
Idrogeno verde
Senza dubbio alcuno ed estremamente importanti sono due le più recenti notizie riguardanti la produzione e lo stoccaggio del gas idrogeno. La prima si riferisce al deposito del brevetto relativo alla sua produzione, nato nei laboratori dei Centri Ricerche ENEA di Frascati e Casaccia, con il coinvolgimento di ricercatori dei dipartimenti di Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare e di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili. La novità consiste nella certificazione, conseguita da ENEA, della produzione d’idrogeno ‘verde’, quello ottenuto tramite la decomposizione dell’acqua, nel caso ad alta temperatura, con l’uso di energia solare, al contrario della tradizionale separazione per elettrolisi dei due componenti che costituiscono la stessa molecola.
Il principale vantaggio della scoperta si basa sulla possibilità che la scissione dell’acqua, in idrogeno e ossigeno, possa avvenire a temperature molto più basse e praticabili (almeno 500 °C) di quelle tradizionali. Il poter utilizzare, quindi, gli impianti solari ad alta concentrazione ovvero ad alte temperature, quelli, per intenderci, ideati dal Premio Nobel prof. Carlo Rubbia e ormai da tempo disponibili e funzionanti, rende oltremodo conveniente la produzione d’idrogeno con l’uso diretto dall’energia solare.
La fondamentale conseguenza della scoperta, permettendo il ripensare più decisamente all’utilizzo tramite combustione di tale carburante, specie se, come pare, la produzione potrà avvenire a costi abbordabili, amplifica il già largo ventaglio di soluzioni alternative, applicative e sperimentali, sia nelle attività agricole, industriali e dei servizi, che in quelle del vivere civile.
A differenza degli idrocarburi, fossili o meno che siano, dalla combustione del gas idrogeno si ottiene semplice vapor d’acqua e non la CO2, il pericoloso e ben noto malaugurato prodotto, rilasciato in atmosfera in seguito alla combinazione dell’ ossigeno col carbonio contenuto negli idrocarburi. Quello che attraverso la fotosintesi clorofilliana, fissandolo nelle sostanze organiche, ne ha permesso la formazione, continuando, altresì, a produrli per i tempi a venire.
A livello mondiale, al momento, solo il 3% dell’idrogeno proviene dall’elettrolisi dell’acqua. La quasi totalità è fornita dagli idrocarburi, (90%) metano, (7%) petrolio e carbone. Il suo utilizzo è appannaggio sia dell’industria chimica, per produrre ammoniaca, metanolo, concimi per l’ agricoltura e in metallurgia, che come combustibile, bruciato tal quale o miscelato con altre sostanze infiammabili. Utilizzando, invece, le così dette “celle a combustibile”, è possibile ottenere dall’idrogeno direttamente energia elettrica. Per cui, se nel primo caso diventa fattibile azionare un normale motore a scoppio, utilizzando l’idrogeno in sostituzione dei tradizionali carburanti fossili, nel secondo, saranno i veicoli a trazione elettrica, sia stradali che ferroviari, ad essere maggiormente interessati.
L’altro annuncio indicato ha a che fare, invece, con un più che rivoluzionario sistema d’immagazzinamento della preziosa sostanza gassosa ovvero di una modalità completamente nuova di stoccare idrogeno. Si tratta di una pasta a base di magnesio, messa a punto dal Fraunhofr Institute di Dresda che, a temperatura ambiente e a pressione atmosferica, è in grado di contenere al suo interno rilevanti quantitativi di gas. Di conseguenza, avere a bordo, non solo degli autoveicoli, ma anche dei mezzi più leggeri, le ingombranti e potenzialmente pericolose bombole, non sarà più necessario. Il tutto con ogni possibile e immaginabile vantaggio per l’ambiente, la nostra salute e verosimilmente, anche e soprattutto per la ricaduta economica sull’utenza.
È, perciò, più che lecito immaginare di poter affrontare e ancor più realizzare una più complessa iniziativa nei confronti degli appena intravisti vantaggi originabili dalla disponibilità e da tale avanzata manipolazione e utilizzo plurimo del più piccolo e leggero degli elementi naturali. L’idea che possano essere proprio i territori collinari e montani, più interni e marginali, a trarre i più interessanti vantaggi dall’uso di tecnologie di tale tipo e portata, non è assolutamente né da scartare, né da relegare nel mondo dei sogni o dei desideri incompiuti.☺