Fermiamo il consumo del suolo?
Il suolo è una risorsa non rinnovabile la sua conservazione è fondamentale per la sicurezza alimentare e il nostro futuro sostenibile.
Il consumo di suolo ci tormenta da anni e con l’ultimo rapporto ISPRA apprendiamo che continua a ritmi incessanti. Il suolo è la risorsa naturale più preziosa e strategica del nostro Paese, non solo per ragioni ambientali ma anche per l’ottima collocazione delle produzioni agroalimentari italiane nel mercato globale. Per questo il suolo va valorizzato e difeso attraverso precise normative di tutela e con fermezza e decisione va fermata la piaga della speculazione edilizia che colpisce profondamente il Paese. È possibile conservare il suolo e il paesaggio rurale solo se questo diventa una strategia nazionale prioritaria.
Il suolo è il risultato di un processo lento (migliaia di anni!) chiamato “pedoge- nesi” che porta una roccia a diventare terreno fertile ad opera di agenti fisici, chimici e biologici. Ed è soprattutto l’attività biologica di microrganismi (microflora e microfauna) a rendere un suolo “fertile”. Lombrichi 800 kg/ha, funghi ed alghe 500 kg/ha, actinomiceti 700 kg/ha, batteri, 550kg/ha, protozoi 2850 kg/ha. Poiché il “suolo è vivo”, l’asfalto e il cemento uccidono il suolo. Se capiamo questo, capiremo pure che ogni legge che parla di “contenimento” di consumo di suolo adotta misure che “non arrestano” il consumo di suolo fertile e cerco di spiegarvi il perché: “consumo netto di suolo pari a zero entro il 2050” (7° programma generale di azione dell’Unione Europea in materia di ambiente): se all’interno di una certa area un Comune consuma un ettaro di suolo ma allo stesso tempo ne vengono riportati alla luce una superfice equivalente non si è consumato suolo. Quindi non si sta dicendo che arrestiamo il consumo di suolo fertile ma solo che si potrà consumare se si liberano contemporaneamente degli spazi cementificati. La conseguenza di tutto ciò è la negazione del “suolo”, in quanto “risorsa viva e non rinnovabile”. I due suoli non saranno mai ecologicamente uguali.
Fermare il consumo di suolo è una sfida titanica ma è una sfida che noi dobbiamo affrontare, ce lo chiede a gran voce la nostra coscienza. E solo noi “Agronomi” e pochi altri possiamo farlo perché abbiamo la consapevolezza che il suolo è una risorsa finita, e che qualora si riuscisse pure nelle varie compensazioni e nei vari “bilanci” a recuperare la “permeabilizza- zione” rimuovendo “l’ impermeabilizzazione” il cosiddetto bilancio sarebbe sempre imperfetto perché si basa solo sulla permeabilità del suolo e dimentica la capacità dello stesso suolo di produrre cibo, generare acqua potabile, conservare la biodiversità…
Quindi per concludere “netto”, “bi- lancio”, “compensazione”, tutti termini inseriti nelle varie proposte di legge che parlano di “contenimento” di consumo di suolo sono una presa in giro e noi non possiamo far finta di non capire.☺
Direttivo AIAB Molise e membro del consiglio Nazionale di Slow Food Italia con delega al Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio
