Discontinuità necessaria
9 Novembre 2022
laFonteTV (3820 articles)
Share

Discontinuità necessaria

Vorrei in queste poche righe seguire un consiglio che viene da lontano e che recita così: “il proletariato si pone in primo luogo i problemi che può risolvere”. Ragion per cui mi limiterò a qualche notazione sul governo Meloni per poi ragionare sulle prossime elezioni molisane, questione ormai più che matura.

Il governo Meloni al di là del maquillage opportunista delle ultime settimane, in particolare della Presidente del Consiglio, è un governo reazionario sui diritti, nazionalista nelle scelte che intenderebbe compiere, raz- zista nei confronti degli immigrati e Trumpiano nella visione del mondo, insomma il peggio che poteva capitarci. Le tante anime belle, si fa per dire, del centrismo come i consoli Renzi e Calenda o anche del Pd come l’ex segretario, che di questa vicenda politica sono stati i principali protagonisti, su questa nefasta parabola dovrebbero riflettere.

La Meloni non ha bisogno di indicare le strategie generali del suo programma di governo, sono già ben illustrate nei titoli dei suoi ministeri. Il ministero della e per la natalità, come difesa della razza italiana, principio ben spiegato dal direttore del Secolo d’Italia Bocchino; il diritto universale all’istruzione che è ridotto a ministero della scuola e del merito; la sovranità alimentare, che l’ONU (dichiarazione di Nyerere) indica come tutela universale della via agro-ecologica e contadina, viene derubricata ad una velleitaria autarchia nazionale; i diritti della donna che sono messi nelle mani della ministra Roccella, nemica dichiarata del diritto delle donne nella scelta dell’aborto; la grande sfida della nostra epoca della transizione ecologica che riletta come sicurezza energetica, profuma tanto di fossile. Insomma se qualcuno pensava che l’elezione del mai pentito ex missino La Russa fosse l’ultimo omaggio della Meloni alle sue radici culturali fasciste, è bene che ci ripensi rapidamente. Le camicie nere non torneranno a occupare i centri di comando del nostro paese, ma è certo che alcuni degli ingredienti culturali fondamentali dell’estrema destra italiana sono stati messi sul frontespizio dei nostri ministeri e sicuramente vi sarà il tentativo di tradurli in provvedimenti legislativi.

Le prossime elezioni regionali del Molise saranno un passaggio politico importante e le forze progressiste, democratiche e di sinistra hanno una grande responsabilità. Da queste elezioni si capirà molto del futuro del nostro paese, si capirà se quella del governo Meloni sarà una breve marcetta, o diversamente sarà l’inizio di un lungo periodo ipotecato dalla destra peggiore.

Ripetere il grave errore che ha portato le forze progressiste alla sconfitta, sarebbe un perseverare diabolico. Battere la destra molisana è quindi un imperativo, una missione politica che viene prima di qualsiasi interesse particolare, personale, di gruppo o di partito. Le premesse non sono buone, la discussione politica continua ad essere dominata da ragioni e da pulsioni che rimuovono la questione delle questioni, ovvero come si ricostruisce una credibilità della politica, una fiducia nella democrazia e nelle istituzioni. Senza una rigenerazione nella coscienza dei cittadini del valore della Politica, qualsiasi programma, anche il più innovativo sarebbe carta straccia, e i vecchi imbroglioni, i vecchi venditori di prebende e promesse avrebbero facile gioco per vincere la partita elettorale. L’interrogativo è quindi elementare: come ridare dignità, nobiltà, forza e consenso alla Politica? La risposta è una e una sola: discontinuità con quel sistema di potere che è alla base della decadenza della nostra regione. Un sistema di potere trasversale che ha nutrito interessi particolari e gruppi di affari, che ha distribuito favori e privilegi e soprattutto ha inquinato in profondità la nostra comunità. Senza questa rottura non vi sarà futuro per la nostra regione, la popolazione molisana non fermerà il suo declino e i nostri giovani come i nostri antenati saranno costretti a cercare fortuna fuori dal Molise. Abbiamo bisogno di lealtà, trasparenza e di un radicale progetto di cambiamento. È bene che le lotte intestine cessino e che si ritrovi il senso generale e non personale della Politica. È bene che cessi la distribuzione interessata dei veleni nei pozzi dell’opinione pubblica democratica e progressista, arte nella quale si cimentano da tempo alcuni professionisti. È bene che la trasparenza delle scelte sia il primo dei comandamenti di quanti intendano contribuire alla battaglia contro la destra. Trasparenza e partecipazione sono una sola cosa. Per questo in tempi lontani ebbi a scrivere su queste pagine che alla fine del percorso, piuttosto che patteggiamenti entro stanze lontane e chiuse, mille e mille volte meglio è la scelta di primarie leali e democraticamente garantite.

Chiarito l’orizzonte, l’ispirazione, il galateo che deve guidare la Politica, diventa allora fondamentale cimentarsi nel campo del progetto e del programma.

Anche qui vi è bisogno di una rottura, non meno radicale. Su questo decisivo capitolo la fonte non solo ha scritto, ma ormai da anni ha fatto iniziative, ha individuato interlocutori e controparti affermando la necessità di capovolgere paradigmi e consuetudini programmatiche. Non abbiamo aspettato l’allerta sul cambiamento climatico per sostenere che la “sostenibilità” ambientale e sociale come il pesce pilota deve definire le scelte per reinventare l’economia e il vivere sociale.☺

 

laFonteTV

laFonteTV