Il mese scorso in Consiglio Regionale è passata la delibera che vincola l’assegnazione di almeno il 70% dei 476 milioni di euro di fondi FAS 2007-2013 alle zone interne del Molise. Cosa sono i FAS? Queste risorse non vanno confuse con i fondi europei che hanno delle specifiche regole a cui attenersi. Al contrario i Fondi per le Aree Svantaggiate vengono stanziati a livello nazionale per aiutare le aree meno competitive ed i territori marginali con l’obiettivo di correggere gli squilibri all’interno delle regioni ed evitare il degrado, l’abbandono e lo spopolamento di ampie fasce collinari e montane. In Molise rientrano in tale descrizione oltre 100 comuni su 136 e se non si interviene rapidamente c’è il rischio, più volte denunciato dalla Diocesi di Trivento, che tra qualche decennio scompariranno intere comunità. A parte rare eccezioni, nei nostri comuni le morti superano di gran lunga le nascite e l’assenza di lavoro, che obbliga i pochi giovani del posto a emigrare, peggiora ancora di più il fenomeno e aggrava la situazione. Purtroppo né l’allarme lanciato dalla Caritas triventina già dal 1991, né le vertenze per le aree interne del passato hanno sortito effetti. E non è stato sufficiente nemmeno un terremoto come quello del 31 ottobre 2002 a costringere le Istituzioni a intervenire in quella zona per frenare la fuga, incentivando l’economia locale, processi di sviluppo e quindi speranza, occupazione e reddito.
Il Molise è privo di un disegno strategico per il proprio futuro. Non c’è un’idea, un ipotesi o un piano che tracci le linee su cui assicurare una prospettiva all’intera regione. Chi governa si limita da decenni a gestire il potere, lo scambio, le clientele, gli affari e quindi le poltrone con l’unico scopo di sopravvivere politicamente, sconfiggere gli avversari e rivincere le elezioni successive. E chi si oppone non ha la forza, le alleanze e la capacità di suscitare indignazione, protesta ma anche progettualità alternativa e un programma che catturi il sostegno e la mobilitazione attiva dei molisani indisponibili a togliersi il cappello quando passano Iorio e Cavaliere.
La crisi del Centro-Sinistra è tutta qui. Mai sarà in grado di offrire ai cittadini un progetto credibile e concreto di cambiamento e mai vincerà. Occorre una nuova classe dirigente che dia esempio di sobrietà, unità d’azione, rispetto delle persone, umiltà e spirito di servizio verso la comunità. Se il Centro-Sinistra non compie questo salto culturale di ideali e di valori, e persiste nel contrapporsi alla Destra sullo stesso terreno della mera gestione clientelare del potere ammantata da politica del fare, trasformismi e opportunismi, continuerà a perdere. Ma i veri sconfitti non saranno degli uomini divisi, dei partiti in contrasto tra loro e uno schieramento che non ha un progetto efficace per la regione. Coloro che avranno più danni saranno i cittadini più deboli, le aree più marginali, i giovani e le famiglie che non dispongono di mezzi o di conoscenze personali per farsi gli affari propri. Se si amministra solo nella logica del giorno per giorno, rincorrendo i problemi, vagando nel buio programmatico e pensando solo a se stessi che futuro mai potrà avere il Molise?
Ed è contro una simile logica egoistica che vede vincere i più ricchi, i più furbi e le aree più forti della regione che ci siamo battuti prima in Commissione, e poi in Consiglio, riuscendo a spuntare dopo uno scontro molto duro l’approvazione della delibera sui fondi FAS in favore delle aree interne. Ma questo risultato importante e concreto, che può aiutare a migliorare le condizioni di vita e di opportunità nel 75% dei comuni molisani, rischia di rimanere inapplicato se i diretti interessati non si organizzano per vigilare sull’attuazione del disposto consiliare. Le aree svantaggiate della regione, se non si attrezzano, faranno la fine del cratere sismico dove con scaltrezza i soldi destinati ai terremotati sono finiti ovunque.
Per questo mi sento di lanciare un appello agli amministratori locali e alle forze vive che resistono nelle zone interne. Unitevi per non farvi prendere in giro. Chiedete il rispetto di un vostro diritto e rifiutatevi di inchinarvi a vecchi e nuovi vassalli del Principe, assisi sulle poltrone di palazzo. Battetevi per un progetto generale di sviluppo cha salvaguardi tutto il Molise e non solo la direttrice Venafro-Termoli. Spendete bene i soldi con interventi oculati che creino occupazione nelle vostre comunità e facciano vivere meglio i cittadini. Respingete l’oscurantismo medievale di ritorno che vuole trasformare il Molise in una corte e i molisani in cortigiani. Tacere oggi è un delitto. Restare inermi è un atto di viltà. Pensate a cosa lascerete ai vostri figli. Non una terra di diritti e dignità ma un moderno sultanato. ☺
petraroia.michele@virgilio.it
Il mese scorso in Consiglio Regionale è passata la delibera che vincola l’assegnazione di almeno il 70% dei 476 milioni di euro di fondi FAS 2007-2013 alle zone interne del Molise. Cosa sono i FAS? Queste risorse non vanno confuse con i fondi europei che hanno delle specifiche regole a cui attenersi. Al contrario i Fondi per le Aree Svantaggiate vengono stanziati a livello nazionale per aiutare le aree meno competitive ed i territori marginali con l’obiettivo di correggere gli squilibri all’interno delle regioni ed evitare il degrado, l’abbandono e lo spopolamento di ampie fasce collinari e montane. In Molise rientrano in tale descrizione oltre 100 comuni su 136 e se non si interviene rapidamente c’è il rischio, più volte denunciato dalla Diocesi di Trivento, che tra qualche decennio scompariranno intere comunità. A parte rare eccezioni, nei nostri comuni le morti superano di gran lunga le nascite e l’assenza di lavoro, che obbliga i pochi giovani del posto a emigrare, peggiora ancora di più il fenomeno e aggrava la situazione. Purtroppo né l’allarme lanciato dalla Caritas triventina già dal 1991, né le vertenze per le aree interne del passato hanno sortito effetti. E non è stato sufficiente nemmeno un terremoto come quello del 31 ottobre 2002 a costringere le Istituzioni a intervenire in quella zona per frenare la fuga, incentivando l’economia locale, processi di sviluppo e quindi speranza, occupazione e reddito.
Il Molise è privo di un disegno strategico per il proprio futuro. Non c’è un’idea, un ipotesi o un piano che tracci le linee su cui assicurare una prospettiva all’intera regione. Chi governa si limita da decenni a gestire il potere, lo scambio, le clientele, gli affari e quindi le poltrone con l’unico scopo di sopravvivere politicamente, sconfiggere gli avversari e rivincere le elezioni successive. E chi si oppone non ha la forza, le alleanze e la capacità di suscitare indignazione, protesta ma anche progettualità alternativa e un programma che catturi il sostegno e la mobilitazione attiva dei molisani indisponibili a togliersi il cappello quando passano Iorio e Cavaliere.
La crisi del Centro-Sinistra è tutta qui. Mai sarà in grado di offrire ai cittadini un progetto credibile e concreto di cambiamento e mai vincerà. Occorre una nuova classe dirigente che dia esempio di sobrietà, unità d’azione, rispetto delle persone, umiltà e spirito di servizio verso la comunità. Se il Centro-Sinistra non compie questo salto culturale di ideali e di valori, e persiste nel contrapporsi alla Destra sullo stesso terreno della mera gestione clientelare del potere ammantata da politica del fare, trasformismi e opportunismi, continuerà a perdere. Ma i veri sconfitti non saranno degli uomini divisi, dei partiti in contrasto tra loro e uno schieramento che non ha un progetto efficace per la regione. Coloro che avranno più danni saranno i cittadini più deboli, le aree più marginali, i giovani e le famiglie che non dispongono di mezzi o di conoscenze personali per farsi gli affari propri. Se si amministra solo nella logica del giorno per giorno, rincorrendo i problemi, vagando nel buio programmatico e pensando solo a se stessi che futuro mai potrà avere il Molise?
Ed è contro una simile logica egoistica che vede vincere i più ricchi, i più furbi e le aree più forti della regione che ci siamo battuti prima in Commissione, e poi in Consiglio, riuscendo a spuntare dopo uno scontro molto duro l’approvazione della delibera sui fondi FAS in favore delle aree interne. Ma questo risultato importante e concreto, che può aiutare a migliorare le condizioni di vita e di opportunità nel 75% dei comuni molisani, rischia di rimanere inapplicato se i diretti interessati non si organizzano per vigilare sull’attuazione del disposto consiliare. Le aree svantaggiate della regione, se non si attrezzano, faranno la fine del cratere sismico dove con scaltrezza i soldi destinati ai terremotati sono finiti ovunque.
Per questo mi sento di lanciare un appello agli amministratori locali e alle forze vive che resistono nelle zone interne. Unitevi per non farvi prendere in giro. Chiedete il rispetto di un vostro diritto e rifiutatevi di inchinarvi a vecchi e nuovi vassalli del Principe, assisi sulle poltrone di palazzo. Battetevi per un progetto generale di sviluppo cha salvaguardi tutto il Molise e non solo la direttrice Venafro-Termoli. Spendete bene i soldi con interventi oculati che creino occupazione nelle vostre comunità e facciano vivere meglio i cittadini. Respingete l’oscurantismo medievale di ritorno che vuole trasformare il Molise in una corte e i molisani in cortigiani. Tacere oggi è un delitto. Restare inermi è un atto di viltà. Pensate a cosa lascerete ai vostri figli. Non una terra di diritti e dignità ma un moderno sultanato. ☺
Il mese scorso in Consiglio Regionale è passata la delibera che vincola l’assegnazione di almeno il 70% dei 476 milioni di euro di fondi FAS 2007-2013 alle zone interne del Molise. Cosa sono i FAS? Queste risorse non vanno confuse con i fondi europei che hanno delle specifiche regole a cui attenersi. Al contrario i Fondi per le Aree Svantaggiate vengono stanziati a livello nazionale per aiutare le aree meno competitive ed i territori marginali con l’obiettivo di correggere gli squilibri all’interno delle regioni ed evitare il degrado, l’abbandono e lo spopolamento di ampie fasce collinari e montane. In Molise rientrano in tale descrizione oltre 100 comuni su 136 e se non si interviene rapidamente c’è il rischio, più volte denunciato dalla Diocesi di Trivento, che tra qualche decennio scompariranno intere comunità. A parte rare eccezioni, nei nostri comuni le morti superano di gran lunga le nascite e l’assenza di lavoro, che obbliga i pochi giovani del posto a emigrare, peggiora ancora di più il fenomeno e aggrava la situazione. Purtroppo né l’allarme lanciato dalla Caritas triventina già dal 1991, né le vertenze per le aree interne del passato hanno sortito effetti. E non è stato sufficiente nemmeno un terremoto come quello del 31 ottobre 2002 a costringere le Istituzioni a intervenire in quella zona per frenare la fuga, incentivando l’economia locale, processi di sviluppo e quindi speranza, occupazione e reddito.
Il Molise è privo di un disegno strategico per il proprio futuro. Non c’è un’idea, un ipotesi o un piano che tracci le linee su cui assicurare una prospettiva all’intera regione. Chi governa si limita da decenni a gestire il potere, lo scambio, le clientele, gli affari e quindi le poltrone con l’unico scopo di sopravvivere politicamente, sconfiggere gli avversari e rivincere le elezioni successive. E chi si oppone non ha la forza, le alleanze e la capacità di suscitare indignazione, protesta ma anche progettualità alternativa e un programma che catturi il sostegno e la mobilitazione attiva dei molisani indisponibili a togliersi il cappello quando passano Iorio e Cavaliere.
La crisi del Centro-Sinistra è tutta qui. Mai sarà in grado di offrire ai cittadini un progetto credibile e concreto di cambiamento e mai vincerà. Occorre una nuova classe dirigente che dia esempio di sobrietà, unità d’azione, rispetto delle persone, umiltà e spirito di servizio verso la comunità. Se il Centro-Sinistra non compie questo salto culturale di ideali e di valori, e persiste nel contrapporsi alla Destra sullo stesso terreno della mera gestione clientelare del potere ammantata da politica del fare, trasformismi e opportunismi, continuerà a perdere. Ma i veri sconfitti non saranno degli uomini divisi, dei partiti in contrasto tra loro e uno schieramento che non ha un progetto efficace per la regione. Coloro che avranno più danni saranno i cittadini più deboli, le aree più marginali, i giovani e le famiglie che non dispongono di mezzi o di conoscenze personali per farsi gli affari propri. Se si amministra solo nella logica del giorno per giorno, rincorrendo i problemi, vagando nel buio programmatico e pensando solo a se stessi che futuro mai potrà avere il Molise?
Ed è contro una simile logica egoistica che vede vincere i più ricchi, i più furbi e le aree più forti della regione che ci siamo battuti prima in Commissione, e poi in Consiglio, riuscendo a spuntare dopo uno scontro molto duro l’approvazione della delibera sui fondi FAS in favore delle aree interne. Ma questo risultato importante e concreto, che può aiutare a migliorare le condizioni di vita e di opportunità nel 75% dei comuni molisani, rischia di rimanere inapplicato se i diretti interessati non si organizzano per vigilare sull’attuazione del disposto consiliare. Le aree svantaggiate della regione, se non si attrezzano, faranno la fine del cratere sismico dove con scaltrezza i soldi destinati ai terremotati sono finiti ovunque.
Per questo mi sento di lanciare un appello agli amministratori locali e alle forze vive che resistono nelle zone interne. Unitevi per non farvi prendere in giro. Chiedete il rispetto di un vostro diritto e rifiutatevi di inchinarvi a vecchi e nuovi vassalli del Principe, assisi sulle poltrone di palazzo. Battetevi per un progetto generale di sviluppo cha salvaguardi tutto il Molise e non solo la direttrice Venafro-Termoli. Spendete bene i soldi con interventi oculati che creino occupazione nelle vostre comunità e facciano vivere meglio i cittadini. Respingete l’oscurantismo medievale di ritorno che vuole trasformare il Molise in una corte e i molisani in cortigiani. Tacere oggi è un delitto. Restare inermi è un atto di viltà. Pensate a cosa lascerete ai vostri figli. Non una terra di diritti e dignità ma un moderno sultanato. ☺
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