Vorrei che fossi tu, mahatma…
Vorrei che fossi tu, Mahatma
per un solo momento, vivo
su questo segmento instabile
questo pezzo d’universo vilipeso.
Incrollabile, leggero sul tappeto viola
che adornava membra ruvide, ossa fragili,
vorrei che fossi tu a scolpire parole nuove
pezzi di cielo senza catrame, arcobaleni.
Candido, nel khadi bianco d’antico splendore
presto vieni, amico del sereno, di folle alla deriva…
Disperato ti cerco, guida insaziabile di pace
saggezza incarnata nel rugoso volto cinereo,
vorrei che fossi tu, grande anima, antidoto ai veleni
a sollevare il grigio, asciugare polvere incrostata,
far risuonare melodiosa voce, potente sui diademi
tra indugi e imperfezioni, aberrazioni, catene,
chino a scoperchiare la gran cassa della cupidigia.
Vorrei che fossi tu, fratello, a curare il mondo
col solo gesto d’ossuta mano, ferma sul gregge sperso.
Il tuo spirito aleggia ancòra perenne nei cuori puri,
àncora di salvataggio, sostieni la barca instabile
soffia indomito l’alito della non violenza.
Ti prego, torna al mondo, angelo etereo degli ultimi
prima che le mangrovie coprano l’erba sana
ti vorrei vicino, profeta nuovo, in questa strana odissea
vorrei che fossi tu, panacea estrema
respiro d’uomo dell’ultima (grande) disobbedienza: l’Amore.
