ridurre i costi della politica di Michele Petraroia | La Fonte TV
Fin dallo scorso anno, non appena venne pubblicato il Decreto Legge 138 che all’art.14 riduceva il numero dei consiglieri regionali a 20, chiesi formalmente al Ministero degli Interni di indire i comizi elettorali in Molise per il 16 e 17 ottobre, con la previsione di 20 eletti. L’allora Ministro Maroni non accolse la sollecitazione con un interpretazione cavillosa e come si insediò la X legislatura riuscii a proporre e far approvare a maggioranza, nella seduta di Consiglio del 1° febbraio 2012 una delibera di recepimento della legge n. 148/2011 sulla riduzione dei componenti e sul contenimento dei costi della politica.
A fronte del groviglio che seguì alla pronuncia della Corte Costituzionale sul nuovo Statuto della Regione Molise ad aprile scorso, il 10 maggio ed il 24 luglio con due istanze inviate al Ministero degli Interni e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sollecitavo l’automatica ed immediata applicabilità della nuova norma nazionale con l’elezione di 20 consiglieri in caso di ritorno alle urne. L’Ufficio Giuridico di Palazzo Chigi ha ritenuto ammissibile il quesito e l’ha girato al Capo di Gabinetto del Ministro degli Interni che però ha riaffermato con due comunicazioni del 4 e del 10 settembre dell’Ufficio Territoriale del Governo che il taglio dei consiglieri non è automatico. Il Ministero ha chiarito che la previsione numerica è competenza statutaria e per questo ha invitato il Consiglio con procedura “urgente e indifferibile” a modificare lo Statuto in doppia lettura e quindi approvare la legge elettorale regionale attuativa. Per l’Ufficio del Governo anche in caso di scioglimento del Consiglio Regionale il 16 ottobre, stante il ritorno alle urne in primavera e vista l’urgenza di recepire la norma sul contenimento dei costi istituzionali, si può completare formalmente ed in modo ineccepibile il percorso indicato. Basterebbe un’ampia intesa tra le forze politiche per portare a compimento queste procedure in tre mesi, abbattendo le spese e riparametrando in termini di risparmio i capitoli di bilancio su queste voci.
Purtroppo il Molise è il luogo dove anche le cose chiare si complicano sotto un mantello di fumo e di urla. Per un verso c’è chi, non avendo né letto e tantomeno studiato le note della Prefettura, strilla che se il 16 ottobre si scioglie il Consiglio non si fa più niente. E quindi si torna a votare a 30. Costoro si fanno scudo di un pronunciamento amministrativo per far rimanere le cose come stanno a danno dell’erario pubblico. Per l’altro c’è chi ha predisposto delle proposte di legge elettorale protocollandole agli atti della Commissione, ignorando che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 4/2010, ha sancito che una regione prima adotta lo Statuto e poi si dota della legge elettorale. Anche qui sarebbe stato sufficiente leggersi la comunicazione che il Ministero degli Interni ha inviato a tutti i consiglieri il 4 settembre per evitare un errore così grossolano.
Onde evitare che le strumentalizzazioni, le omissioni ed i tatticismi, di opposte sponde, impediscano di completare il percorso istituzionale indicato dall’Ufficio Territoriale del Governo per portare a 20 il numero dei consiglieri, ho nuovamente sollecitato il Ministro Cancellieri a inserire in un qualsiasi provvedimento in via di conversione un emendamento legislativo che in due righe sancisce l’automatica attuazione del disposto dell’art. 14 della legge 148/2011 per il Molise. È sufficiente prevedere che nelle regioni in cui lo Statuto in vigore non definisce il numero, e si fa riferimento ad una norma nazionale, scatta il nuovo limite menzionato. Questa iniziativa trae spunto dal convincimento che da parte delle forze politiche c’è un basso livello di consapevolezza circa la devastante crisi economica in essere e il crescente disagio sociale che assilla un numero sempre più alto di persone e di famiglie.
È opportuno che i cittadini si organizzino insieme alla parte più sensibile della società civile per mobilitarsi a sostegno della riduzione dei consiglieri, degli assessori e dei costi della politica. E non basta portare a 20 gli eletti alla Regione. C’è bisogno di un riordino più ampio che ho protocollato in una Mozione, che sarà illustrata in un evento pubblico, in cui si prende atto che la legge 135 del 7 agosto scorso ha soppresso la Provincia di Isernia ed ha accelerato le scadenze sui servizi associati obbligatori per i comuni. Nella proposta di riordino amministrativo prefiguro il definitivo superamento delle dieci Comunità Montane, la cancellazione o l’accorpamento di Istituti, Consorzi, Enti Sub-Regionali e Agenzie, l’avvio di una cooperazione di Macro-Area con Abruzzo e Marche, e la suddivisione del Molise in 17 Unioni di Comuni, distinguendo le Unioni Montane da quelle Semplici. Entro pochi mesi i comuni non potranno più gestire da soli i servizi essenziali per i cittadini e consentire la nascita di micro-unioni non servirebbe a nulla. Per questo è opportuno immaginare 17 Unioni a cui demandare deleghe, funzioni, risorse finanziarie e poteri, avvicinando i cittadini alle istituzioni con un risparmio considerevole derivante dalla soppressione di numerosi ed inutili enti intermedi.☺
petraroia.michele@virgilio.it
Fin dallo scorso anno, non appena venne pubblicato il Decreto Legge 138 che all’art.14 riduceva il numero dei consiglieri regionali a 20, chiesi formalmente al Ministero degli Interni di indire i comizi elettorali in Molise per il 16 e 17 ottobre, con la previsione di 20 eletti. L’allora Ministro Maroni non accolse la sollecitazione con un interpretazione cavillosa e come si insediò la X legislatura riuscii a proporre e far approvare a maggioranza, nella seduta di Consiglio del 1° febbraio 2012 una delibera di recepimento della legge n. 148/2011 sulla riduzione dei componenti e sul contenimento dei costi della politica.
A fronte del groviglio che seguì alla pronuncia della Corte Costituzionale sul nuovo Statuto della Regione Molise ad aprile scorso, il 10 maggio ed il 24 luglio con due istanze inviate al Ministero degli Interni e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sollecitavo l’automatica ed immediata applicabilità della nuova norma nazionale con l’elezione di 20 consiglieri in caso di ritorno alle urne. L’Ufficio Giuridico di Palazzo Chigi ha ritenuto ammissibile il quesito e l’ha girato al Capo di Gabinetto del Ministro degli Interni che però ha riaffermato con due comunicazioni del 4 e del 10 settembre dell’Ufficio Territoriale del Governo che il taglio dei consiglieri non è automatico. Il Ministero ha chiarito che la previsione numerica è competenza statutaria e per questo ha invitato il Consiglio con procedura “urgente e indifferibile” a modificare lo Statuto in doppia lettura e quindi approvare la legge elettorale regionale attuativa. Per l’Ufficio del Governo anche in caso di scioglimento del Consiglio Regionale il 16 ottobre, stante il ritorno alle urne in primavera e vista l’urgenza di recepire la norma sul contenimento dei costi istituzionali, si può completare formalmente ed in modo ineccepibile il percorso indicato. Basterebbe un’ampia intesa tra le forze politiche per portare a compimento queste procedure in tre mesi, abbattendo le spese e riparametrando in termini di risparmio i capitoli di bilancio su queste voci.
Purtroppo il Molise è il luogo dove anche le cose chiare si complicano sotto un mantello di fumo e di urla. Per un verso c’è chi, non avendo né letto e tantomeno studiato le note della Prefettura, strilla che se il 16 ottobre si scioglie il Consiglio non si fa più niente. E quindi si torna a votare a 30. Costoro si fanno scudo di un pronunciamento amministrativo per far rimanere le cose come stanno a danno dell’erario pubblico. Per l’altro c’è chi ha predisposto delle proposte di legge elettorale protocollandole agli atti della Commissione, ignorando che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 4/2010, ha sancito che una regione prima adotta lo Statuto e poi si dota della legge elettorale. Anche qui sarebbe stato sufficiente leggersi la comunicazione che il Ministero degli Interni ha inviato a tutti i consiglieri il 4 settembre per evitare un errore così grossolano.
Onde evitare che le strumentalizzazioni, le omissioni ed i tatticismi, di opposte sponde, impediscano di completare il percorso istituzionale indicato dall’Ufficio Territoriale del Governo per portare a 20 il numero dei consiglieri, ho nuovamente sollecitato il Ministro Cancellieri a inserire in un qualsiasi provvedimento in via di conversione un emendamento legislativo che in due righe sancisce l’automatica attuazione del disposto dell’art. 14 della legge 148/2011 per il Molise. È sufficiente prevedere che nelle regioni in cui lo Statuto in vigore non definisce il numero, e si fa riferimento ad una norma nazionale, scatta il nuovo limite menzionato. Questa iniziativa trae spunto dal convincimento che da parte delle forze politiche c’è un basso livello di consapevolezza circa la devastante crisi economica in essere e il crescente disagio sociale che assilla un numero sempre più alto di persone e di famiglie.
È opportuno che i cittadini si organizzino insieme alla parte più sensibile della società civile per mobilitarsi a sostegno della riduzione dei consiglieri, degli assessori e dei costi della politica. E non basta portare a 20 gli eletti alla Regione. C’è bisogno di un riordino più ampio che ho protocollato in una Mozione, che sarà illustrata in un evento pubblico, in cui si prende atto che la legge 135 del 7 agosto scorso ha soppresso la Provincia di Isernia ed ha accelerato le scadenze sui servizi associati obbligatori per i comuni. Nella proposta di riordino amministrativo prefiguro il definitivo superamento delle dieci Comunità Montane, la cancellazione o l’accorpamento di Istituti, Consorzi, Enti Sub-Regionali e Agenzie, l’avvio di una cooperazione di Macro-Area con Abruzzo e Marche, e la suddivisione del Molise in 17 Unioni di Comuni, distinguendo le Unioni Montane da quelle Semplici. Entro pochi mesi i comuni non potranno più gestire da soli i servizi essenziali per i cittadini e consentire la nascita di micro-unioni non servirebbe a nulla. Per questo è opportuno immaginare 17 Unioni a cui demandare deleghe, funzioni, risorse finanziarie e poteri, avvicinando i cittadini alle istituzioni con un risparmio considerevole derivante dalla soppressione di numerosi ed inutili enti intermedi.☺
ridurre i costi della politica di Michele Petraroia
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Fin dallo scorso anno, non appena venne pubblicato il Decreto Legge 138 che all’art.14 riduceva il numero dei consiglieri regionali a 20, chiesi formalmente al Ministero degli Interni di indire i comizi elettorali in Molise per il 16 e 17 ottobre, con la previsione di 20 eletti. L’allora Ministro Maroni non accolse la sollecitazione con un interpretazione cavillosa e come si insediò la X legislatura riuscii a proporre e far approvare a maggioranza, nella seduta di Consiglio del 1° febbraio 2012 una delibera di recepimento della legge n. 148/2011 sulla riduzione dei componenti e sul contenimento dei costi della politica.
A fronte del groviglio che seguì alla pronuncia della Corte Costituzionale sul nuovo Statuto della Regione Molise ad aprile scorso, il 10 maggio ed il 24 luglio con due istanze inviate al Ministero degli Interni e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sollecitavo l’automatica ed immediata applicabilità della nuova norma nazionale con l’elezione di 20 consiglieri in caso di ritorno alle urne. L’Ufficio Giuridico di Palazzo Chigi ha ritenuto ammissibile il quesito e l’ha girato al Capo di Gabinetto del Ministro degli Interni che però ha riaffermato con due comunicazioni del 4 e del 10 settembre dell’Ufficio Territoriale del Governo che il taglio dei consiglieri non è automatico. Il Ministero ha chiarito che la previsione numerica è competenza statutaria e per questo ha invitato il Consiglio con procedura “urgente e indifferibile” a modificare lo Statuto in doppia lettura e quindi approvare la legge elettorale regionale attuativa. Per l’Ufficio del Governo anche in caso di scioglimento del Consiglio Regionale il 16 ottobre, stante il ritorno alle urne in primavera e vista l’urgenza di recepire la norma sul contenimento dei costi istituzionali, si può completare formalmente ed in modo ineccepibile il percorso indicato. Basterebbe un’ampia intesa tra le forze politiche per portare a compimento queste procedure in tre mesi, abbattendo le spese e riparametrando in termini di risparmio i capitoli di bilancio su queste voci.
Purtroppo il Molise è il luogo dove anche le cose chiare si complicano sotto un mantello di fumo e di urla. Per un verso c’è chi, non avendo né letto e tantomeno studiato le note della Prefettura, strilla che se il 16 ottobre si scioglie il Consiglio non si fa più niente. E quindi si torna a votare a 30. Costoro si fanno scudo di un pronunciamento amministrativo per far rimanere le cose come stanno a danno dell’erario pubblico. Per l’altro c’è chi ha predisposto delle proposte di legge elettorale protocollandole agli atti della Commissione, ignorando che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 4/2010, ha sancito che una regione prima adotta lo Statuto e poi si dota della legge elettorale. Anche qui sarebbe stato sufficiente leggersi la comunicazione che il Ministero degli Interni ha inviato a tutti i consiglieri il 4 settembre per evitare un errore così grossolano.
Onde evitare che le strumentalizzazioni, le omissioni ed i tatticismi, di opposte sponde, impediscano di completare il percorso istituzionale indicato dall’Ufficio Territoriale del Governo per portare a 20 il numero dei consiglieri, ho nuovamente sollecitato il Ministro Cancellieri a inserire in un qualsiasi provvedimento in via di conversione un emendamento legislativo che in due righe sancisce l’automatica attuazione del disposto dell’art. 14 della legge 148/2011 per il Molise. È sufficiente prevedere che nelle regioni in cui lo Statuto in vigore non definisce il numero, e si fa riferimento ad una norma nazionale, scatta il nuovo limite menzionato. Questa iniziativa trae spunto dal convincimento che da parte delle forze politiche c’è un basso livello di consapevolezza circa la devastante crisi economica in essere e il crescente disagio sociale che assilla un numero sempre più alto di persone e di famiglie.
È opportuno che i cittadini si organizzino insieme alla parte più sensibile della società civile per mobilitarsi a sostegno della riduzione dei consiglieri, degli assessori e dei costi della politica. E non basta portare a 20 gli eletti alla Regione. C’è bisogno di un riordino più ampio che ho protocollato in una Mozione, che sarà illustrata in un evento pubblico, in cui si prende atto che la legge 135 del 7 agosto scorso ha soppresso la Provincia di Isernia ed ha accelerato le scadenze sui servizi associati obbligatori per i comuni. Nella proposta di riordino amministrativo prefiguro il definitivo superamento delle dieci Comunità Montane, la cancellazione o l’accorpamento di Istituti, Consorzi, Enti Sub-Regionali e Agenzie, l’avvio di una cooperazione di Macro-Area con Abruzzo e Marche, e la suddivisione del Molise in 17 Unioni di Comuni, distinguendo le Unioni Montane da quelle Semplici. Entro pochi mesi i comuni non potranno più gestire da soli i servizi essenziali per i cittadini e consentire la nascita di micro-unioni non servirebbe a nulla. Per questo è opportuno immaginare 17 Unioni a cui demandare deleghe, funzioni, risorse finanziarie e poteri, avvicinando i cittadini alle istituzioni con un risparmio considerevole derivante dalla soppressione di numerosi ed inutili enti intermedi.☺
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