elencate tutte le sue gesta (cf. 1Mac 14,4-15), tra cui l’aver garantito la pace a Giuda, cercato il bene della gente permettendo loro di lavorare e vivere serenamente, creato un porto, ampliato i confini del suo popolo, ridato splendore al tempio, confortato i derelitti, amato la Legge del Signore.
Simone Maccabeo, in qualità di guida politica, è una figura compiuta perché mostra di saper guardare in alto, verso Dio, e in basso, verso il popolo che gli è stato affidato, quel popolo che egli decide di non sfruttare, ma di servire. Un insegnamento decisamente attuale per ogni leader ed ogni politico della terra… perché il suolo continui a dare i suoi prodotti (cf. 1Mac 14,8).
La fede non è un distintivo che rende più importanti agli occhi del mondo, ma una realtà viva e dinamica che spinge a indossare il grembiule del servizio per impegnarsi a costruire una società più sana e più giusta. Per questo le tante sfide di oggi ci invitano a una fede robusta che ci spinga a diventare più umani, per servire l’umano e lavorare in ogni modo per umanizzare luoghi, tempi e relazioni.☺
