13 ottobre, bottoni d’oro
Imbavagliato con plastica e spago
io farfalla io ragno io raggio di sole io sogno.
Non colano lacrime né frammenti di pelle,
stretta opprime la luce. Corda flette la faccia,
al naso non giunge l’odore di zolfo.
Disperato inseguo feluca, abbasso il capo
compro l’aria a caro prezzo rimanendo a galla.
Cosa deve essere stato vedere la vecchia
bandiera di nuovo al pennone sfibrata ma vera,
nera bestia cacciata da eroi senza divisa.
Sulla nuca prezziamo il soffio arido del baro
in doppiopetto- ladro d’uniformi, bottoni
dei morti dei vivi dei cani dei risorti di avanzi
– Io farfalla io sogno io raggio di sole io ragno –
io muro, io ottava meraviglia del mondo.
Stamattina giacca scura del portatore di bare
bottoni d’oro e guanti bianchi
una maschera.
Non ricordo un 12 ottobre anzi si, ieri
tale de Triana gridava qualcosa in aria
anzi no, aveva trovato moneta per terra
forse bottone lucido di raso, di guerra.
Ieri, splendeva d’ossa il cimitero bianco.
Quanti gas di scarico in questa città.
Irrespirabile.
Intubamento dietro l’altro la vita
camera iperbarica.
