
libri: “Tre notti” di Vinicio Marchioni
“A certe domande non c’è risposta, … La verità non esiste. Esiste la verità che fa sta’ bene ognuno, e ognuno c’ha la sua … Piano piano troverai anche la tua”. Così il ‘trasgressivo’ zio Mauro si rivolge al nipote Andrea, adolescente, in fuga per tre notti dalla casa familiare. Il sedicenne è il protagonista del romanzo Tre notti, ed. Rizzoli, opera prima – letteraria – di Vinicio Marchioni, noto attore romano. L’azione è ambientata tra il novembre e il dicembre del 1991.
In parte romanzo di formazione, in parte racconto picaresco, Tre notti ritrae, meticolosamente, le vicende di Andrea, cresciuto in una delle borgate della periferia della capitale; Marchioni ci presenta il ragazzo in urto con la propria famiglia e con il mondo intero, nei tre giorni che precedono la morte del padre. Ribelle, inquieto, ma anche spavaldo e temerario, il giovane riassume in sé la figura dell’adolescente drammaticamente coinvolto in un rapporto di amore e odio nei confronti della figura paterna.
Nelle ultime ore di vita del padre, Andrea, inconsapevole della sua fine imminente, conserva in sé il risentimento per l’abbandono subìto: la sua fuga ed irreperibilità, legittimi segnali di reazione, gli daranno modo di confrontarsi non soltanto con le proprie emozioni ma soprattutto con altre figure di adulti – gli amici ‘fraterni’ del padre – che lo aiuteranno a comprendere meglio la sua età, il suo ‘ruolo’ di figlio ed anche tutto quello che, a causa del mancato dialogo genitore-figlio, non si è potuto esprimere. “Tante cose di tuo padre non le saprai mai, datti pace. Lo odierai, perché non t’ha detto … Non t’ha spiegato. Perdonalo e lascialo anda’. La vita è solo tua. Ricordati della pietà. E allora un giorno, forse, lo ringrazierai, per tutto ‘sto dolore, ‘sta confusione, perché sarai più forte degli altri”.
L’adolescente protagonista di Tre notti non è nostro contemporaneo: è un ragazzo nato negli anni ’70, non ancora ‘digitalizzato’, lontano da internet e tecnologia; commuove la delicatezza dei suoi sentimenti, anche quelli più estremi, in cui emerge l’emotività profonda: “ricominciò a piangere, con le lacrime, i singhiozzi e la disperazione di chi vorrebbe urlare all’universo mentre l’universo gli scava dentro un buco nero inghiottendo se stesso”.
Un efficace e coinvolgente quadro narrativo, ricco di umanità e speranza: “si sentiva solo nel mondo, solo, con una forza disperata che gli pulsava nelle tempie”. (D.C.)