riscoprire il dono   di Leo Leone
31 Gennaio 2012 Share

riscoprire il dono di Leo Leone

 

Ci si muove da tempo su un terreno inquinato dalle peggiori logiche del mercato. Si va smarrendo il senso autentico del vivere che viene totalmente racchiuso nel ferrigno modello della compra-vendita, del dare per avere, dell’offerta per lo scambio e quant’altro è contenuto nel ricco lessico del vocabolario dell’economia e della finanza.

Forse siamo caduti anche noi nel mezzo di un’epoca storica, e non accade la prima volta, totalmente irretita in questo marasma che accresce ogni giorno di più la disparità tra ricchi e poveri.

 “Si può essere protagonisti del cambiamento attraverso un percorso di partecipazione che nasce dal basso. Si può cambiare il Paese senza lucrosi lobbisti disseminati in parlamento, senza inventarsi firme false, senza comprarsi il consenso”. È questa la riflessione di Riccardo Bonacina, direttore del settimanale Vita, rivista tutta dedita a sviluppare iniziative e progetti per la promozione di una cultura della donazione a sostegno di uno sviluppo del territorio centrato sull’attiva partecipazione di tutti  per un cambiamento radicale della politica.

Il Molise si va mobilitando con la creazione della Fondazione Molise Comunità che è giunta all’avvio della raccolta fondi per la realizzazione di progetti che mobilitano i cittadini e le associazioni che intendono avviare una stagione innovativa centrata sulla creazione di reti che pongano fine alla prassi diffusa del clientelismo e del separatismo che non giovano al perseguimento del bene comune.

L’Italia si colloca al fondo della graduatoria europea in tema di “povertà assoluta”, insieme a Spagna, Grecia, Bulgaria, Romania e Paesi Baltici. Siamo al penultimo posto davanti alla Grecia. Dai dati statistici emerge che a pagare il prezzo più elevato di questa discriminazione è, ancora una volta il Sud del nostro paese. La condizione di famiglie numerose sulle quali pesa l’incidenza della povertà, nel meridione d’Italia tocca il 25% rispetto al nord (5,8%) e al centro (7,6%).

Ma c’è anche un dato significativo a proposito di donazioni che, a sorpresa, colloca il nostro Paese a livelli elevati per quanto riguarda il contributo di piccoli donatori ai progetti rivolti al sostegno nel Sud del mondo. Nel 2009 si è registrata una crescita del 15%. Ed è tuttora in crescita. Se ne ricava la convinzione che la cultura della donazione, se opportunamente stimolata, cresce e si consolida. In un momento in cui cala in maniera preoccupante l’assegnazione di fondi da parte dello stato e delle istituzioni in genere per associazioni e gruppi che si adoperano per iniziative di solidarietà volte alla incremento delle politiche sociali a sostegno dei più deboli e alla valorizzazione delle risorse del territorio, crescono segnali di disponibilità alla donazione da parte dei cittadini per progetti nel campo delle politiche sociali. L’elevato indice del 52% attesta che più della metà degli italiani, oltre a sostenere stabilmente una o più organizzazioni, si impegna saltuariamente anche a supporto di altre cause ritenute importanti. Prove concrete si sono registrate in eventi drammatici che hanno causato disastri naturali e morti lo scorso anno in Liguria e in territori stranieri come Haiti, Giappone ed altri paesi.

Con molta determinazione Jacques Derrida in un saggio che ha ottenuto un diffuso consenso afferma che il dono non può e non deve rientrare nella logica della moneta che comporta un rientro di interesse da chi ne fa uso. Interesse di ritorno di un gesto che è orientato all’ottenimento di una risposta che compensa il datore della somma o della merce come avveniva, e tuttora accade, in tempi di scambio.

La responsabilità dell’altro ci riguarda tutti, soprattutto se l’altro è persona che vive nel disagio, nella povertà, nella carenza di risposte ai bisogni elementari. La donazione è un gesto che è decisamente aperto al bene comune e non rientra nelle logiche di mercato che sono dettate dal più forte e ricadono a danno del più debole.

Entrando nel nostro spazio di vita ci ritroviamo in un clima di individualismo e di isolamento di persone e di gruppi che sono circoscritti nello spazio ristretto del “proprio” di singoli o di “caste”.

L’insidia è tanto diffusa che rischiamo di adeguarci senza porci interrogativi di sorta. Uno dei tratti comportamentali che la carenza di una cultura della donazione produce è l’atteggiamento della rassegnazione all’esistente o, affine alla stessa, dello scontento improduttivo che, pur denunciando il malessere diffuso, non si adopera per esplorarne le soluzioni.

In Molise si va aprendo una stagione che rilancia la cultura del dono a sostegno dei più deboli, anche attraverso la promozione di concrete iniziative e progetti che riguardano il nostro territorio ricco di risorse naturali, artistiche e archeologiche che la Fondazione Molise Comunità vuole riproporre all’intera cittadinanza per ridare slancio allo sviluppo e ridurre il frazionamento di una terra dimenticata e la fuga dei talenti giovanili verso altre sponde. ☺

 le.leone@tiscali.it

 

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