la tutela della vita
22 Marzo 2010 Share

la tutela della vita

 

Nel nostro Paese si discute molto di come attuare la tutela della vita alla soglia della nascita e ai confini della morte: temi estremamente complessi e delicati per essere discussi attraverso forme troppo simili a tifoserie, incapaci di cogliere l’ampiezza delle problematiche che investono l’esistenza del genere umano.

La forza che le diverse scuole di pensiero esprimono su questioni così vitali si indebolisce dinanzi alla necessità di salvaguardare la dignità della persona nell’arco dell’intera vita.

Basti pensare alla condizione di povertà e di degrado che tanti bambini e ragazzi vivono nelle città: quartieri privi di servizi, abbandoni scolastici, scuole non sicure, lavoro minorile, alcolismo, tossicodipendenza. La qualità del loro vivere e il futuro delle loro esistenze passa attraverso l’attenzione che la classe dirigente di questo Paese è in grado di sviluppare sul piano normativo ed economico. La stessa struttura urbanistica presente nei quartieri delle città molisane, evidenzia come i bambini e i ragazzi non godano di alcun diritto di cittadinanza: il processo di cementificazione ha sviluppato un assetto abitativo che non ha contemplato spazi verdi, centri ricreativi, luoghi di aggregazione attraverso i quali socializzare e crescere. Una dimensione comunitaria che non contempla la presenza di laboratori musicali e teatrali volti ad aiutare i ragazzi a vivere in modo più ricco e costruttivo le proprie giornate. Il nostro sistema socio-sanitario non riesce ad attuare un sistema di prevenzione diffusa ed articolata: una dinamica che dovrebbe garantire interventi permanenti nelle scuole e nel territorio.

Eppure il Molise è ai primi posti per la diffusione dell’alcolismo; mentre gli utenti dei servizi pubblici per le tossicodipendenze sono passati da 242 del 1991 a 974 del 2006. Va altresì evidenziato come le malattie di ordine psichiatrico siano in forte aumento tra i soggetti più giovani. Nel contempo le famiglie che gestiscono problemi di salute mentale sono costrette a reggere un  carico di problemi assistenziali di enorme portata: troppo spesso mancano supporti specifici attraverso i quali affrontare le problematiche che si presentano nell’età evolutiva e nel periodo post-scolastico. La disperazione di questi genitori, che ormai anziani hanno esaurito tutte le proprie  energie, assurge agli onori della cronaca solo quando si viene a conoscenza di tragedie consumate all’interno delle mura domestiche: spenti i riflettori, ognuno rimane ad affrontare i problemi nella propria immensa e desolata solitudine.

L’insieme dei deficit della nostra regione rappresenta, pur con le dovute differenze territoriali, lo specchio di un Paese incapace di garantire i dettami costituzionali: la nostra democrazia non può dirsi compiuta ed attenta alla vita, quando solo il 3,8% della spesa sociale è destinato alla famiglia, contro una media europea dell'8,2%; quando vi sono oltre 4 milioni di lavoratori che percepiscono un reddito che non supera i 700 euro mensili; quando la  povertà colpisce il 35 % delle famiglie del Sud a fronte del  23% del Molise; quando in Italia vi sono oltre 2 milioni di persone non autosufficienti, di cui solo l'1% di coloro che superano i 65 anni viene assistito nelle RSA dal nostro SSN, mentre nei paesi del nord Europa l'assistenza domiciliare raggiunge e supera il 20%.

La lista delle carenze sociali, sanitarie ed assistenziali consumate all’interno della nostra nazione potrebbe continuare per chiarire a ciascuno di noi che la tutela della vita non rappresenta un atto limitato nel tempo, ma implica un riconoscimento che travalica la nascita per proiettarsi lungo l’intero corso dell’esistenza. ☺

a.miccoli@cgilmolise.it

 

 

 

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