Il testo del disegno di legge delega al Governo per la modifica della disciplina dell’immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero, la cosiddetta Ferrero-Amato o riordino della Bossi-Fini, arriva con ritardo, ma lascia spazio a qualche speranza di giustizia anche per Mohamed, il nostro amico ospite presso la comunità. Innanzitutto affronta il fenomeno migratorio come un fenomeno strutturale, fa cadere il legame, creato dalla Bossi-Fini, tra il permesso di soggiorno e contratto di lavoro, supera il decreto flussi annuale che ora diventa triennale, prevede per colf e badanti azioni di sviluppo per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta, prevede per gli stranieri in possesso della carta di soggiorno, che si può ottenere dopo 5 anni di permanenza in Italia, la possibilità di votare e di candidarsi alle elezioni amministrative, supera i Cpt (i centri di permanenza temporanea e assistita).
E’ un articolo solo, ma suddiviso in 16 capitoli di intervento. Il più articolato è quello che riguarda il lavoro. L’imprenditore che vuole assumere potrà farlo: per chiamata diretta, seguendo due modalità, o con lo sponsor garante. La chiamata per conoscenza diretta dello straniero era già prevista, la novità è che si potrà anche accedere ad un sistema di liste, organizzate per nazionalità, cosiddette “liste di collocamento all’estero”, e probabilmente disponibili su internet, alle quali potranno iscriversi lavoratori stranieri che intendono fare ingresso in Italia per lavoro, anche stagionale. Queste liste saranno gestite da enti e organismi nazionali ed internazionali o autorità locali convenzionate con lo Stato italiano. Nella formazione delle liste si terrà conto del grado di conoscenza della lingua italiana, dei titoli di studio o qualifica professionale ed anche dell’eventuale frequenza di corsi nell’ambito dei quali sia garantita la diffusione dei valori a cui si ispira la Costituzione italiana e dei principi su cui si basa la convivenza della comunità nazionale. La chiamata oltre che diretta può essere fatta tramite la figura dello sponsor garante (enti locali, associazioni del mondo del lavoro, patronati). Si tratta di un soggetto abilitato a svolgere il ruolo di intermediario per quell’impresa che non ha ancora individuato la manodopera di cui ha bisogno.
Il sistema dovrebbe funzionare nel seguente modo: lo sponsor, individuato lo straniero, anche attraverso il sistema di liste di collocamento cui possono iscriversi i lavoratori stranieri che intendono entrare in Italia, inoltra allo sportello unico per l’immigrazione la richiesta di nulla osta all’ingresso; lo sportello unico definisce il procedimento di arrivo del lavoratore straniero; se dà il via libera, rilascia, all’immigrato richiesto dallo sponsor, un permesso di soggiorno per l’inserimento nel mercato del lavoro, di durata annuale; lo sponsor affida il lavoratore in prova all’imprenditore; se alla fine ci sarà l’assunzione il permesso temporaneo sarà convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato; altrimenti lo sponsor lo aiuterà a trovare un’altra occupazione; se dopo un anno il permesso non sarà convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, lo straniero dovrà lasciare l’Italia, pena l’espulsione. I permessi di soggiorno legati a lavori a tempo determinato, oggi con durata pari a quella del contratto di lavoro, saranno rilasciati per uno o due anni a seconda che il contratto sia di durata inferiore o superiore ai sei mesi. Quelli per contratti a tempo indeterminati o per lavoro autonomo saranno invece validi per tre anni anziché i due annuali.
La grandissima novità è il sistema dell’autosponsor, molto criticato dall’opposizione: l’immigrato potrà entrare in Italia se in grado di mantenersi. Verranno rivisti i permessi di soggiorno per motivi umanitari, da rilasciare da parte del Prefetto, sentiti il consiglio territoriale per l’immigrazione ed il Questore anche a favore dello straniero che dimostri spirito di appartenenza alla comunità civile e non costituisca una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato. Sono state previste misure di cooperazione allo sviluppo volte a valorizzare e canalizzare le competenze dei migranti e le risorse da loro prodotte ai fini dello sviluppo dei paesi di origine. Sono previste anche misure volte a favorire l’utilizzo delle competenze, per i cittadini stranieri esperti in attività di cooperazione allo sviluppo. Per costoro si permetterà il mantenimento dello status di soggiornante regolare in Italia nel caso di partecipazione a specifici progetti effettuati in collaborazione con i ministeri competenti.
Il riordino della Bossi-Fini, in effetti, interviene profondamente anche sulle norme dei rimpatri. Diventeranno effettive le espulsioni dei clandestini. La strada imboccata è quella di rimpatri volontari assistiti ai quali potranno accedere sia gli stranieri che collaborano, sia gli stranieri non espulsi che non hanno i mezzi per rientrare nel paese di origine. Chi aderisce ai programmi di rimpatrio vede ridotto anche il divieto di reingresso in Italia. Verranno riviste le modalità di allontanamento, con sospensione dell’esecuzione, per gravi motivi, tenendo conto della natura e della gravità delle violazioni commesse ovvero della pericolosità per l’ordine pubblico.
Il testo Ferrero-Amato riconduce la disciplina ai principi del codice penale e di procedura penale, eliminando quella specie di “diritto speciale aggravato” già oggetto di censure da parte della Corte Costituzionale. I Cpt erano divenuti veri e propri lager ed ora sono previsti come luoghi più accoglienti ove sarà meno difficile entrare. I centri di identificazione saranno rivisitati e le misure di sicurezza saranno proporzionali all’utenza. Sono previste anche altre norme come: il diritto dovere di essere iscritti al servizio sanitario nazionale, la tutela di minori, la valorizzazione del ruolo delle donne immigrate e delle vittime di violenza e di tratta. Sullo sfondo di questa riforma le ragioni dell’intero sistema economico nazionale. Basti pensare al 6,1% del Pil (nel 2005) che deriva direttamente dal lavoro di oltre 2 milioni di stranieri o agli oltre 11 miliardi di euro spesi ogni anno per l’aiuto indispensabile di colf e badanti, 8 su 10 straniere. Per Mohamed una permanenza difficile, così come per quei migranti che hanno commesso reati, scontati nelle carceri italiane e che abbiano concluso positivamente un percorso di reinserimento sociale, per loro il rilascio del permesso di soggiorno solo se minori.
La legge rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento di un diritto al lavoro regolare e soprattutto il diritto ad assumere stranieri, favorisce l’inclusione sociale e sferza un duro colpo all’immigrazione clandestina ed alle organizzazioni criminali che ora camaleonticamente cambieranno aspetto. Un’occasione perduta, però verso la strada del riconoscimento della “cittadinanza mondiale”. Ma a questo, ci sta pensando, in parte, un altro testo “sulla cittadinanza”. Un respiro di sollievo senz’altro, ma la lotta continua, anche perché il governo ha 12 mesi per varare la riforma dopo che il parlamento avrà approvato i criteri. Non prima del 2008. ☺
Il testo del disegno di legge delega al Governo per la modifica della disciplina dell’immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero, la cosiddetta Ferrero-Amato o riordino della Bossi-Fini, arriva con ritardo, ma lascia spazio a qualche speranza di giustizia anche per Mohamed, il nostro amico ospite presso la comunità. Innanzitutto affronta il fenomeno migratorio come un fenomeno strutturale, fa cadere il legame, creato dalla Bossi-Fini, tra il permesso di soggiorno e contratto di lavoro, supera il decreto flussi annuale che ora diventa triennale, prevede per colf e badanti azioni di sviluppo per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta, prevede per gli stranieri in possesso della carta di soggiorno, che si può ottenere dopo 5 anni di permanenza in Italia, la possibilità di votare e di candidarsi alle elezioni amministrative, supera i Cpt (i centri di permanenza temporanea e assistita).
E’ un articolo solo, ma suddiviso in 16 capitoli di intervento. Il più articolato è quello che riguarda il lavoro. L’imprenditore che vuole assumere potrà farlo: per chiamata diretta, seguendo due modalità, o con lo sponsor garante. La chiamata per conoscenza diretta dello straniero era già prevista, la novità è che si potrà anche accedere ad un sistema di liste, organizzate per nazionalità, cosiddette “liste di collocamento all’estero”, e probabilmente disponibili su internet, alle quali potranno iscriversi lavoratori stranieri che intendono fare ingresso in Italia per lavoro, anche stagionale. Queste liste saranno gestite da enti e organismi nazionali ed internazionali o autorità locali convenzionate con lo Stato italiano. Nella formazione delle liste si terrà conto del grado di conoscenza della lingua italiana, dei titoli di studio o qualifica professionale ed anche dell’eventuale frequenza di corsi nell’ambito dei quali sia garantita la diffusione dei valori a cui si ispira la Costituzione italiana e dei principi su cui si basa la convivenza della comunità nazionale. La chiamata oltre che diretta può essere fatta tramite la figura dello sponsor garante (enti locali, associazioni del mondo del lavoro, patronati). Si tratta di un soggetto abilitato a svolgere il ruolo di intermediario per quell’impresa che non ha ancora individuato la manodopera di cui ha bisogno.
Il sistema dovrebbe funzionare nel seguente modo: lo sponsor, individuato lo straniero, anche attraverso il sistema di liste di collocamento cui possono iscriversi i lavoratori stranieri che intendono entrare in Italia, inoltra allo sportello unico per l’immigrazione la richiesta di nulla osta all’ingresso; lo sportello unico definisce il procedimento di arrivo del lavoratore straniero; se dà il via libera, rilascia, all’immigrato richiesto dallo sponsor, un permesso di soggiorno per l’inserimento nel mercato del lavoro, di durata annuale; lo sponsor affida il lavoratore in prova all’imprenditore; se alla fine ci sarà l’assunzione il permesso temporaneo sarà convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato; altrimenti lo sponsor lo aiuterà a trovare un’altra occupazione; se dopo un anno il permesso non sarà convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, lo straniero dovrà lasciare l’Italia, pena l’espulsione. I permessi di soggiorno legati a lavori a tempo determinato, oggi con durata pari a quella del contratto di lavoro, saranno rilasciati per uno o due anni a seconda che il contratto sia di durata inferiore o superiore ai sei mesi. Quelli per contratti a tempo indeterminati o per lavoro autonomo saranno invece validi per tre anni anziché i due annuali.
La grandissima novità è il sistema dell’autosponsor, molto criticato dall’opposizione: l’immigrato potrà entrare in Italia se in grado di mantenersi. Verranno rivisti i permessi di soggiorno per motivi umanitari, da rilasciare da parte del Prefetto, sentiti il consiglio territoriale per l’immigrazione ed il Questore anche a favore dello straniero che dimostri spirito di appartenenza alla comunità civile e non costituisca una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato. Sono state previste misure di cooperazione allo sviluppo volte a valorizzare e canalizzare le competenze dei migranti e le risorse da loro prodotte ai fini dello sviluppo dei paesi di origine. Sono previste anche misure volte a favorire l’utilizzo delle competenze, per i cittadini stranieri esperti in attività di cooperazione allo sviluppo. Per costoro si permetterà il mantenimento dello status di soggiornante regolare in Italia nel caso di partecipazione a specifici progetti effettuati in collaborazione con i ministeri competenti.
Il riordino della Bossi-Fini, in effetti, interviene profondamente anche sulle norme dei rimpatri. Diventeranno effettive le espulsioni dei clandestini. La strada imboccata è quella di rimpatri volontari assistiti ai quali potranno accedere sia gli stranieri che collaborano, sia gli stranieri non espulsi che non hanno i mezzi per rientrare nel paese di origine. Chi aderisce ai programmi di rimpatrio vede ridotto anche il divieto di reingresso in Italia. Verranno riviste le modalità di allontanamento, con sospensione dell’esecuzione, per gravi motivi, tenendo conto della natura e della gravità delle violazioni commesse ovvero della pericolosità per l’ordine pubblico.
Il testo Ferrero-Amato riconduce la disciplina ai principi del codice penale e di procedura penale, eliminando quella specie di “diritto speciale aggravato” già oggetto di censure da parte della Corte Costituzionale. I Cpt erano divenuti veri e propri lager ed ora sono previsti come luoghi più accoglienti ove sarà meno difficile entrare. I centri di identificazione saranno rivisitati e le misure di sicurezza saranno proporzionali all’utenza. Sono previste anche altre norme come: il diritto dovere di essere iscritti al servizio sanitario nazionale, la tutela di minori, la valorizzazione del ruolo delle donne immigrate e delle vittime di violenza e di tratta. Sullo sfondo di questa riforma le ragioni dell’intero sistema economico nazionale. Basti pensare al 6,1% del Pil (nel 2005) che deriva direttamente dal lavoro di oltre 2 milioni di stranieri o agli oltre 11 miliardi di euro spesi ogni anno per l’aiuto indispensabile di colf e badanti, 8 su 10 straniere. Per Mohamed una permanenza difficile, così come per quei migranti che hanno commesso reati, scontati nelle carceri italiane e che abbiano concluso positivamente un percorso di reinserimento sociale, per loro il rilascio del permesso di soggiorno solo se minori.
La legge rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento di un diritto al lavoro regolare e soprattutto il diritto ad assumere stranieri, favorisce l’inclusione sociale e sferza un duro colpo all’immigrazione clandestina ed alle organizzazioni criminali che ora camaleonticamente cambieranno aspetto. Un’occasione perduta, però verso la strada del riconoscimento della “cittadinanza mondiale”. Ma a questo, ci sta pensando, in parte, un altro testo “sulla cittadinanza”. Un respiro di sollievo senz’altro, ma la lotta continua, anche perché il governo ha 12 mesi per varare la riforma dopo che il parlamento avrà approvato i criteri. Non prima del 2008. ☺
Il testo del disegno di legge delega al Governo per la modifica della disciplina dell’immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero, la cosiddetta Ferrero-Amato o riordino della Bossi-Fini, arriva con ritardo, ma lascia spazio a qualche speranza di giustizia anche per Mohamed, il nostro amico ospite presso la comunità. Innanzitutto affronta il fenomeno migratorio come un fenomeno strutturale, fa cadere il legame, creato dalla Bossi-Fini, tra il permesso di soggiorno e contratto di lavoro, supera il decreto flussi annuale che ora diventa triennale, prevede per colf e badanti azioni di sviluppo per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta, prevede per gli stranieri in possesso della carta di soggiorno, che si può ottenere dopo 5 anni di permanenza in Italia, la possibilità di votare e di candidarsi alle elezioni amministrative, supera i Cpt (i centri di permanenza temporanea e assistita).
E’ un articolo solo, ma suddiviso in 16 capitoli di intervento. Il più articolato è quello che riguarda il lavoro. L’imprenditore che vuole assumere potrà farlo: per chiamata diretta, seguendo due modalità, o con lo sponsor garante. La chiamata per conoscenza diretta dello straniero era già prevista, la novità è che si potrà anche accedere ad un sistema di liste, organizzate per nazionalità, cosiddette “liste di collocamento all’estero”, e probabilmente disponibili su internet, alle quali potranno iscriversi lavoratori stranieri che intendono fare ingresso in Italia per lavoro, anche stagionale. Queste liste saranno gestite da enti e organismi nazionali ed internazionali o autorità locali convenzionate con lo Stato italiano. Nella formazione delle liste si terrà conto del grado di conoscenza della lingua italiana, dei titoli di studio o qualifica professionale ed anche dell’eventuale frequenza di corsi nell’ambito dei quali sia garantita la diffusione dei valori a cui si ispira la Costituzione italiana e dei principi su cui si basa la convivenza della comunità nazionale. La chiamata oltre che diretta può essere fatta tramite la figura dello sponsor garante (enti locali, associazioni del mondo del lavoro, patronati). Si tratta di un soggetto abilitato a svolgere il ruolo di intermediario per quell’impresa che non ha ancora individuato la manodopera di cui ha bisogno.
Il sistema dovrebbe funzionare nel seguente modo: lo sponsor, individuato lo straniero, anche attraverso il sistema di liste di collocamento cui possono iscriversi i lavoratori stranieri che intendono entrare in Italia, inoltra allo sportello unico per l’immigrazione la richiesta di nulla osta all’ingresso; lo sportello unico definisce il procedimento di arrivo del lavoratore straniero; se dà il via libera, rilascia, all’immigrato richiesto dallo sponsor, un permesso di soggiorno per l’inserimento nel mercato del lavoro, di durata annuale; lo sponsor affida il lavoratore in prova all’imprenditore; se alla fine ci sarà l’assunzione il permesso temporaneo sarà convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato; altrimenti lo sponsor lo aiuterà a trovare un’altra occupazione; se dopo un anno il permesso non sarà convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, lo straniero dovrà lasciare l’Italia, pena l’espulsione. I permessi di soggiorno legati a lavori a tempo determinato, oggi con durata pari a quella del contratto di lavoro, saranno rilasciati per uno o due anni a seconda che il contratto sia di durata inferiore o superiore ai sei mesi. Quelli per contratti a tempo indeterminati o per lavoro autonomo saranno invece validi per tre anni anziché i due annuali.
La grandissima novità è il sistema dell’autosponsor, molto criticato dall’opposizione: l’immigrato potrà entrare in Italia se in grado di mantenersi. Verranno rivisti i permessi di soggiorno per motivi umanitari, da rilasciare da parte del Prefetto, sentiti il consiglio territoriale per l’immigrazione ed il Questore anche a favore dello straniero che dimostri spirito di appartenenza alla comunità civile e non costituisca una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato. Sono state previste misure di cooperazione allo sviluppo volte a valorizzare e canalizzare le competenze dei migranti e le risorse da loro prodotte ai fini dello sviluppo dei paesi di origine. Sono previste anche misure volte a favorire l’utilizzo delle competenze, per i cittadini stranieri esperti in attività di cooperazione allo sviluppo. Per costoro si permetterà il mantenimento dello status di soggiornante regolare in Italia nel caso di partecipazione a specifici progetti effettuati in collaborazione con i ministeri competenti.
Il riordino della Bossi-Fini, in effetti, interviene profondamente anche sulle norme dei rimpatri. Diventeranno effettive le espulsioni dei clandestini. La strada imboccata è quella di rimpatri volontari assistiti ai quali potranno accedere sia gli stranieri che collaborano, sia gli stranieri non espulsi che non hanno i mezzi per rientrare nel paese di origine. Chi aderisce ai programmi di rimpatrio vede ridotto anche il divieto di reingresso in Italia. Verranno riviste le modalità di allontanamento, con sospensione dell’esecuzione, per gravi motivi, tenendo conto della natura e della gravità delle violazioni commesse ovvero della pericolosità per l’ordine pubblico.
Il testo Ferrero-Amato riconduce la disciplina ai principi del codice penale e di procedura penale, eliminando quella specie di “diritto speciale aggravato” già oggetto di censure da parte della Corte Costituzionale. I Cpt erano divenuti veri e propri lager ed ora sono previsti come luoghi più accoglienti ove sarà meno difficile entrare. I centri di identificazione saranno rivisitati e le misure di sicurezza saranno proporzionali all’utenza. Sono previste anche altre norme come: il diritto dovere di essere iscritti al servizio sanitario nazionale, la tutela di minori, la valorizzazione del ruolo delle donne immigrate e delle vittime di violenza e di tratta. Sullo sfondo di questa riforma le ragioni dell’intero sistema economico nazionale. Basti pensare al 6,1% del Pil (nel 2005) che deriva direttamente dal lavoro di oltre 2 milioni di stranieri o agli oltre 11 miliardi di euro spesi ogni anno per l’aiuto indispensabile di colf e badanti, 8 su 10 straniere. Per Mohamed una permanenza difficile, così come per quei migranti che hanno commesso reati, scontati nelle carceri italiane e che abbiano concluso positivamente un percorso di reinserimento sociale, per loro il rilascio del permesso di soggiorno solo se minori.
La legge rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento di un diritto al lavoro regolare e soprattutto il diritto ad assumere stranieri, favorisce l’inclusione sociale e sferza un duro colpo all’immigrazione clandestina ed alle organizzazioni criminali che ora camaleonticamente cambieranno aspetto. Un’occasione perduta, però verso la strada del riconoscimento della “cittadinanza mondiale”. Ma a questo, ci sta pensando, in parte, un altro testo “sulla cittadinanza”. Un respiro di sollievo senz’altro, ma la lotta continua, anche perché il governo ha 12 mesi per varare la riforma dopo che il parlamento avrà approvato i criteri. Non prima del 2008. ☺
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