Nel panorama artistico del tardo Cinquecento un posto di rilievo spetta sicuramente a Federico Barocci, protagonista, tra i maggiori, del tardo manierismo e, a suo modo, uno dei precursori della pittura barocca.
Nacque ad Urbino nel 1535, da famiglia milanese e crebbe nel fermento culturale del suo tempo, dimostrando subito la sua versatilità verso il disegno e la pittura. Entrò nella bottega locale del Franco, si trasferì in seguito a Pesaro e infine a Roma, dove venne notato da Federico Zuccari. Di salute malferma, che lo condizionò per tutta la vita, Barocci si trattenne a Roma per poco tempo, fino al 1563, quando fece ritorno ad Urbino per non lasciarla più. Per quanto tra i maggiori esponenti del tardo manierismo, egli aprì nuove prospettive alla pittura del suo tempo. Ispirandosi con forte connotazione personale al misticismo narrativo rinascimentale, dal manierismo astrasse la figurazione plastica, irreale, per dare ai suoi personaggi un vigore ed una naturalità tutta nuova. Diverso e più forte l’uso del colore, quasi a confermare la necessità di dare alla scena ed al protagonista una visione più reale, anticipando quanto sarebbe accaduto nel secolo successivo. Lo spazio e le prospettive furono trattate con assoluto realismo. Barocci rappresentò un passaggio dal manierismo all’incipiente barocco, ed esercitò una notevole influenza nell’ambito bolognese.
Semplicità e dolcezza
Pittore religioso per eccellenza, Federico Barocci è l’interprete della semplicità, richiesta da ordini religiosi come Francescani e Cappuccini. Infatti egli non esalta i fasti della Chiesa, ma compone le scene sacre come se fossero quotidiane e naturali, creando un legame affettivo ed emozionale tra lo spettatore e l’evento rappresentato, commozione che diventa devozione. In questo modo esalta il sentimento collettivo della Chiesa di Roma, contrapponendolo all’individualismo dei protestanti tanto da interpretare perfettamente lo spirito della Controriforma. Lo stile realizzato dal Barocci è una sorprendente capacità comunicativa grazie all’accurata prospettiva, alla sapiente composizione, alle sequenze cromatiche, alla raffinata scelta di gesti e fisionomie, al forte dinamismo. Indiscusso caposcuola europeo, i suoi allievi hanno contribuito a diffondere il suo insegnamento nelle varie regioni.
L’incanto del colore
La chiave di lettura del successo di Federico Barocci è l’accordo armonico tra i colori ed una eccezionale dolcezza del disegno, una nuova concezione dello spazio, organizzato come uno spartito musicale sugli accordi dei timbri cromatici e sulla trama delle espressioni sentimentali. Un naturalismo caldo e comunicativo, capace di interpretare l’evento sacro in una chiave di quotidianità. La sperimentazione delle tecniche pittoriche più varie, anche grafiche e incisorie, lo rendono abile nell’impianto compositivo. Questi aspetti, grazie anche alla circolazione del collezionismo internazionale, fanno di Barocci un punto di riferimento per molti artisti del Seicento e oggetto di studio e di ispirazione ancora nel Settecento, come testimoniano nel Molise le botteghe di Oratino dei Brunetti: ammirevole la pala del Perdono di Assisi nell’Eremo di S. Onofrio a Casacalenda, che rimanda alla pala della chiesa di S. Francesco ad Urbino. ☺
jacobuccig@gmail.com
Nel panorama artistico del tardo Cinquecento un posto di rilievo spetta sicuramente a Federico Barocci, protagonista, tra i maggiori, del tardo manierismo e, a suo modo, uno dei precursori della pittura barocca.
Nacque ad Urbino nel 1535, da famiglia milanese e crebbe nel fermento culturale del suo tempo, dimostrando subito la sua versatilità verso il disegno e la pittura. Entrò nella bottega locale del Franco, si trasferì in seguito a Pesaro e infine a Roma, dove venne notato da Federico Zuccari. Di salute malferma, che lo condizionò per tutta la vita, Barocci si trattenne a Roma per poco tempo, fino al 1563, quando fece ritorno ad Urbino per non lasciarla più. Per quanto tra i maggiori esponenti del tardo manierismo, egli aprì nuove prospettive alla pittura del suo tempo. Ispirandosi con forte connotazione personale al misticismo narrativo rinascimentale, dal manierismo astrasse la figurazione plastica, irreale, per dare ai suoi personaggi un vigore ed una naturalità tutta nuova. Diverso e più forte l’uso del colore, quasi a confermare la necessità di dare alla scena ed al protagonista una visione più reale, anticipando quanto sarebbe accaduto nel secolo successivo. Lo spazio e le prospettive furono trattate con assoluto realismo. Barocci rappresentò un passaggio dal manierismo all’incipiente barocco, ed esercitò una notevole influenza nell’ambito bolognese.
Semplicità e dolcezza
Pittore religioso per eccellenza, Federico Barocci è l’interprete della semplicità, richiesta da ordini religiosi come Francescani e Cappuccini. Infatti egli non esalta i fasti della Chiesa, ma compone le scene sacre come se fossero quotidiane e naturali, creando un legame affettivo ed emozionale tra lo spettatore e l’evento rappresentato, commozione che diventa devozione. In questo modo esalta il sentimento collettivo della Chiesa di Roma, contrapponendolo all’individualismo dei protestanti tanto da interpretare perfettamente lo spirito della Controriforma. Lo stile realizzato dal Barocci è una sorprendente capacità comunicativa grazie all’accurata prospettiva, alla sapiente composizione, alle sequenze cromatiche, alla raffinata scelta di gesti e fisionomie, al forte dinamismo. Indiscusso caposcuola europeo, i suoi allievi hanno contribuito a diffondere il suo insegnamento nelle varie regioni.
L’incanto del colore
La chiave di lettura del successo di Federico Barocci è l’accordo armonico tra i colori ed una eccezionale dolcezza del disegno, una nuova concezione dello spazio, organizzato come uno spartito musicale sugli accordi dei timbri cromatici e sulla trama delle espressioni sentimentali. Un naturalismo caldo e comunicativo, capace di interpretare l’evento sacro in una chiave di quotidianità. La sperimentazione delle tecniche pittoriche più varie, anche grafiche e incisorie, lo rendono abile nell’impianto compositivo. Questi aspetti, grazie anche alla circolazione del collezionismo internazionale, fanno di Barocci un punto di riferimento per molti artisti del Seicento e oggetto di studio e di ispirazione ancora nel Settecento, come testimoniano nel Molise le botteghe di Oratino dei Brunetti: ammirevole la pala del Perdono di Assisi nell’Eremo di S. Onofrio a Casacalenda, che rimanda alla pala della chiesa di S. Francesco ad Urbino. ☺
Nel panorama artistico del tardo Cinquecento un posto di rilievo spetta sicuramente a Federico Barocci, protagonista, tra i maggiori, del tardo manierismo e, a suo modo, uno dei precursori della pittura barocca.
Nacque ad Urbino nel 1535, da famiglia milanese e crebbe nel fermento culturale del suo tempo, dimostrando subito la sua versatilità verso il disegno e la pittura. Entrò nella bottega locale del Franco, si trasferì in seguito a Pesaro e infine a Roma, dove venne notato da Federico Zuccari. Di salute malferma, che lo condizionò per tutta la vita, Barocci si trattenne a Roma per poco tempo, fino al 1563, quando fece ritorno ad Urbino per non lasciarla più. Per quanto tra i maggiori esponenti del tardo manierismo, egli aprì nuove prospettive alla pittura del suo tempo. Ispirandosi con forte connotazione personale al misticismo narrativo rinascimentale, dal manierismo astrasse la figurazione plastica, irreale, per dare ai suoi personaggi un vigore ed una naturalità tutta nuova. Diverso e più forte l’uso del colore, quasi a confermare la necessità di dare alla scena ed al protagonista una visione più reale, anticipando quanto sarebbe accaduto nel secolo successivo. Lo spazio e le prospettive furono trattate con assoluto realismo. Barocci rappresentò un passaggio dal manierismo all’incipiente barocco, ed esercitò una notevole influenza nell’ambito bolognese.
Semplicità e dolcezza
Pittore religioso per eccellenza, Federico Barocci è l’interprete della semplicità, richiesta da ordini religiosi come Francescani e Cappuccini. Infatti egli non esalta i fasti della Chiesa, ma compone le scene sacre come se fossero quotidiane e naturali, creando un legame affettivo ed emozionale tra lo spettatore e l’evento rappresentato, commozione che diventa devozione. In questo modo esalta il sentimento collettivo della Chiesa di Roma, contrapponendolo all’individualismo dei protestanti tanto da interpretare perfettamente lo spirito della Controriforma. Lo stile realizzato dal Barocci è una sorprendente capacità comunicativa grazie all’accurata prospettiva, alla sapiente composizione, alle sequenze cromatiche, alla raffinata scelta di gesti e fisionomie, al forte dinamismo. Indiscusso caposcuola europeo, i suoi allievi hanno contribuito a diffondere il suo insegnamento nelle varie regioni.
L’incanto del colore
La chiave di lettura del successo di Federico Barocci è l’accordo armonico tra i colori ed una eccezionale dolcezza del disegno, una nuova concezione dello spazio, organizzato come uno spartito musicale sugli accordi dei timbri cromatici e sulla trama delle espressioni sentimentali. Un naturalismo caldo e comunicativo, capace di interpretare l’evento sacro in una chiave di quotidianità. La sperimentazione delle tecniche pittoriche più varie, anche grafiche e incisorie, lo rendono abile nell’impianto compositivo. Questi aspetti, grazie anche alla circolazione del collezionismo internazionale, fanno di Barocci un punto di riferimento per molti artisti del Seicento e oggetto di studio e di ispirazione ancora nel Settecento, come testimoniano nel Molise le botteghe di Oratino dei Brunetti: ammirevole la pala del Perdono di Assisi nell’Eremo di S. Onofrio a Casacalenda, che rimanda alla pala della chiesa di S. Francesco ad Urbino. ☺
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.