ercole
13 Aprile 2010 Share

ercole

 

Quando un ostacolo appare sproporzionato alle nostre umane forze, quando le difficoltà dell’esistenza ci sovrastano e sembrano annientarci, l’immaginazione corre subito al nome di Ercole, l’eroe simbolo dell’umanità primitiva che solitariamente fronteggia le avversità della natura. Gli antichi non badarono al numero quando gli attribuirono ben dodici pericolosissime imprese. Tutte furono suggerite dall’odio del re Euristeo che desiderava farlo morire. Ed invece egli ne uscì sempre vincitore: uccise così, strozzandolo, il leone di Nemea, belva ferocissima ed invulnerabile; affrontò, nel lago di Lerna, l’idra, orribile mostro con nove teste; catturò il ferocissimo cinghiale del Monte Erimanto e, dopo un lungo inseguimento, raggiunse la velocissima cerva di Cerinea dalle corna d’oro e zampe di rame. Fece strage degli uccelli del lago Stinfalo, imprigionò Ippolita, regina delle Amazzoni, e le sottrasse il cinturone che la rendeva imbattibile. Provvide dopo trenta anni alla pulitura delle stalle del re Augia, che contenevano ben tremila buoi, deviando appena il corso di un fiume. E poi catturò il toro di Creta, le cavalle di Diomede, i buoi di Gerione. Discese perfino nel regno dei morti per liberare Teseo da Cerbero, mostruoso cane con tre teste.

Si piegò infine a reggere momentaneamente il mondo con le braccia, mentre il Titano Atlante andò a cogliere per lui, nel giardino delle Ninfe Esperidi, delle mele d’oro, dono di Zeus alla moglie Era. 

Il legame che unisce il "mito" all’impresa è profondo. Scrive lo storico delle religioni Mircea Eliade: “Poiché il "mito" riporta le gesta degli esseri soprannaturali e la manifestazione della loro potenza, diventa il modello esemplare di tutte le attività umane significative. Il "mito" é il racconto di un inizio, é l’impresa con cui il sovrumano stabilisce come l’umano é e come deve essere, e detta la norma dell’agire”.

Il racconto mitologico non bada però soltanto al primato degli eroi, alla loro vittoria o alla loro sconfitta, bensì presenta l’azione in termini di difficoltà, di spossatezza nei riguardi del peso che il ruolo dell’eroe impone. Sono “fatiche” quelle di Ercole! Ma a lui tocca anche la sorte di compiere azioni che poi saranno narrate come gesta e fonderanno la cultura e i valori di una comunità.

In circostanze eccezionali ciascun uomo può rivestire i panni di Ercole e ritenersi capace di gesti inediti e fenomenali. Guai però ad identificarsi solo ed esclusivamente nella figura mitica, che è tale solo se è straordinaria. Se straordinaria, è eccessiva, se eccessiva, è al di là della norma, se è al di là della norma, non appartiene al mondo dei mortali.

Innumerevoli sono ancora oggi le situazioni che richiedono l’intervento di un Ercole, e a guardar bene possiamo riconoscere facilmente più di un eroe fronteggiare i mali del nostro tempo; ma è disumano speculare sulla dimensione straordinaria di uno solo, senza farne discendere la responsabilità collettiva. Perché l'uomo è creatura destinata a vivere e ad agire in una dimensione ordinaria e sociale.

E affinché il tempo dell'uomo possa cominciare, il tempo del mito deve necessariamente finire. Altrimenti detto: si può diventare Ercole per un breve periodo, ma non reggere il peso delle fatiche per sempre.

Fatica di ricominciare, fatica di ricostruire, fatica di tornare a sperare.

Il ricordo di un recente drammatico passato ci spinge ancora, nonostante tutto, verso il futuro: tenaci sostenitori di una memoria che non deve essere cancellata, dell’eroe mitologico ci rimane l’ostinazione nel portare a termine anche piccoli compiti. L’impegno che ci è riservato è quello, tutto umano, di vigilare: per combattere ingiustizie, sopraffazioni, un clientelismo sfrenato governato politicamente, per portare collettivamente avanti idee e progetti che riescano a tradurre i valori della solidarietà in una speranza concreta di cambiamento. Per sconfiggere la miseria sulla quale troppo spesso si specula per costruire su di essa il consenso e mantenere il potere, perché ognuno possa costruire alla fine la sua storia. È difficile che un solo Ercole la costruisca per noi.☺

annama.mastropietro@tiscali.it

 

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