ode a Santina M.
21 Marzo 2010 Share

ode a Santina M.

 

Che fino a tredici anni ha fatto la pastora.

Che a 15 ha sposato un uomo più grande di lei e ha fatto 4 figli.

Che ha avuto il marito morto e ha cresciuti i figli con sacrifici.

Che a trent’anni si è risposata con un uomo molto più grande.

Che anche la seconda volta sognava la pace.

Che ha subito ogni giorno violenza botte e minacce.

Che ha subito stupri dal marito e torture fisiche e psicologiche. 

Che è stata legata al letto con fili della luce per essere stuprata.

Che ha portato le sue ferite e lividure dicendo mi sono fatta male.

Che ha raccontato ho sbattuto vicino la porta.

Che non ha avuto il coraggio di parlare con nessuno.

Che ha pensato che il marito fosse una bestia.

Che ha pensato che ubbidire al marito fosse normale.

Che ha temuto per i suoi figli.

Che ha pensato sarebbero stati uccisi.

Che ha sentito il marito ogni giorno gridare ai vicini

le faccio fare la fine della prima moglie.

Che ha visto morire il cane solo perché s'era

fatto carezzare e quindi non serviva a niente.

Che ha visto sotto il letto ogni notte quattro bastoni corti 40 cm.

Che ha saputo non servivano per la gotta del marito.

Che non ha mai confessato fuori casa le sue paure e torture.

Che ha dato a fine mese lo stipendio a suo marito

altrimenti veniva menata.

Che non ha mai visto i 160.000 euro risparmiati dal marito.

Che ha visto esercitare il cane lupo di casa.

Che quando il marito fosse stato impotente lo avrebbe sostituito.

Che lui avrebbe guardato.

Che un giorno pregando ha sentito la voce di Gesù.

Che il marito dormiva profondamente.

Che ha  riscaldato in una padella olio caldo.

Che lo ha buttato in faccia al marito.

Che con un’accetta ha colpito infinite volte. 

Che dice di essere stata guidata dalla mano di dio.

Che è stata condannata prima a 11 anni.

Che poi a 15 anni per omicidio preterintenzionale.

Che come tutte le donne violentate in casa.

Che hanno subito nel silenzio della camera da letto.

Che ha vissuto con torture e pene la sua vita.

Che è stata derisa e non creduta dall’intellighenzia delle corti.

Che ora in carcere vive serena e felice.

Che è triste solo per i figli.

Che dice loro soffrono più di me.

Che dice perché devono spendere molte ore per venirmi a trovare.

 

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