I lupi del molise
1 Luglio 2015 Share

I lupi del molise

No. Non si parla di calcio, non ne sarei capace e non mi interessa, anche se forse avrebbe attratto più attenzione.

I lupi, benché tipici dei nostri boschi, sono diventati rari. Considerando che sono animali abituati a vivere in branco l’esiguità del numero diventa un problema. Anche i molisani, in realtà, stanno scomparendo, lo dimostrano i piccoli centri sempre più disabitati che resistono solo grazie alla robusta fibra di anziani incardinati nel loro paese di origine, il loro mondo. Neanche il resto del Paese, però, sta tanto bene. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica: “Lo scorso anno molti più decessi che nascite: il bilancio è di -100mila unità, record dalla Grande Guerra. La popolazione a crescita zero grazie ai flussi migratori. I dati contenuti nel Bilancio demografico 2014 dell’Istituto di Statistica”.

Il Molise si è dimostrato terra accogliente nei confronti dei rifugiati e richiedenti asilo, infatti gli è stato riconosciuto il titolo di regione più ospitale in termini di rapporto con la popolazione residente (396,8 ogni 100.000 abitanti). Tanto ospitale che il Ministero dell’interno ha ritenuto opportuno non inviare altri immigrati nella nostra regione, almeno per il momento. E tutto il gran parlare per l’hub di San Giuliano? È vero che ci aveva messo gli occhi, e forse anche le mani, la cricca di Mafia Capitale ma è difficile che gente abituata a fare soldi sulla pelle degli altri, spesso quelli che meno si possono difendere, non si interessi un po’ di tutto per poi concentrarsi sui facili e più cospicui profitti. Per questo le associazioni presenti in Molise, che conoscevano già da anni la realtà dell’accoglienza, avevano messo in guardia fin dall’inizio i componenti del tavolo regionale, perché è noto che i grandi appalti finiscono nelle grinfie dei soliti noti.

Se il sistema di accoglienza fosse diverso e più “spalmato” su tutta la regione ci sarebbe ancora tanto spazio, tante case disabitate, tanti paesi senza bambini. Invece ci si concentra sulle grandi strutture e gli alberghi in crisi per il calo della richiesta turistica. Così che centri turistici come Campomarino chiedono di spostare l’arrivo dei migranti alla fine dell’estate per non compromettere la “stagione”.

La voglia di vivere più che di sopravvivere che spinge intere popolazioni ad abbandonarsi tutto alle spalle, fuggire a morte certa per tentare di raggiungere nuovi porti, pregando di non affogare nel tragitto, potrebbe essere la linfa nuova che rinvigorisce la nostra pianta ormai quasi secca. Se siamo la regione più ospitale, forse, è solo perché siamo la regione che si svuota più velocemente.

Il sistema di accoglienza va modificato se si vuole evitare che finisca definitivamente in mano ai lupi, quelli che approfittano della debolezza della probabile preda.

Un aspetto che potrebbe determinare ulteriori criticità è quello sanitario. Intanto che la regione pensa a come sdoppiare la sanità in Dottor Jekyll e Mr. Hyde, il decreto Balduzzi rischia di abbattersi sul Molise mettendo fine a qualsiasi discussione, tenendo conto solo dei numeri e le parole se le porta il vento. Con i servizi ridotti all’osso (non nello specifico di ortopedia) diventa ancora più difficile garantire un’assistenza decorosa sia ai cittadini residenti, sia ai nuovi arrivati. Senza dilungarci in lunghe ed articolate discussioni sulla sanità, che trovano ampio spazio nella cronaca, appare interessante la proposta che l’eurodeputato Patriciello ha rivolto al presidente della giunta relativamente al riordino della sanità molisana. Nella lettera evidenzia che: “la legge sul riordino del Servizio Sanitario Regionale rappresenta un punto di svolta cruciale per il futuro della nostra Regione; lo spartiacque che può risollevare – o affossare definitivamente – le sorti dell’economia molisana”. E, quindi, sostiene che: “Una vera e grande rivoluzione che, partendo dalla semplice constatazione che il Molise è una zona di cerniera tra la Campania, l’Abruzzo e la Puglia, trasformi la Regione in un punto di riferimento di tutti il centro-sud Italia per quanto concerne l’offerta dei servizi sanitari d’eccellenza, liberalizzando a pieno le capacità di attrazione extraregionale delle strutture sia pubbliche che private”. Proposta decente ma che fa intravvedere l’intenzione di favorire alcuni centri di eccellenza, uno fra tanti potrebbe essere la Neuromed, e quindi favorire ulteriormente il privato rispetto al pubblico. Considerazioni che sembrano prendere un po’ anche le distanze dal modo in cui il commissario Frattura ha affrontato l’argomento fino ad oggi. Questa denotazione, però, avrebbe valore più politico che tecnico, potrebbe lasciare spazio a nuove e diverse alleanze.

Non è un caso che i lupi si addensino lì dove ci sono gli agnelli. In Molise, infatti, ci sono pochi lupi che prima tosano e poi addentano i belanti ovini.☺

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