Sparare sulla Croce Rossa è contro le regole internazionali ma qualche notazione, in ordine a quello che doveva essere un esempio di ricostruzione per l’intero Paese, sbandierato ad arte dal Commissario delegato e dal suo sub, è giusto e doveroso per tutti coloro i quali, dopo sette anni dall’evento sismico, sono ancora alloggiati nelle baracche di legno e ancora vi resteranno per parecchio tempo. Questa volta, non esprimeremo opinioni nostre; ci limiteremo a riportare giudizi espressi dal Comitato per il rientro nell’ordinario (CRO), organismo di verifica del Dipartimento della Protezione Civile, alle dipendenze del Sottosegretario Bertolaso e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Va da subito precisato che il commissario Iorio ha stimato il danno sismico in 5,5 miliardi di euro, il sub commissario in 4 miliardi e il CRO in 2,5 miliardi di euro. Non credo che ci sia bisogno di fare alcun commento, i dati forniscono da soli la serietà della partita in gioco.
Per quanto riguarda i fatti e non la propaganda, iniziamo col dire che lo Stato Centrale ha stanziato 794 milioni di euro per la ricostruzione e 172 milioni di euro per lo sviluppo. A questi ultimi si sono aggiunti altri fondi europei e regionali. Le spese relative alla gestione della struttura commissariale regionale ammontano a circa 13 milioni di euro e quelle relative alle strutture locali (84 comuni) a 26 milioni di euro. Il 95,4 % delle risorse assegnate sono state già spese e dal 2009, il Governo centrale non ha più stanziato altri fondi: questo sostiene la Sezione regionale di Controllo presso la Corte dei Conti del Molise, sulla scorta di relazioni fornite dal CRO. Né la stampa spazzatura né i soliti Comunisti. Questa volta a parlare sono le istituzioni preposte a farlo: la Corte dei Conti e la Protezione Civile che nella premessa della loro relazione si esprimono in questo modo: “è da anticipare subito che, a differenza di quanto avvenuto in Puglia, nel Molise non si è provveduto né alla elaborazione di uno specifico “crono programma” né alla elaborazione di Piani finanziari di riparto delle risorse affluite nei vari anni orientandosi, invece, per una politica più attenta al “contingente” e non “programmatica”. Proseguendo “i piani predisposti dal Commissario delegato, in realtà, non si sono mai tradotti in una formalizzazione o programmazione di carattere finanziario e gli interventi in essi contenuti sono finanziati di volta in volta “a pioggia” sulla base delle risorse pervenute o di motivazioni sociali di altro genere”. Il CRO non specifica, per pura correttezza istituzionale, quali sono le motivazioni sociali di altro genere, ma precisa che “le risorse finanziare pervenute non sono adeguate a fronteggiare compiutamente il quadro esigenziale delineato. Proprio questa carenza avrebbe consigliato una “impostazione programmatica” delle attività da porre in essere ai vari livelli (commissariale e comunale). Ciò purtroppo è mancato ed ha generato, a livello comunale, un diffuso clima di incertezza che non ha spinto le relative amministrazioni ad operare in maniera organica e coerente”.
Ci viene alla mente la consolidata teoria del bisogno sospeso messa in pratica ogni volta in cui, ottenuta la dichiarazione dello stato di emergenza, il Commissario di turno si guarda bene dal ricorrere alla programmazione degli interventi. Rende di più in termini di consenso elettorale distribuire risorse con assoluta discrezionalità, ma soprattutto non si è obbligati a risolvere il problema principale, la ricostruzione, che ti consente di richiedere finanziamenti all’infinito. Tutto questo spiega anche perché la ricostruzione di fascia A è ferma pressappoco al 20 %. La relazione approvata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti in merito allo stato di attuazione così conclude: “II processo di ricostruzione nella Regione Molise con l'eccezione di S. Giuliano di Puglia, non appare soddisfacente. A parere del CRO tale situazione è conseguente a due elementi di fondo che hanno caratterizzato la "policy" commissariale: la mancata emanazione, da parte della struttura commissariale, di "Piani di Riparto finanziari annuali o periodici" delle risorse affluite nel tempo, che, garantendo la certezza di finanziamenti per i singoli Comuni, avrebbero consentito l'avvio di una credibile programmazione anche a livello locale; la gestione "autonoma e separata" dei fondi recati dalle Ordinanze CIPE per interventi che, pur finalizzati alla "Ripresa", mostrano ben pochi "legami" e carente "ordine di priorità" con la situazione contingente che richiede al momento, di privilegiare interventi di Ricostruzione”.
In buona sostanza la strada maestra sarebbe dovuta essere la programmazione dei finanziamenti a favore dei Comuni così come viene fatto dappertutto. Purtroppo il sub commissario, dott. Romagnuolo, spesso si vanta, a telecamere accese, di aver fatto ciò che in nessuna parte d’Italia è stato fatto, e visti i rilievi mossi dalla Corte dei Conti, dobbiamo purtroppo convenire con lui: sono stati veramente originali. Questa volta Iorio non può più dare la colpa né ai sindaci né alla stampa ostile. Il pasticcio combinato col terremoto è tutta farina del suo sacco. Anzi no, un pochino anche farina del sacco del suo sub.☺
Assistenza primaria popolazione Enti Locali.
66.141.591,43
Assistenza primaria popolazione Enti Terzi
1.951.769,24
Gestione indagini Microzonazione
4.000.000,00
Riparazioni funzionali Enti Locali
110.774.344,77
Lavori pubblici per Scuole
41.757.235,81
Lavori pubblici strutturali EE. LL.
109.224.711,17
Riparazione Beni architettonici SBC
32.981.431,56
San Giuliano Lavori pubblici strutturali
159.888.628,29
San Giuliano Ricostruzione privata
87.103.352,44
Ricostruzione altri Comuni del Cratere
105.499.461,90
Totale somme erogate al 30 giugno 2009
758.964.353,21
Sparare sulla Croce Rossa è contro le regole internazionali ma qualche notazione, in ordine a quello che doveva essere un esempio di ricostruzione per l’intero Paese, sbandierato ad arte dal Commissario delegato e dal suo sub, è giusto e doveroso per tutti coloro i quali, dopo sette anni dall’evento sismico, sono ancora alloggiati nelle baracche di legno e ancora vi resteranno per parecchio tempo. Questa volta, non esprimeremo opinioni nostre; ci limiteremo a riportare giudizi espressi dal Comitato per il rientro nell’ordinario (CRO), organismo di verifica del Dipartimento della Protezione Civile, alle dipendenze del Sottosegretario Bertolaso e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Va da subito precisato che il commissario Iorio ha stimato il danno sismico in 5,5 miliardi di euro, il sub commissario in 4 miliardi e il CRO in 2,5 miliardi di euro. Non credo che ci sia bisogno di fare alcun commento, i dati forniscono da soli la serietà della partita in gioco.
Per quanto riguarda i fatti e non la propaganda, iniziamo col dire che lo Stato Centrale ha stanziato 794 milioni di euro per la ricostruzione e 172 milioni di euro per lo sviluppo. A questi ultimi si sono aggiunti altri fondi europei e regionali. Le spese relative alla gestione della struttura commissariale regionale ammontano a circa 13 milioni di euro e quelle relative alle strutture locali (84 comuni) a 26 milioni di euro. Il 95,4 % delle risorse assegnate sono state già spese e dal 2009, il Governo centrale non ha più stanziato altri fondi: questo sostiene la Sezione regionale di Controllo presso la Corte dei Conti del Molise, sulla scorta di relazioni fornite dal CRO. Né la stampa spazzatura né i soliti Comunisti. Questa volta a parlare sono le istituzioni preposte a farlo: la Corte dei Conti e la Protezione Civile che nella premessa della loro relazione si esprimono in questo modo: “è da anticipare subito che, a differenza di quanto avvenuto in Puglia, nel Molise non si è provveduto né alla elaborazione di uno specifico “crono programma” né alla elaborazione di Piani finanziari di riparto delle risorse affluite nei vari anni orientandosi, invece, per una politica più attenta al “contingente” e non “programmatica”. Proseguendo “i piani predisposti dal Commissario delegato, in realtà, non si sono mai tradotti in una formalizzazione o programmazione di carattere finanziario e gli interventi in essi contenuti sono finanziati di volta in volta “a pioggia” sulla base delle risorse pervenute o di motivazioni sociali di altro genere”. Il CRO non specifica, per pura correttezza istituzionale, quali sono le motivazioni sociali di altro genere, ma precisa che “le risorse finanziare pervenute non sono adeguate a fronteggiare compiutamente il quadro esigenziale delineato. Proprio questa carenza avrebbe consigliato una “impostazione programmatica” delle attività da porre in essere ai vari livelli (commissariale e comunale). Ciò purtroppo è mancato ed ha generato, a livello comunale, un diffuso clima di incertezza che non ha spinto le relative amministrazioni ad operare in maniera organica e coerente”.
Ci viene alla mente la consolidata teoria del bisogno sospeso messa in pratica ogni volta in cui, ottenuta la dichiarazione dello stato di emergenza, il Commissario di turno si guarda bene dal ricorrere alla programmazione degli interventi. Rende di più in termini di consenso elettorale distribuire risorse con assoluta discrezionalità, ma soprattutto non si è obbligati a risolvere il problema principale, la ricostruzione, che ti consente di richiedere finanziamenti all’infinito. Tutto questo spiega anche perché la ricostruzione di fascia A è ferma pressappoco al 20 %. La relazione approvata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti in merito allo stato di attuazione così conclude: “II processo di ricostruzione nella Regione Molise con l'eccezione di S. Giuliano di Puglia, non appare soddisfacente. A parere del CRO tale situazione è conseguente a due elementi di fondo che hanno caratterizzato la "policy" commissariale: la mancata emanazione, da parte della struttura commissariale, di "Piani di Riparto finanziari annuali o periodici" delle risorse affluite nel tempo, che, garantendo la certezza di finanziamenti per i singoli Comuni, avrebbero consentito l'avvio di una credibile programmazione anche a livello locale; la gestione "autonoma e separata" dei fondi recati dalle Ordinanze CIPE per interventi che, pur finalizzati alla "Ripresa", mostrano ben pochi "legami" e carente "ordine di priorità" con la situazione contingente che richiede al momento, di privilegiare interventi di Ricostruzione”.
In buona sostanza la strada maestra sarebbe dovuta essere la programmazione dei finanziamenti a favore dei Comuni così come viene fatto dappertutto. Purtroppo il sub commissario, dott. Romagnuolo, spesso si vanta, a telecamere accese, di aver fatto ciò che in nessuna parte d’Italia è stato fatto, e visti i rilievi mossi dalla Corte dei Conti, dobbiamo purtroppo convenire con lui: sono stati veramente originali. Questa volta Iorio non può più dare la colpa né ai sindaci né alla stampa ostile. Il pasticcio combinato col terremoto è tutta farina del suo sacco. Anzi no, un pochino anche farina del sacco del suo sub.☺
Sparare sulla Croce Rossa è contro le regole internazionali ma qualche notazione, in ordine a quello che doveva essere un esempio di ricostruzione per l’intero Paese, sbandierato ad arte dal Commissario delegato e dal suo sub, è giusto e doveroso per tutti coloro i quali, dopo sette anni dall’evento sismico, sono ancora alloggiati nelle baracche di legno e ancora vi resteranno per parecchio tempo. Questa volta, non esprimeremo opinioni nostre; ci limiteremo a riportare giudizi espressi dal Comitato per il rientro nell’ordinario (CRO), organismo di verifica del Dipartimento della Protezione Civile, alle dipendenze del Sottosegretario Bertolaso e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Va da subito precisato che il commissario Iorio ha stimato il danno sismico in 5,5 miliardi di euro, il sub commissario in 4 miliardi e il CRO in 2,5 miliardi di euro. Non credo che ci sia bisogno di fare alcun commento, i dati forniscono da soli la serietà della partita in gioco.
Per quanto riguarda i fatti e non la propaganda, iniziamo col dire che lo Stato Centrale ha stanziato 794 milioni di euro per la ricostruzione e 172 milioni di euro per lo sviluppo. A questi ultimi si sono aggiunti altri fondi europei e regionali. Le spese relative alla gestione della struttura commissariale regionale ammontano a circa 13 milioni di euro e quelle relative alle strutture locali (84 comuni) a 26 milioni di euro. Il 95,4 % delle risorse assegnate sono state già spese e dal 2009, il Governo centrale non ha più stanziato altri fondi: questo sostiene la Sezione regionale di Controllo presso la Corte dei Conti del Molise, sulla scorta di relazioni fornite dal CRO. Né la stampa spazzatura né i soliti Comunisti. Questa volta a parlare sono le istituzioni preposte a farlo: la Corte dei Conti e la Protezione Civile che nella premessa della loro relazione si esprimono in questo modo: “è da anticipare subito che, a differenza di quanto avvenuto in Puglia, nel Molise non si è provveduto né alla elaborazione di uno specifico “crono programma” né alla elaborazione di Piani finanziari di riparto delle risorse affluite nei vari anni orientandosi, invece, per una politica più attenta al “contingente” e non “programmatica”. Proseguendo “i piani predisposti dal Commissario delegato, in realtà, non si sono mai tradotti in una formalizzazione o programmazione di carattere finanziario e gli interventi in essi contenuti sono finanziati di volta in volta “a pioggia” sulla base delle risorse pervenute o di motivazioni sociali di altro genere”. Il CRO non specifica, per pura correttezza istituzionale, quali sono le motivazioni sociali di altro genere, ma precisa che “le risorse finanziare pervenute non sono adeguate a fronteggiare compiutamente il quadro esigenziale delineato. Proprio questa carenza avrebbe consigliato una “impostazione programmatica” delle attività da porre in essere ai vari livelli (commissariale e comunale). Ciò purtroppo è mancato ed ha generato, a livello comunale, un diffuso clima di incertezza che non ha spinto le relative amministrazioni ad operare in maniera organica e coerente”.
Ci viene alla mente la consolidata teoria del bisogno sospeso messa in pratica ogni volta in cui, ottenuta la dichiarazione dello stato di emergenza, il Commissario di turno si guarda bene dal ricorrere alla programmazione degli interventi. Rende di più in termini di consenso elettorale distribuire risorse con assoluta discrezionalità, ma soprattutto non si è obbligati a risolvere il problema principale, la ricostruzione, che ti consente di richiedere finanziamenti all’infinito. Tutto questo spiega anche perché la ricostruzione di fascia A è ferma pressappoco al 20 %. La relazione approvata dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti in merito allo stato di attuazione così conclude: “II processo di ricostruzione nella Regione Molise con l'eccezione di S. Giuliano di Puglia, non appare soddisfacente. A parere del CRO tale situazione è conseguente a due elementi di fondo che hanno caratterizzato la "policy" commissariale: la mancata emanazione, da parte della struttura commissariale, di "Piani di Riparto finanziari annuali o periodici" delle risorse affluite nel tempo, che, garantendo la certezza di finanziamenti per i singoli Comuni, avrebbero consentito l'avvio di una credibile programmazione anche a livello locale; la gestione "autonoma e separata" dei fondi recati dalle Ordinanze CIPE per interventi che, pur finalizzati alla "Ripresa", mostrano ben pochi "legami" e carente "ordine di priorità" con la situazione contingente che richiede al momento, di privilegiare interventi di Ricostruzione”.
In buona sostanza la strada maestra sarebbe dovuta essere la programmazione dei finanziamenti a favore dei Comuni così come viene fatto dappertutto. Purtroppo il sub commissario, dott. Romagnuolo, spesso si vanta, a telecamere accese, di aver fatto ciò che in nessuna parte d’Italia è stato fatto, e visti i rilievi mossi dalla Corte dei Conti, dobbiamo purtroppo convenire con lui: sono stati veramente originali. Questa volta Iorio non può più dare la colpa né ai sindaci né alla stampa ostile. Il pasticcio combinato col terremoto è tutta farina del suo sacco. Anzi no, un pochino anche farina del sacco del suo sub.☺
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