In occasione del convegno sul tema “Le riforme istituzionali del Molise”, svoltosi a Campobasso il 13 luglio scorso, il Forum del Terzo Settore ha fornito un proprio contributo aprendo spazi di proposta e di interlocuzione alle associazioni che ne fanno parte perché svolgano il proprio ruolo attivo all’interno delle politiche sociali.
Con spirito di dialogo, che dovrebbe pervadere tutta la cultura politica e prescindere dalle appartenenze partitiche, il Forum del Molise ha dichiarato, in premessa, di porsi in una logica propositiva e di confronto costruttivo con le istituzioni. In un momento “costituente” per il futuro del territorio, ci siamo posti in una linea di apertura al domani ancorandoci al senso di “comunità” che solo può ispirare principi e regole posti a salvaguardia dei diritti di tutti e per dare le giuste risposte ai bisogni dei cittadini. A partire dai più deboli.
E’ necessario che nella “carta” statutaria della regione siano marcatamente segnati i punti e le parole-chiave, per poi tradurli in termini di concreta ricaduta sul piano della normativa e dei regolamenti applicativi che da essi derivano.
La questione è di viva attualità in Italia ed è venuta alla ribalta in occasione della promulgazione di alcune più recenti leggi dalla forte carica innovativa. Pensiamo, tra le altre, alla L. 328 del 2000, la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Tutti hanno convenuto sul fatto che tale normativa ribaltasse le logiche procedurali e, in particolare, che assegnasse spazi e ruoli di interlocuzione dignitosa e di rappresentanza agli organismi di terzo settore nei confronti delle istituzioni, ad ogni livello.
Non è un caso che da qualche tempo il dibattito sul rapporto associazionismo e politica si stia orientando oltre la logica del solo riconoscimento ed inquadramento burocratico, per promuovere invece pratiche attuative, sia a livello nazionale che locale, centrate sul concetto di partenariato attivo dell’associazionismo sociale inteso in termini di presenza, proposta e negoziazione. Purtroppo la mancata stesura dei regolamenti applicativi ne ha vanificato le attese e gli esiti.
Il mondo delle organizzazioni di terzo settore ne ha risentito soprattutto allorché, dai ben solidi principi contenuti nella legge e dalle strategie operative che ne discendevano, si è giunti alla precaria esperienza dei piani di zona che, sull’intero territorio nazionale, hanno deluso le attese a lungo alimentate circa la realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali.
E’ chiaro che per quel che riguarda lo statuto della regione Molise, oltre che a fare chiarezza in termini di affermazioni di principio, ci si dovrà adoperare perché questo non si ripeta in futuro.
Scendendo quindi sul piano concreto delle osservazioni e delle proposte, il Forum del Terzo Settore, nell’apprezzare il lavoro svolto dalla Commissione per l’Autoriforma del Molise, ha avanzato meditati rilievi sull’attuale versione contenuta all’interno di alcuni titoli, per poi tradurre gli stessi in termini di proposta.
Titolo I – Principi fondamentali
Art. 2 Principi e finalità
4 La regione persegue le proprie finalità ispirando la sua azione:
a) al metodo della programmazione concertata e negoziata, garantendo il coordinamento tra l’intervento pubblico e l’iniziativa economica privata.
Tale formulazione dell’attuale statuto non si raccorda coerentemente con quanto viene formulato al punto d) del medesimo articolo in cui si attesta la volontà di ispirare la propria azione alla “promozione e alla salvaguardia” degli organismi di terzo settore “quali strumenti di democrazia economica e di esercizio della solidarietà”.
Salta all’occhio come, nell’attuale statuto, oltre che al ruolo delle istituzioni pubbliche e delle aziende private presenti sul territorio, vada riconosciuto il giusto spazio spettante anche alla cittadinanza organizzata e all’associazionismo che opera nel sociale. Pertanto ci sembra opportuno che il comma a) dell’art. 2 vada integrato con un passaggio che faccia riferimento anche ai soggetti sociali che si muovono in campo economico, per coinvolgerli nel momento della programmazione concertata e negoziata.
Il Forum propone quindi di inserire nel testo attuale una integrazione del tipo: “…iniziativa economica privata e di interesse sociale”.
O, in alternativa, propone di optare per il recupero di tale passaggio nella proposta che segue all’interno del Titolo II sulla Partecipazione Popolare, dove sorprende ancor di più la carenza di spazio alla cittadinanza organizzata e al mondo del terzo settore.
Per questo, in aggiunta agli articoli contenuti all’interno del Titolo II, e in apertura del medesimo, il Forum del Molise ha proposto il seguente art.1: “La regione utilizza il criterio e le prassi del coinvolgimento diretto della cittadinanza, dei sindacati e dell’associazionismo di terzo settore nella trattazione di temi, questioni e procedure riguardanti l’organizzazione della vita sociale e il diritto di autotutela dei cittadini”.
E, a seguire, l’inserimento di un art. 3 bis, così formulato:
“Il diritto di partecipazione popolare si collega al principio di sussidiarietà che costituisce uno strumento per facilitare l’avvicinamento dei cittadini alle istituzioni, nel compito che esse esplicano nel programmare e organizzare la vita in ogni ambito della comunità sociale.
La regione dichiara la propria volontà di raccogliere opinioni, proposte e valutazioni dei sindacati e delle organizzazioni di terzo settore, attivando iniziative appropriate per la consultazione degli stessi, con particolare riferimento alle scadenze periodiche riguardanti la programmazione, la verifica e il bilancio”.
E’ infatti universalmente apprezzato, nel mondo d’oggi, l’apporto che l’economia sociale reca allo sviluppo del territorio e della nazione. E questo certamente anche sul fronte della qualità della vita oltre che della crescita del PIL. In Italia, come in tutta Europa, il contributo che l’economia sociale e la cooperazione procurano nel campo dello sviluppo è in continua crescita. Nel nostro Molise, anche in questo ambito, si registrano dati significativi sulla presenza e l’attività della cooperazione.
Molto a proposito ricorre il riferimento all’art. 118 scaturito dalla riforma del capitolo quinto della Costituzione che al 4° comma introduce il riconoscimento pieno e inedito della “autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale”.
Senza dimenticare come anche l’Unione Europea si è pronunciata da tempo sul principio del coinvolgimento attivo dei cittadini nella gestione della cosa pubblica e, a tal proposito, sollecita la creazione dei Forum dei Cittadini (Dichiarazione di Laeken 2001). ☺
le.leone@tiscali.it
In occasione del convegno sul tema “Le riforme istituzionali del Molise”, svoltosi a Campobasso il 13 luglio scorso, il Forum del Terzo Settore ha fornito un proprio contributo aprendo spazi di proposta e di interlocuzione alle associazioni che ne fanno parte perché svolgano il proprio ruolo attivo all’interno delle politiche sociali.
Con spirito di dialogo, che dovrebbe pervadere tutta la cultura politica e prescindere dalle appartenenze partitiche, il Forum del Molise ha dichiarato, in premessa, di porsi in una logica propositiva e di confronto costruttivo con le istituzioni. In un momento “costituente” per il futuro del territorio, ci siamo posti in una linea di apertura al domani ancorandoci al senso di “comunità” che solo può ispirare principi e regole posti a salvaguardia dei diritti di tutti e per dare le giuste risposte ai bisogni dei cittadini. A partire dai più deboli.
E’ necessario che nella “carta” statutaria della regione siano marcatamente segnati i punti e le parole-chiave, per poi tradurli in termini di concreta ricaduta sul piano della normativa e dei regolamenti applicativi che da essi derivano.
La questione è di viva attualità in Italia ed è venuta alla ribalta in occasione della promulgazione di alcune più recenti leggi dalla forte carica innovativa. Pensiamo, tra le altre, alla L. 328 del 2000, la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Tutti hanno convenuto sul fatto che tale normativa ribaltasse le logiche procedurali e, in particolare, che assegnasse spazi e ruoli di interlocuzione dignitosa e di rappresentanza agli organismi di terzo settore nei confronti delle istituzioni, ad ogni livello.
Non è un caso che da qualche tempo il dibattito sul rapporto associazionismo e politica si stia orientando oltre la logica del solo riconoscimento ed inquadramento burocratico, per promuovere invece pratiche attuative, sia a livello nazionale che locale, centrate sul concetto di partenariato attivo dell’associazionismo sociale inteso in termini di presenza, proposta e negoziazione. Purtroppo la mancata stesura dei regolamenti applicativi ne ha vanificato le attese e gli esiti.
Il mondo delle organizzazioni di terzo settore ne ha risentito soprattutto allorché, dai ben solidi principi contenuti nella legge e dalle strategie operative che ne discendevano, si è giunti alla precaria esperienza dei piani di zona che, sull’intero territorio nazionale, hanno deluso le attese a lungo alimentate circa la realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali.
E’ chiaro che per quel che riguarda lo statuto della regione Molise, oltre che a fare chiarezza in termini di affermazioni di principio, ci si dovrà adoperare perché questo non si ripeta in futuro.
Scendendo quindi sul piano concreto delle osservazioni e delle proposte, il Forum del Terzo Settore, nell’apprezzare il lavoro svolto dalla Commissione per l’Autoriforma del Molise, ha avanzato meditati rilievi sull’attuale versione contenuta all’interno di alcuni titoli, per poi tradurre gli stessi in termini di proposta.
Titolo I – Principi fondamentali
Art. 2 Principi e finalità
4 La regione persegue le proprie finalità ispirando la sua azione:
a) al metodo della programmazione concertata e negoziata, garantendo il coordinamento tra l’intervento pubblico e l’iniziativa economica privata.
Tale formulazione dell’attuale statuto non si raccorda coerentemente con quanto viene formulato al punto d) del medesimo articolo in cui si attesta la volontà di ispirare la propria azione alla “promozione e alla salvaguardia” degli organismi di terzo settore “quali strumenti di democrazia economica e di esercizio della solidarietà”.
Salta all’occhio come, nell’attuale statuto, oltre che al ruolo delle istituzioni pubbliche e delle aziende private presenti sul territorio, vada riconosciuto il giusto spazio spettante anche alla cittadinanza organizzata e all’associazionismo che opera nel sociale. Pertanto ci sembra opportuno che il comma a) dell’art. 2 vada integrato con un passaggio che faccia riferimento anche ai soggetti sociali che si muovono in campo economico, per coinvolgerli nel momento della programmazione concertata e negoziata.
Il Forum propone quindi di inserire nel testo attuale una integrazione del tipo: “…iniziativa economica privata e di interesse sociale”.
O, in alternativa, propone di optare per il recupero di tale passaggio nella proposta che segue all’interno del Titolo II sulla Partecipazione Popolare, dove sorprende ancor di più la carenza di spazio alla cittadinanza organizzata e al mondo del terzo settore.
Per questo, in aggiunta agli articoli contenuti all’interno del Titolo II, e in apertura del medesimo, il Forum del Molise ha proposto il seguente art.1: “La regione utilizza il criterio e le prassi del coinvolgimento diretto della cittadinanza, dei sindacati e dell’associazionismo di terzo settore nella trattazione di temi, questioni e procedure riguardanti l’organizzazione della vita sociale e il diritto di autotutela dei cittadini”.
E, a seguire, l’inserimento di un art. 3 bis, così formulato:
“Il diritto di partecipazione popolare si collega al principio di sussidiarietà che costituisce uno strumento per facilitare l’avvicinamento dei cittadini alle istituzioni, nel compito che esse esplicano nel programmare e organizzare la vita in ogni ambito della comunità sociale.
La regione dichiara la propria volontà di raccogliere opinioni, proposte e valutazioni dei sindacati e delle organizzazioni di terzo settore, attivando iniziative appropriate per la consultazione degli stessi, con particolare riferimento alle scadenze periodiche riguardanti la programmazione, la verifica e il bilancio”.
E’ infatti universalmente apprezzato, nel mondo d’oggi, l’apporto che l’economia sociale reca allo sviluppo del territorio e della nazione. E questo certamente anche sul fronte della qualità della vita oltre che della crescita del PIL. In Italia, come in tutta Europa, il contributo che l’economia sociale e la cooperazione procurano nel campo dello sviluppo è in continua crescita. Nel nostro Molise, anche in questo ambito, si registrano dati significativi sulla presenza e l’attività della cooperazione.
Molto a proposito ricorre il riferimento all’art. 118 scaturito dalla riforma del capitolo quinto della Costituzione che al 4° comma introduce il riconoscimento pieno e inedito della “autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale”.
Senza dimenticare come anche l’Unione Europea si è pronunciata da tempo sul principio del coinvolgimento attivo dei cittadini nella gestione della cosa pubblica e, a tal proposito, sollecita la creazione dei Forum dei Cittadini (Dichiarazione di Laeken 2001). ☺
In occasione del convegno sul tema “Le riforme istituzionali del Molise”, svoltosi a Campobasso il 13 luglio scorso, il Forum del Terzo Settore ha fornito un proprio contributo aprendo spazi di proposta e di interlocuzione alle associazioni che ne fanno parte perché svolgano il proprio ruolo attivo all’interno delle politiche sociali.
Con spirito di dialogo, che dovrebbe pervadere tutta la cultura politica e prescindere dalle appartenenze partitiche, il Forum del Molise ha dichiarato, in premessa, di porsi in una logica propositiva e di confronto costruttivo con le istituzioni. In un momento “costituente” per il futuro del territorio, ci siamo posti in una linea di apertura al domani ancorandoci al senso di “comunità” che solo può ispirare principi e regole posti a salvaguardia dei diritti di tutti e per dare le giuste risposte ai bisogni dei cittadini. A partire dai più deboli.
E’ necessario che nella “carta” statutaria della regione siano marcatamente segnati i punti e le parole-chiave, per poi tradurli in termini di concreta ricaduta sul piano della normativa e dei regolamenti applicativi che da essi derivano.
La questione è di viva attualità in Italia ed è venuta alla ribalta in occasione della promulgazione di alcune più recenti leggi dalla forte carica innovativa. Pensiamo, tra le altre, alla L. 328 del 2000, la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Tutti hanno convenuto sul fatto che tale normativa ribaltasse le logiche procedurali e, in particolare, che assegnasse spazi e ruoli di interlocuzione dignitosa e di rappresentanza agli organismi di terzo settore nei confronti delle istituzioni, ad ogni livello.
Non è un caso che da qualche tempo il dibattito sul rapporto associazionismo e politica si stia orientando oltre la logica del solo riconoscimento ed inquadramento burocratico, per promuovere invece pratiche attuative, sia a livello nazionale che locale, centrate sul concetto di partenariato attivo dell’associazionismo sociale inteso in termini di presenza, proposta e negoziazione. Purtroppo la mancata stesura dei regolamenti applicativi ne ha vanificato le attese e gli esiti.
Il mondo delle organizzazioni di terzo settore ne ha risentito soprattutto allorché, dai ben solidi principi contenuti nella legge e dalle strategie operative che ne discendevano, si è giunti alla precaria esperienza dei piani di zona che, sull’intero territorio nazionale, hanno deluso le attese a lungo alimentate circa la realizzazione del sistema integrato dei servizi sociali.
E’ chiaro che per quel che riguarda lo statuto della regione Molise, oltre che a fare chiarezza in termini di affermazioni di principio, ci si dovrà adoperare perché questo non si ripeta in futuro.
Scendendo quindi sul piano concreto delle osservazioni e delle proposte, il Forum del Terzo Settore, nell’apprezzare il lavoro svolto dalla Commissione per l’Autoriforma del Molise, ha avanzato meditati rilievi sull’attuale versione contenuta all’interno di alcuni titoli, per poi tradurre gli stessi in termini di proposta.
Titolo I – Principi fondamentali
Art. 2 Principi e finalità
4 La regione persegue le proprie finalità ispirando la sua azione:
a) al metodo della programmazione concertata e negoziata, garantendo il coordinamento tra l’intervento pubblico e l’iniziativa economica privata.
Tale formulazione dell’attuale statuto non si raccorda coerentemente con quanto viene formulato al punto d) del medesimo articolo in cui si attesta la volontà di ispirare la propria azione alla “promozione e alla salvaguardia” degli organismi di terzo settore “quali strumenti di democrazia economica e di esercizio della solidarietà”.
Salta all’occhio come, nell’attuale statuto, oltre che al ruolo delle istituzioni pubbliche e delle aziende private presenti sul territorio, vada riconosciuto il giusto spazio spettante anche alla cittadinanza organizzata e all’associazionismo che opera nel sociale. Pertanto ci sembra opportuno che il comma a) dell’art. 2 vada integrato con un passaggio che faccia riferimento anche ai soggetti sociali che si muovono in campo economico, per coinvolgerli nel momento della programmazione concertata e negoziata.
Il Forum propone quindi di inserire nel testo attuale una integrazione del tipo: “…iniziativa economica privata e di interesse sociale”.
O, in alternativa, propone di optare per il recupero di tale passaggio nella proposta che segue all’interno del Titolo II sulla Partecipazione Popolare, dove sorprende ancor di più la carenza di spazio alla cittadinanza organizzata e al mondo del terzo settore.
Per questo, in aggiunta agli articoli contenuti all’interno del Titolo II, e in apertura del medesimo, il Forum del Molise ha proposto il seguente art.1: “La regione utilizza il criterio e le prassi del coinvolgimento diretto della cittadinanza, dei sindacati e dell’associazionismo di terzo settore nella trattazione di temi, questioni e procedure riguardanti l’organizzazione della vita sociale e il diritto di autotutela dei cittadini”.
E, a seguire, l’inserimento di un art. 3 bis, così formulato:
“Il diritto di partecipazione popolare si collega al principio di sussidiarietà che costituisce uno strumento per facilitare l’avvicinamento dei cittadini alle istituzioni, nel compito che esse esplicano nel programmare e organizzare la vita in ogni ambito della comunità sociale.
La regione dichiara la propria volontà di raccogliere opinioni, proposte e valutazioni dei sindacati e delle organizzazioni di terzo settore, attivando iniziative appropriate per la consultazione degli stessi, con particolare riferimento alle scadenze periodiche riguardanti la programmazione, la verifica e il bilancio”.
E’ infatti universalmente apprezzato, nel mondo d’oggi, l’apporto che l’economia sociale reca allo sviluppo del territorio e della nazione. E questo certamente anche sul fronte della qualità della vita oltre che della crescita del PIL. In Italia, come in tutta Europa, il contributo che l’economia sociale e la cooperazione procurano nel campo dello sviluppo è in continua crescita. Nel nostro Molise, anche in questo ambito, si registrano dati significativi sulla presenza e l’attività della cooperazione.
Molto a proposito ricorre il riferimento all’art. 118 scaturito dalla riforma del capitolo quinto della Costituzione che al 4° comma introduce il riconoscimento pieno e inedito della “autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale”.
Senza dimenticare come anche l’Unione Europea si è pronunciata da tempo sul principio del coinvolgimento attivo dei cittadini nella gestione della cosa pubblica e, a tal proposito, sollecita la creazione dei Forum dei Cittadini (Dichiarazione di Laeken 2001). ☺
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.