una nuova classe politica
6 Marzo 2010 Share

una nuova classe politica

 

Le elezioni europee e amministrative sono targate Lega e Italia dei Valori e regressione del Partito Democratico rispetto alle ultime politiche. Era nell’aria e forse il decremento è stato anche contenuto. Ma non basta e non è una consolazione.

Continuare però con una azione politica che grida solo contro Berlusconi senza formulare una idea, un progetto, una proposta di Governo, non serve. Il centrodestra uscirà sempre più rafforzato da consultazioni elettorali se il centrosinistra abbandonando la sindrome berlusconiana  si aprirà alla gente e tornerà a fare politica nelle piazze, nelle scuole, nelle famiglie, proponendo una piattaforma credibile e proposte concrete.

Sul piano regionale la disfatta del partito democratico ha portato al baratro tutto il centro sinistra, nonostante il grande successo dell’Italia dei Valori in particolar  modo alle europee. Anche qui continuare solo a gridare contro Iorio non serve. Bisogna dire alla gente come si intendono risolvere i problemi, quelli concreti, di tutti i giorni.

È tempo anche di pensare a costruire una nuova classe politica, impegnata, formata, rispettosa dei principi di legalità, trasparenza ed eticità Se il popolo non avverte questo cambio epocale non ha motivo di votare per il centro sinistra. Per assenza di classe dirigente, in molti casi sono stati riproposti candidati, se pur competenti, non più credibili agli occhi del popolo. Altro grave errore.

I partiti del centrosinistra non formano più i giovani alla vita politica, come avveniva nelle sezioni dei partiti della prima repubblica. Azione invece che viene sistematicamente fatta dai raggruppamenti di centrodestra. Saranno anche per selezionare veline e future “papi”, ma in questo modo aumentano il consenso. Il centrosinistra non solo non fa niente di proprio, ma grida solo allo scandalo. Nell’immaginario collettivo è subentrata l’idea che tutti possono essere dei Berlusconi, che tutto è possibile. Per recuperare terreno bisogna dare la certezza di altri tipi di vita, ripartendo dai principi e dai valori.

Il segno di demarcazione è prima di tutto il comportamento: se gli uomini del centrosinistra non sono diversi dagli altri, perché dovrebbero essere votati dal popolo? Perché gridano contro Berlusconi? Il risultato di questa politica ultradecennale è sotto gli occhi di tutti.

Bisogna ripartire dalla questione morale e dall’etica. Il presidente Napolitano ha detto che l’etica in politica non è cosa da poco. E allora per cominciare la ricostruzione partiamo dall’etica e dalla morale. Poi elaboriamo programmi e progetti credibili e non sogni e chimere non attuabili.

Nei giorni  successivi alle elezioni il riconfermato parlamentare europeo molisano Patriciello ha detto pubblicamente, riferendosi all’assessore Vitagliano, a proposito dei fondi POR: “Basta con le parole, passiamo ai fatti”.

Sul piano pratico, allora, partiamo dai fondi POR e dai FAS, bloccati dal governo Berlusconi e andiamo in ogni paese, in ogni realtà a proporre il nostro progetto di utilizzo dei fondi, se abbiamo un progetto alternativo a quello del governo regionale. Fermarci alla critica non serve. Sicuramente la stasi del partito democratico, la caparbietà della dirigenza regionale a restare attaccata agli incarichi dopo la Caporetto elettorale, non aiuta nessuno.

È un altro brutto segnale che soprattutto i giovani non comprendono. Spazi ce ne sono se torniamo a fare politica per la gente e tra la gente. ☺

mario@ialenti.it

 

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