Valore natura
11 Aprile 2021
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Valore natura

La natura italiana, a cavallo tra due ecoregioni prioritarie a livello globale – Alpi e Mediterraneo – è tra le più ricche d’Europa, ma questa ricchezza si sta perdendo ad un ritmo preoccupante: il 50% delle specie di vertebrati presenti in Italia è minacciato d’estinzione e il 52% delle 570 specie di fauna italiana protette dalla Direttiva Habitat mostra uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. Gli habitat non sono in una condizione migliore: l’86% di quelli tutelati dalla Direttiva Habitat versa anch’esso in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. Negli ultimi anni sono stati fortemente ridotti alcuni importanti ambienti quali boschi di pianura e zone umide, il 64% delle quali è andato distrutto nell’ultimo secolo, mentre molti altri sono stati frammentati o degradati. Il 41% dei fiumi italiani monitorati non è in uno stato di conservazione adeguato e l’80% dei laghi italiani non presenta un buono stato ecologico e stanno perdendo la loro capacità di fornire i tradizionali servizi ecosistemici, a partire dal contrasto al dissesto idrogeologico e al cambiamento climatico. Ogni giorno in Italia perdiamo 16 ettari di territorio: suolo fertile, ecosistemi con i loro servizi, piccoli e grandi habitat, vengono trasformati da cemento e asfalto.

Con la campagna ReNature Italy, il WWF Italia propone una tutela e rigenerazione del nostro capitale naturale per favorire la coesistenza tra uomo e natura. Per conservare la natura, le aree protette sono uno strumento chiave, e anche per questo è il momento di rilanciarle, sposando da subito l’obiettivo ambizioso della nuova Strategia Europea sulla Biodiversità, ovvero proteggere efficacemente almeno il 30% del territorio e almeno il 10% in maniera integrale.

Come raggiungere questo risultato? Per concretizzare questo ambizioso obiettivo sarà necessario:

– creare nuovi Parchi, a partire da quelli “fantasma” come il Delta del Po, del Gennargentu e del Matese, insieme a quelli già ipotizzati nella stessa legge quadro, come Monte Bianco e Tarvisio, e altre aree protette nelle zone chiave per la biodiversità identificate dagli esperti;

– dotare quelli attuali di adeguate risorse e migliorarne significativamente l’efficacia di gestione, istituendo un vero Servizio Nazionale per le Aree Protette, inserito nel sistema nazionale di agenzie per la protezione dell’Ambiente (SNPA), che supporti e coordini concretamente i Parchi svincolandoli da logiche politiche e localistiche.

Di conseguenza creare una Rete Ecologica che si sviluppi a partire da tre super-corridoi fondamentali: il corridoio Alpino, quello Appenninico e quello lungo la Valle del Po. In modo tale che le aree protette siano adeguatamente collegate tra loro per garantire a piante e animali di potersi disperdere e spostare attraverso corridoi idonei e sufficientemente tutelati. Oggi questo è impossibile a causa delle innumerevoli barriere ecologiche e per questo l’effetto del cambiamento climatico in corso rischia di avere effetti potenzialmente drammatici sulla biodiversità italiana.

Gli obiettivi generali sono:

– restaurare almeno il 15% di territorio italiano, concentrandosi sugli ecosistemi con un elevato potenziale di stoccaggio del carbonio e su quelli che contribuiscono alla mitigazione delle inondazioni e alla prevenzione degli incendi e del dissesto idrogeologico, come foreste, zone umide, fiumi e aree costiere;

– ripristinare la connettività di almeno 1.600 km di fiumi italiani, garantendone la continuità dalla sorgente alla foce, anche attraverso la rimozione delle barriere e il ripristino delle pianure alluvionali;

– destinare almeno il 10% dei terreni agricoli alla natura e il 40% a produzioni biologiche amiche della biodiversità.

Queste azioni saranno tanto più importanti se concentrate in aree prioritarie in cui la natura è estremamente frammentata.

Secondo il nuovo report “Valore Natura” della campagna ReNature Italy le soluzioni basate sulla natura potrebbero avere un ruolo cruciale nella lotta alla crisi climatica, e rappresentare la giusta direzione per un mondo post-Covid, generando anche vantaggi economici e creare nuovi posti di lavoro. L’Italia deve dimostrarsi all’altezza della sfida a cominciare dalla revisione alla proposta di PNRR che, così come richiesto a livello europeo, dovrà prevedere che almeno il 37% delle risorse stanziate vadano ad azioni per il clima e la biodiversità; Il governo, inoltre, dovrà superare i limiti dell’attuale impostazione del PNRR che non individua né risorse, né strumenti dedicati specificatamente alla riqualificazione e resilienza del nostro patrimonio naturale, per tutelare e valorizzare la nostra biodiversità (tra le più ricche d’Europa). Abbiamo bisogno di un Grande Piano per riqualificare la natura d’Italia, per tutelare le aree di maggior pregio naturalistico del nostro Paese, favorire la resilienza degli ecosistemi e le connessioni ecologiche. Un Piano che consenta di fermare e invertire la curva della perdita di biodiversità terrestre e marina e introduca, nel contempo, elementi di sostenibilità e di qualità in settori importanti per il rilancio dell’Italia, quali quello turistico, forestale, agricolo e della pesca.☺

wwf italia

vanni.fabio@tiscali.it

 

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