60 anni e (non) sentirli
8 Ottobre 2024
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60 anni e (non) sentirli

Gira voce che la Regione Molise abbia compiuto 60 anni. O meglio, avrebbe dovuto compierli l’anno scorso, per via di una disposizione transitoria approvata su iniziativa del deputato democristiano Sedati, che nel 1963 derogò all’art. 132 Cost. Mai dimenticare che siamo nati da una delibera, è un fatto che rivela le nostre fragilità. Comunque sia, a Termoli lo scorso venerdì 20 settembre in Piazza Duomo ed in pieno 2024 c’è stata una manifestazione per festeggiare proprio i sessant’anni compiuti dalla nostra Regione: a quanto pare abbiamo già iniziato a calarci l’età, un po’ – prendo in prestito uno stereotipo – come fanno le vecchie signore che diminuiscono i propri anni per apparire più giovani ed avvenenti.
Non c’è cornice più adatta di quella di piazza Duomo per sentirsi più belli, più giovani e carichi di sogni: per i Termolesi è la piazza in cui storicamente si chiudevano le campagne elettorali davanti ad applausi scroscianti, quando ad ogni quinquennio puntualmente venivamo illusi con prospettive di un futuro florido e vincente che però non è mai arrivato. Ci siamo consumati in quell’eterna attesa, tanto da non sapere più chi siamo e dove stiamo andando.
Il Molise sta invecchiando, senza essere mai diventato davvero adulto. Chissà se la classe dirigente attuale percepisce quest’aria di decadenza che sentiamo tutti, trascinandoci con inerzia nella nostra storia senza mai diventarne davvero protagonisti. In occasione dell’evento del 20 settembre scorso, più volte i rappresentanti della politica regionale e termolese hanno dichiarato di volersi rivolgere ai giovani, presentandosi come promotori dell’innovazione e cultori di nuove idee per sviluppare un futuro diverso. Il Molise è invece pieno di storie di giovani ed ex giovani che sono andati via; persino alcuni degli imprenditori originari del Molise che il palco d’onore ospitava si sono realizzati fuori dai nostri confini in territori più accoglienti e stimolanti. Del resto, la storia di tutti noi è costellata da amici che sono scappati altrove e chi resta ha poco da raccontare e tanto di cui avere paura. Ci scambiamo malinconie: quella di chi è rimasto ed ha perso chi è andato via e quella di chi è partito e sente la mancanza di casa.
La vicenda della Gigafactory ed il dirottamento dei fondi previsti per Termoli sta facendo tremare tutto il Basso Molise, ma la classe dirigente continua a sorridere come nulla fosse, nonostante la grande incertezza sul futuro di molte famiglie; sono settimane che in molti comuni molisani l’acqua è razionata, ma sembra che sia un fatto che interessa solo ai pochi interessati. Tutto questo parlare di un futuro luminoso non assolve chi invece dovrebbe tenere il timone dritto sul presente, che è drammatico ed allarmante sotto ogni punto di vista: c’è poco da festeggiare, guardatevi intorno.☺

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