Eravamo al settembre 2008 quando comparve sulla nostra rivista il primo messaggio propositivo di dare vita in Molise ad una fondazione di comunità. Siamo oggi a cogliere segnali concreti dell’alba di un giorno che in molti avevamo sognato. Molise Comunità è una creatura in fase di crescita.
Due eventi significativi ne hanno testimoniato la presenza sul territorio della nostra regione. Il 3 settembre a Capracotta, l’11 novembre a Campobasso. Del primo abbiamo accennato nello scorso numero su La Fonte. Nella sala della Costituzione, accordataci dalla Provincia di Campobasso, da una platea vasta e variegata per provenienze professionali e associative, si è avuta una chiara riprova di un cammino già avviato. Dalla voce di Carlo Borgomeo, esimio esperto in campo di economia e politiche sociali, presidente della Fondazione con il Sud, del nostro vescovo GianCarlo Bregantini e dello scrivente è stata lanciata una sfida da tutto l’uditorio ben accolta e che può fornire chiari segnali di un Molise che alza il capo da una situazione di crisi diffusa che infesta l’universo mondo. Si può anche da noi attivare un processo di cambiamento, da “indignados” pacifisti, che parte dal basso.
Il Welfare comunitario si attiva con l’iniziativa autonoma della società che si assume la responsabilità di gestire bisogni e risorse, domande e offerte che emergono nella concreta realtà del territorio di nostra appartenenza. Carlo Borgomeo traduce in versione operativa disegni che i nullafacenti sono portati a etichettare come “sogni e utopie”. E si riferisce a percorsi di inclusione sociale in atto nei contesti territoriali come quello di Scampia, uno dei quartieri di Napoli più flagellati dalla peste della malavita camorristica. E non si tratta di sogni e di fantasticherie ma di concrete proposte di recupero di cittadinanza e di promozione di attività di formazione e di lavoro che sollecitano la nascente Fondazione Molise Comunità a diffondere la cultura del dono che costituisce la radice da cui prende luce e forza la responsabilità sociale di individui e di gruppi. È questa la solida base sulla quale si fonda il senso di comunità e da cui prendono stimolo e concretezza le istanze progettuali.
Padre GianCarlo Bregantini rilancia le esperienze da lui vissute in Calabria destando l’attivismo dei giovani nel promuovere lo sviluppo del territorio della Locride nel settore agroalimentare, attraverso la creazione di gemellaggio tra i giovani della sua diocesi e gli agricoltori della Val di Non, in Trentino. Sollecita poi la creazione in Molise di gruppi giovanili intraprendenti che possono costituire il rilancio dello sprint per una società che sembra rassegnata all’esistente carenza di slancio e di valorizzazione delle risorse diffuse in diversi ambiti del territorio molisano. Conclude il suo caloroso intervento con uno slogan di grande attualità: “Tu solo puoi farcela; ma non puoi farcela da solo”.
Non dobbiamo soffermarci a fare di questi temi oggetto di dibattito accademico, come spesso avviene quando si parla di giovani, di bullismo, di talenti in fuga… A proposito di talenti in fuga è di questi giorni il rapporto Svimez 2011 sul Mezzogiorno, dove ritroviamo un quadro più che allarmante per quanto concerne la “fuga dei talenti” dal Molise: la nostra regione fa registrare l’atroce dato di occupare il primo posto in Italia nel listino dei giovani laureati costretti a emigrare in cerca di lavoro.
Il dato era stato da me sottolineato già in fase di apertura dell’incontro, come pure il richiamo a prendersi carico di una vicenda che rischia di porre a serio rischio l’imminente futuro non solo dei giovani ma della consistenza abitativa del nostro territorio. A partire dalle zone interne. La questione è esposta in termini di allarme anche nel recente rapporto di Caritas-Fondazione Zancan dal quale si evince un aggravamento della condizione di impoverimento delle famiglie e della desertificazione delle zone interne in una regione in cui si va accentuando la frammentizzazione del territorio e la perdita di una cultura di comunità che pure appartiene alla storia del Molise.
Non possiamo fermarci a piangere sugli abiti sdruciti. Siamo invece chiamati a renderci disponibili per recuperare le tracce di una cultura di comunità che si traduceva in lavoro cooperativo concreto tra i contadini e gli artigiani delle nostre terre che hanno tessuto abiti variamente composti e lasciato segni di coltura e artigianato artistico ed efficiente di alto livello. Da questa eredità, anche, intende attingere Molise Comunità e avviare concrete azioni di coinvolgimento dell’intero tessuto sociale della regione: gruppi, aziende, associazioni, scuole, soggetti operativi nell’ambito del terzo settore come pure i gruppi di Molisani all’estero.
Un orizzonte nuovo si delinea e prende il via nell’immediato procurando un patrimonio di risorse attraverso la raccolta fondi alla quale tutti sono invitati a fornire forza e sostanza per sostenere una progettualità che, anch’essa, partirà del basso. Il sito della Fondazione Molise Comunità (www.molisecomunita.it) sarà strumento di dialogo e di informazione diffusa. ☺
le.leone@tiscali.it
Eravamo al settembre 2008 quando comparve sulla nostra rivista il primo messaggio propositivo di dare vita in Molise ad una fondazione di comunità. Siamo oggi a cogliere segnali concreti dell’alba di un giorno che in molti avevamo sognato. Molise Comunità è una creatura in fase di crescita.
Due eventi significativi ne hanno testimoniato la presenza sul territorio della nostra regione. Il 3 settembre a Capracotta, l’11 novembre a Campobasso. Del primo abbiamo accennato nello scorso numero su La Fonte. Nella sala della Costituzione, accordataci dalla Provincia di Campobasso, da una platea vasta e variegata per provenienze professionali e associative, si è avuta una chiara riprova di un cammino già avviato. Dalla voce di Carlo Borgomeo, esimio esperto in campo di economia e politiche sociali, presidente della Fondazione con il Sud, del nostro vescovo GianCarlo Bregantini e dello scrivente è stata lanciata una sfida da tutto l’uditorio ben accolta e che può fornire chiari segnali di un Molise che alza il capo da una situazione di crisi diffusa che infesta l’universo mondo. Si può anche da noi attivare un processo di cambiamento, da “indignados” pacifisti, che parte dal basso.
Il Welfare comunitario si attiva con l’iniziativa autonoma della società che si assume la responsabilità di gestire bisogni e risorse, domande e offerte che emergono nella concreta realtà del territorio di nostra appartenenza. Carlo Borgomeo traduce in versione operativa disegni che i nullafacenti sono portati a etichettare come “sogni e utopie”. E si riferisce a percorsi di inclusione sociale in atto nei contesti territoriali come quello di Scampia, uno dei quartieri di Napoli più flagellati dalla peste della malavita camorristica. E non si tratta di sogni e di fantasticherie ma di concrete proposte di recupero di cittadinanza e di promozione di attività di formazione e di lavoro che sollecitano la nascente Fondazione Molise Comunità a diffondere la cultura del dono che costituisce la radice da cui prende luce e forza la responsabilità sociale di individui e di gruppi. È questa la solida base sulla quale si fonda il senso di comunità e da cui prendono stimolo e concretezza le istanze progettuali.
Padre GianCarlo Bregantini rilancia le esperienze da lui vissute in Calabria destando l’attivismo dei giovani nel promuovere lo sviluppo del territorio della Locride nel settore agroalimentare, attraverso la creazione di gemellaggio tra i giovani della sua diocesi e gli agricoltori della Val di Non, in Trentino. Sollecita poi la creazione in Molise di gruppi giovanili intraprendenti che possono costituire il rilancio dello sprint per una società che sembra rassegnata all’esistente carenza di slancio e di valorizzazione delle risorse diffuse in diversi ambiti del territorio molisano. Conclude il suo caloroso intervento con uno slogan di grande attualità: “Tu solo puoi farcela; ma non puoi farcela da solo”.
Non dobbiamo soffermarci a fare di questi temi oggetto di dibattito accademico, come spesso avviene quando si parla di giovani, di bullismo, di talenti in fuga… A proposito di talenti in fuga è di questi giorni il rapporto Svimez 2011 sul Mezzogiorno, dove ritroviamo un quadro più che allarmante per quanto concerne la “fuga dei talenti” dal Molise: la nostra regione fa registrare l’atroce dato di occupare il primo posto in Italia nel listino dei giovani laureati costretti a emigrare in cerca di lavoro.
Il dato era stato da me sottolineato già in fase di apertura dell’incontro, come pure il richiamo a prendersi carico di una vicenda che rischia di porre a serio rischio l’imminente futuro non solo dei giovani ma della consistenza abitativa del nostro territorio. A partire dalle zone interne. La questione è esposta in termini di allarme anche nel recente rapporto di Caritas-Fondazione Zancan dal quale si evince un aggravamento della condizione di impoverimento delle famiglie e della desertificazione delle zone interne in una regione in cui si va accentuando la frammentizzazione del territorio e la perdita di una cultura di comunità che pure appartiene alla storia del Molise.
Non possiamo fermarci a piangere sugli abiti sdruciti. Siamo invece chiamati a renderci disponibili per recuperare le tracce di una cultura di comunità che si traduceva in lavoro cooperativo concreto tra i contadini e gli artigiani delle nostre terre che hanno tessuto abiti variamente composti e lasciato segni di coltura e artigianato artistico ed efficiente di alto livello. Da questa eredità, anche, intende attingere Molise Comunità e avviare concrete azioni di coinvolgimento dell’intero tessuto sociale della regione: gruppi, aziende, associazioni, scuole, soggetti operativi nell’ambito del terzo settore come pure i gruppi di Molisani all’estero.
Un orizzonte nuovo si delinea e prende il via nell’immediato procurando un patrimonio di risorse attraverso la raccolta fondi alla quale tutti sono invitati a fornire forza e sostanza per sostenere una progettualità che, anch’essa, partirà del basso. Il sito della Fondazione Molise Comunità (www.molisecomunita.it) sarà strumento di dialogo e di informazione diffusa. ☺
Eravamo al settembre 2008 quando comparve sulla nostra rivista il primo messaggio propositivo di dare vita in Molise ad una fondazione di comunità. Siamo oggi a cogliere segnali concreti dell’alba di un giorno che in molti avevamo sognato. Molise Comunità è una creatura in fase di crescita.
Due eventi significativi ne hanno testimoniato la presenza sul territorio della nostra regione. Il 3 settembre a Capracotta, l’11 novembre a Campobasso. Del primo abbiamo accennato nello scorso numero su La Fonte. Nella sala della Costituzione, accordataci dalla Provincia di Campobasso, da una platea vasta e variegata per provenienze professionali e associative, si è avuta una chiara riprova di un cammino già avviato. Dalla voce di Carlo Borgomeo, esimio esperto in campo di economia e politiche sociali, presidente della Fondazione con il Sud, del nostro vescovo GianCarlo Bregantini e dello scrivente è stata lanciata una sfida da tutto l’uditorio ben accolta e che può fornire chiari segnali di un Molise che alza il capo da una situazione di crisi diffusa che infesta l’universo mondo. Si può anche da noi attivare un processo di cambiamento, da “indignados” pacifisti, che parte dal basso.
Il Welfare comunitario si attiva con l’iniziativa autonoma della società che si assume la responsabilità di gestire bisogni e risorse, domande e offerte che emergono nella concreta realtà del territorio di nostra appartenenza. Carlo Borgomeo traduce in versione operativa disegni che i nullafacenti sono portati a etichettare come “sogni e utopie”. E si riferisce a percorsi di inclusione sociale in atto nei contesti territoriali come quello di Scampia, uno dei quartieri di Napoli più flagellati dalla peste della malavita camorristica. E non si tratta di sogni e di fantasticherie ma di concrete proposte di recupero di cittadinanza e di promozione di attività di formazione e di lavoro che sollecitano la nascente Fondazione Molise Comunità a diffondere la cultura del dono che costituisce la radice da cui prende luce e forza la responsabilità sociale di individui e di gruppi. È questa la solida base sulla quale si fonda il senso di comunità e da cui prendono stimolo e concretezza le istanze progettuali.
Padre GianCarlo Bregantini rilancia le esperienze da lui vissute in Calabria destando l’attivismo dei giovani nel promuovere lo sviluppo del territorio della Locride nel settore agroalimentare, attraverso la creazione di gemellaggio tra i giovani della sua diocesi e gli agricoltori della Val di Non, in Trentino. Sollecita poi la creazione in Molise di gruppi giovanili intraprendenti che possono costituire il rilancio dello sprint per una società che sembra rassegnata all’esistente carenza di slancio e di valorizzazione delle risorse diffuse in diversi ambiti del territorio molisano. Conclude il suo caloroso intervento con uno slogan di grande attualità: “Tu solo puoi farcela; ma non puoi farcela da solo”.
Non dobbiamo soffermarci a fare di questi temi oggetto di dibattito accademico, come spesso avviene quando si parla di giovani, di bullismo, di talenti in fuga… A proposito di talenti in fuga è di questi giorni il rapporto Svimez 2011 sul Mezzogiorno, dove ritroviamo un quadro più che allarmante per quanto concerne la “fuga dei talenti” dal Molise: la nostra regione fa registrare l’atroce dato di occupare il primo posto in Italia nel listino dei giovani laureati costretti a emigrare in cerca di lavoro.
Il dato era stato da me sottolineato già in fase di apertura dell’incontro, come pure il richiamo a prendersi carico di una vicenda che rischia di porre a serio rischio l’imminente futuro non solo dei giovani ma della consistenza abitativa del nostro territorio. A partire dalle zone interne. La questione è esposta in termini di allarme anche nel recente rapporto di Caritas-Fondazione Zancan dal quale si evince un aggravamento della condizione di impoverimento delle famiglie e della desertificazione delle zone interne in una regione in cui si va accentuando la frammentizzazione del territorio e la perdita di una cultura di comunità che pure appartiene alla storia del Molise.
Non possiamo fermarci a piangere sugli abiti sdruciti. Siamo invece chiamati a renderci disponibili per recuperare le tracce di una cultura di comunità che si traduceva in lavoro cooperativo concreto tra i contadini e gli artigiani delle nostre terre che hanno tessuto abiti variamente composti e lasciato segni di coltura e artigianato artistico ed efficiente di alto livello. Da questa eredità, anche, intende attingere Molise Comunità e avviare concrete azioni di coinvolgimento dell’intero tessuto sociale della regione: gruppi, aziende, associazioni, scuole, soggetti operativi nell’ambito del terzo settore come pure i gruppi di Molisani all’estero.
Un orizzonte nuovo si delinea e prende il via nell’immediato procurando un patrimonio di risorse attraverso la raccolta fondi alla quale tutti sono invitati a fornire forza e sostanza per sostenere una progettualità che, anch’essa, partirà del basso. Il sito della Fondazione Molise Comunità (www.molisecomunita.it) sarà strumento di dialogo e di informazione diffusa. ☺
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