Il terremoto in Abruzzo, regione sorella del nostro Molise, ha reso evidente che purtroppo, nella loro apparente democrazia, le sciagure si abbattono soprattutto sui deboli, sui meno abbienti, ovverosia su chi ha una sola casa, un solo reddito, o su chi, studente proveniente da famiglia a basso reddito, orfano oppure versante in altre peculiari condizioni di disagio, alloggia in palazzine fatiscenti predisposte dall’Università del locale Ateneo per gli studenti fuori-sede durante il corso di laurea a condizione che, oltre al reddito familiare irrisorio, vi sia una certa media di esami e di votazione conseguita agli stessi.
Tutto ciò è richiesto ai fini della laurea, agognato traguardo, non certo per andare a morire.
C’erano state segnalazioni di crepe da parte degli inquilini della “Casa dello studente” di L’Aquila, ma era stato risposto loro che tutto era nella norma. Nonostante lo sciame sismico perdurante da mesi, non solo non erano stati effettuati controlli sugli edifici, in particolare quelli pubblici e/o strategici, ma nemmeno era stato adottato un piano di evacuazione per la cittadinanza, né vi era l’indicazione di centri di raccolta in caso di eventi calamitosi ecc. Infatti, checché ne dicano zelanti politici e giornalisti al seguito, i soccorsi non sono stati così tempestivi, in alcuni campi mancano ancora luce e acqua, è pervenuto agli sfollati anche del cibo avariato e in alcuni alberghi della costa, che hanno ospitato talune famiglie, mancava tutto, persino le saponette. Per non parlare delle persone malate o necessitanti di cure continue, che hanno visto crollare l’ospedale del capoluogo di regione appena costruito e sono state costrette a spostarsi negli altri ospedali, dove chiaramente è più difficile per i familiari prestare assistenza o semplicemente star loro vicini.
Pare che una delle ragioni del crollo di molti edifici aquilani sia stata l’utilizzo di sabbia marina mista a cemento nella loro costruzione: per questo e per altri motivi è partita l’inchiesta della Procura volta ad accertare le colpe di costruttori, direttori dei lavori ed istituzioni.
Ad oggi il Governo ha emanato, oltre al Dpcm del 6 aprile 2009 con cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza, l’ordinanza coeva con la quale sono stati sospesi, a favore di chi è residente, ha sede operativa o esercita la propria attività lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni e nei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma, “i termini di prescrizione, decadenza e quelli perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, anche previdenziali, comportanti prescrizioni e decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione (…)”, nonché i termini relativi ai processi esecutivi e quelli di notifica dei processi verbali, di svolgimento di attività difensiva e per la presentazione di ricorsi amministrativi e giurisdizionali.
Detta sospensione è stata prevista fino al 31 dicembre 2009, come se non fosse agevole prevedere che l’emergenza durerà ben oltre tale termine: pertanto sarebbe stato ragionevole ed intelligente predeterminare la durata della sospensione quantomeno fino al 31 dicembre 2011, per poi aggiornare la previsione e non dover continuamente intervenire con atti ulteriori.
Non solo. Oltre alla inesattezza giuridica del riferimento ai termini perentori accanto a quelli di prescrizione e decadenza, come se questi ultimi non fossero perentori (solo per inciso ci chiediamo come sia scelto lo staff tecnico che coadiuva il presidente del Consiglio, che chiaramente non è esperto di diritto…) e a molte altre incongruenze, si è ancora in attesa del provvedimento attinente alla sospensione dei contributi e dei tributi dei datori di lavoro e dei lavoratori. Siamo ansiosi di verificare se il Governo commetterà gli stessi errori commessi in occasione del terremoto del Molise, non consentendo neanche di capire, nonostante ripetuti interventi normativi, quali fossero i soggetti destinatari del beneficio, ossia solo i datori di lavoro o anche i dipendenti, questione tuttora irrisolta e pendente nei tribunali.
Ad ogni modo chi scrive coglie l’occasione per esprimere la propria solidarietà alle persone colpite dal terremoto e la più sincera e concreta vicinanza a chiunque sta soffrendo in questo momento, manifestando la propria disponibilità ad impegnarsi come avvocati nelle questioni giuridiche che dovessero sorgere nella fase del post-terremoto, anche forti dell’esperienza maturata in occasione dei tragici eventi che hanno sconvolto la nostra regione. E comunque vigileremo e… non vi lasceremo soli. ☺
marx73@virgilio.it
Il terremoto in Abruzzo, regione sorella del nostro Molise, ha reso evidente che purtroppo, nella loro apparente democrazia, le sciagure si abbattono soprattutto sui deboli, sui meno abbienti, ovverosia su chi ha una sola casa, un solo reddito, o su chi, studente proveniente da famiglia a basso reddito, orfano oppure versante in altre peculiari condizioni di disagio, alloggia in palazzine fatiscenti predisposte dall’Università del locale Ateneo per gli studenti fuori-sede durante il corso di laurea a condizione che, oltre al reddito familiare irrisorio, vi sia una certa media di esami e di votazione conseguita agli stessi.
Tutto ciò è richiesto ai fini della laurea, agognato traguardo, non certo per andare a morire.
C’erano state segnalazioni di crepe da parte degli inquilini della “Casa dello studente” di L’Aquila, ma era stato risposto loro che tutto era nella norma. Nonostante lo sciame sismico perdurante da mesi, non solo non erano stati effettuati controlli sugli edifici, in particolare quelli pubblici e/o strategici, ma nemmeno era stato adottato un piano di evacuazione per la cittadinanza, né vi era l’indicazione di centri di raccolta in caso di eventi calamitosi ecc. Infatti, checché ne dicano zelanti politici e giornalisti al seguito, i soccorsi non sono stati così tempestivi, in alcuni campi mancano ancora luce e acqua, è pervenuto agli sfollati anche del cibo avariato e in alcuni alberghi della costa, che hanno ospitato talune famiglie, mancava tutto, persino le saponette. Per non parlare delle persone malate o necessitanti di cure continue, che hanno visto crollare l’ospedale del capoluogo di regione appena costruito e sono state costrette a spostarsi negli altri ospedali, dove chiaramente è più difficile per i familiari prestare assistenza o semplicemente star loro vicini.
Pare che una delle ragioni del crollo di molti edifici aquilani sia stata l’utilizzo di sabbia marina mista a cemento nella loro costruzione: per questo e per altri motivi è partita l’inchiesta della Procura volta ad accertare le colpe di costruttori, direttori dei lavori ed istituzioni.
Ad oggi il Governo ha emanato, oltre al Dpcm del 6 aprile 2009 con cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza, l’ordinanza coeva con la quale sono stati sospesi, a favore di chi è residente, ha sede operativa o esercita la propria attività lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni e nei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma, “i termini di prescrizione, decadenza e quelli perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, anche previdenziali, comportanti prescrizioni e decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione (…)”, nonché i termini relativi ai processi esecutivi e quelli di notifica dei processi verbali, di svolgimento di attività difensiva e per la presentazione di ricorsi amministrativi e giurisdizionali.
Detta sospensione è stata prevista fino al 31 dicembre 2009, come se non fosse agevole prevedere che l’emergenza durerà ben oltre tale termine: pertanto sarebbe stato ragionevole ed intelligente predeterminare la durata della sospensione quantomeno fino al 31 dicembre 2011, per poi aggiornare la previsione e non dover continuamente intervenire con atti ulteriori.
Non solo. Oltre alla inesattezza giuridica del riferimento ai termini perentori accanto a quelli di prescrizione e decadenza, come se questi ultimi non fossero perentori (solo per inciso ci chiediamo come sia scelto lo staff tecnico che coadiuva il presidente del Consiglio, che chiaramente non è esperto di diritto…) e a molte altre incongruenze, si è ancora in attesa del provvedimento attinente alla sospensione dei contributi e dei tributi dei datori di lavoro e dei lavoratori. Siamo ansiosi di verificare se il Governo commetterà gli stessi errori commessi in occasione del terremoto del Molise, non consentendo neanche di capire, nonostante ripetuti interventi normativi, quali fossero i soggetti destinatari del beneficio, ossia solo i datori di lavoro o anche i dipendenti, questione tuttora irrisolta e pendente nei tribunali.
Ad ogni modo chi scrive coglie l’occasione per esprimere la propria solidarietà alle persone colpite dal terremoto e la più sincera e concreta vicinanza a chiunque sta soffrendo in questo momento, manifestando la propria disponibilità ad impegnarsi come avvocati nelle questioni giuridiche che dovessero sorgere nella fase del post-terremoto, anche forti dell’esperienza maturata in occasione dei tragici eventi che hanno sconvolto la nostra regione. E comunque vigileremo e… non vi lasceremo soli. ☺
Il terremoto in Abruzzo, regione sorella del nostro Molise, ha reso evidente che purtroppo, nella loro apparente democrazia, le sciagure si abbattono soprattutto sui deboli, sui meno abbienti, ovverosia su chi ha una sola casa, un solo reddito, o su chi, studente proveniente da famiglia a basso reddito, orfano oppure versante in altre peculiari condizioni di disagio, alloggia in palazzine fatiscenti predisposte dall’Università del locale Ateneo per gli studenti fuori-sede durante il corso di laurea a condizione che, oltre al reddito familiare irrisorio, vi sia una certa media di esami e di votazione conseguita agli stessi.
Tutto ciò è richiesto ai fini della laurea, agognato traguardo, non certo per andare a morire.
C’erano state segnalazioni di crepe da parte degli inquilini della “Casa dello studente” di L’Aquila, ma era stato risposto loro che tutto era nella norma. Nonostante lo sciame sismico perdurante da mesi, non solo non erano stati effettuati controlli sugli edifici, in particolare quelli pubblici e/o strategici, ma nemmeno era stato adottato un piano di evacuazione per la cittadinanza, né vi era l’indicazione di centri di raccolta in caso di eventi calamitosi ecc. Infatti, checché ne dicano zelanti politici e giornalisti al seguito, i soccorsi non sono stati così tempestivi, in alcuni campi mancano ancora luce e acqua, è pervenuto agli sfollati anche del cibo avariato e in alcuni alberghi della costa, che hanno ospitato talune famiglie, mancava tutto, persino le saponette. Per non parlare delle persone malate o necessitanti di cure continue, che hanno visto crollare l’ospedale del capoluogo di regione appena costruito e sono state costrette a spostarsi negli altri ospedali, dove chiaramente è più difficile per i familiari prestare assistenza o semplicemente star loro vicini.
Pare che una delle ragioni del crollo di molti edifici aquilani sia stata l’utilizzo di sabbia marina mista a cemento nella loro costruzione: per questo e per altri motivi è partita l’inchiesta della Procura volta ad accertare le colpe di costruttori, direttori dei lavori ed istituzioni.
Ad oggi il Governo ha emanato, oltre al Dpcm del 6 aprile 2009 con cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza, l’ordinanza coeva con la quale sono stati sospesi, a favore di chi è residente, ha sede operativa o esercita la propria attività lavorativa, produttiva o di funzione nei comuni e nei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma, “i termini di prescrizione, decadenza e quelli perentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, anche previdenziali, comportanti prescrizioni e decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione (…)”, nonché i termini relativi ai processi esecutivi e quelli di notifica dei processi verbali, di svolgimento di attività difensiva e per la presentazione di ricorsi amministrativi e giurisdizionali.
Detta sospensione è stata prevista fino al 31 dicembre 2009, come se non fosse agevole prevedere che l’emergenza durerà ben oltre tale termine: pertanto sarebbe stato ragionevole ed intelligente predeterminare la durata della sospensione quantomeno fino al 31 dicembre 2011, per poi aggiornare la previsione e non dover continuamente intervenire con atti ulteriori.
Non solo. Oltre alla inesattezza giuridica del riferimento ai termini perentori accanto a quelli di prescrizione e decadenza, come se questi ultimi non fossero perentori (solo per inciso ci chiediamo come sia scelto lo staff tecnico che coadiuva il presidente del Consiglio, che chiaramente non è esperto di diritto…) e a molte altre incongruenze, si è ancora in attesa del provvedimento attinente alla sospensione dei contributi e dei tributi dei datori di lavoro e dei lavoratori. Siamo ansiosi di verificare se il Governo commetterà gli stessi errori commessi in occasione del terremoto del Molise, non consentendo neanche di capire, nonostante ripetuti interventi normativi, quali fossero i soggetti destinatari del beneficio, ossia solo i datori di lavoro o anche i dipendenti, questione tuttora irrisolta e pendente nei tribunali.
Ad ogni modo chi scrive coglie l’occasione per esprimere la propria solidarietà alle persone colpite dal terremoto e la più sincera e concreta vicinanza a chiunque sta soffrendo in questo momento, manifestando la propria disponibilità ad impegnarsi come avvocati nelle questioni giuridiche che dovessero sorgere nella fase del post-terremoto, anche forti dell’esperienza maturata in occasione dei tragici eventi che hanno sconvolto la nostra regione. E comunque vigileremo e… non vi lasceremo soli. ☺
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