La poesia civile di Enzo Bacca: “bassa marea”
11 Aprile 2025
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La poesia civile di Enzo Bacca: “bassa marea”

Il mondo concede, ci sprona
ci dona idee nuove
poi ci chiude, ci abbandona
nei gusci di cellophane
                   (fino al respiro di quiete).

Fuori grandina ancora a morsi, a fibule a graffi
piove sabbia dal deserto.
Gronda piombo di risulta dai campi del fango.
La rete del pescatore
chiede rafia e spola, implora nuova onda
giace lacera addosso alla parete scura.
Coste di falesie – nessun attracco buono
il mare delle secche al largo
e la paura d’incagliare la prora sull’osso.
Non dormirai invano scafato sognatore
senza ascoltare prima il coro delle sirene.
Luccicano sullo scoglio i canti d’Orfeo
i resti bianchi d’altre lussurie.
Il mondo concede, si svende – offre –
impone l’altalena delle maree
il fondo come sofferenza finale, il fondo
come salvezza.
Alleggerirsi della metà delle ombre
è (già) presunzione d’alba. Chiarezza di idee.
Conviene la bassa marea dove il fondo si tocca.
Per non toccare il fondo e ritornare a vedere
il volto di Euridice.
Incombe dirompente
la piena dell’Ebro sulle logore paratìe.

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