Istituita nel 1992, dalle Nazioni unite, per promuovere concrete attività a difesa di questa risorsa e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del risparmio idrico, il 22 Marzo è stata celebrata anche quest’anno la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day). L’obiettivo è coinvolgere il maggior numero di persone per renderle consapevoli del consumo di tale risorsa, attraverso le scelte e i comportamenti individuali e favorire atteggiamenti e politiche virtuose.
Ancora oggi, in molte parti del mondo, la disponibilità idrica risulta spesso pressoché nulla. Quasi tre miliardi di persone (2,8 miliardi per le statistiche) vivono in aree a forte stress idrico; altri due miliardi e mezzo di esseri umani, di cui quasi un miliardo sono bambini, sono senza servizi igienici, anche di base: ogni giorno più di 3.000 bambini muoiono per malattie legate alla scarsa igiene. Tuttora l’accesso a fonti sicure e a servizi igienici è un problema aperto e sebbene molti passi avanti sono stati fatti, tanti se ne devono ancora compiere.
Quest’anno il World Water Day è stato dedicato alla relazione tra acqua ed energia, due elementi strettamente interconnessi ed interdipendenti. In quasi tutti i processi di generazione di energia, infatti, sono necessari ingenti quantità di acqua. Non solo in quello idroelettrico, dove l’acqua è il motore in quanto tale, ma anche nel caso in cui essa serve a raffreddare gli impianti delle centrali azionate da fonti diverse o per la stessa lavorazione dei combustibili.
Secondo l’ONU entro il 2035 il consumo mondiale di energia aumenterà del 35%, il che farà incrementare l’impiego di acqua dell’85%. Entro il 2050 oltre 2 miliardi di persone nel mondo non avranno fornitura né di acqua né di energia. La domanda di acqua supererà di ben il 44% l’offerta e ancora peggio andrà per l’energia. Il tutto risulterà aggravato dai cambiamenti climatici, che aggiungono incertezza per la straordinaria variabilità delle precipitazioni, per le più frequenti inondazioni, per i periodi di siccità più intensi.
L’acqua è l’elemento dominante del pianeta Terra e pur ricoprendo per il 75% la superficie terrestre, solo lo 0,62% è direttamente fruibile per gli usi vitali dell’uomo, non solo per quelle strettamente legate alla propria sopravvivenza. Infatti, oltre all’uso idropotabile e irriguo, l’acqua serve per l’industria, per la produzione di energia, per le attività terziarie, per gli usi urbani e perciò la sua carenza si traduce in un freno allo sviluppo delle comunità. Lo sviluppo di tutti o quasi i Paesi del mondo è, dunque, strettamente legato ad un sempre maggior consumo di acqua derivante dalle risorse idriche naturali.
E, come se non bastasse, poiché sono sempre più numerose le situazioni in cui la stessa risorsa è condivisa da più Paesi, sono già in atto e lo saranno ancor più nel prossimo futuro pericolose tensioni e competizioni tra nazioni da governare a livello internazionale. L’ONU indica che questo rischio di contesa riguarda ben 180 aree del pianeta. La contesa delle acque del Nilo, quella delle acque dei fiumi Tigri ed Eufrate, quella del patrimonio idrico del Medio Oriente nel suo complesso, sono da considerare, decisamente, le più significative, non le sole, purtroppo.
L’argomento, sul tavolo delle Nazioni Unite, da molti anni, ha compiuto nel 2010 un primo importante passo in avanti. La risoluzione datata 29 Luglio 2010 dichiara per la prima volta nella storia il diritto all’acqua da parte di ogni persona come un diritto umano universale e fondamentale. Un richiamo, a prima vista ovvio, oggetto, invece, per anni, di lunghi dibattiti, dal momento che la comunità mondiale era rimasta ancorata al concetto di “acqua” quale bisogno fondamentale e non diritto fondamentale, perché in quanto tale avrebbe significato che i Paesi maggiormente sviluppati avrebbero dovuto accollarsi gli oneri per l’accesso all’acqua dei Paesi più bisognosi. La risoluzione del 2010, anche se non vincolante, afferma, tuttavia, il principio che la comunità internazionale, attraverso gli Stati membri, è chiamata ad attuare iniziative per garantire a tutti un’acqua potabile di qualità ed economicamente accessibile.
L’acqua è, dunque, di tutti. Non si dà, né si riceve. Essa, semplicemente, si distribuisce.☺
*Dirigente Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale)
Istituita nel 1992, dalle Nazioni unite, per promuovere concrete attività a difesa di questa risorsa e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del risparmio idrico, il 22 Marzo è stata celebrata anche quest’anno la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day). L’obiettivo è coinvolgere il maggior numero di persone per renderle consapevoli del consumo di tale risorsa, attraverso le scelte e i comportamenti individuali e favorire atteggiamenti e politiche virtuose.
Ancora oggi, in molte parti del mondo, la disponibilità idrica risulta spesso pressoché nulla. Quasi tre miliardi di persone (2,8 miliardi per le statistiche) vivono in aree a forte stress idrico; altri due miliardi e mezzo di esseri umani, di cui quasi un miliardo sono bambini, sono senza servizi igienici, anche di base: ogni giorno più di 3.000 bambini muoiono per malattie legate alla scarsa igiene. Tuttora l’accesso a fonti sicure e a servizi igienici è un problema aperto e sebbene molti passi avanti sono stati fatti, tanti se ne devono ancora compiere.
Quest’anno il World Water Day è stato dedicato alla relazione tra acqua ed energia, due elementi strettamente interconnessi ed interdipendenti. In quasi tutti i processi di generazione di energia, infatti, sono necessari ingenti quantità di acqua. Non solo in quello idroelettrico, dove l’acqua è il motore in quanto tale, ma anche nel caso in cui essa serve a raffreddare gli impianti delle centrali azionate da fonti diverse o per la stessa lavorazione dei combustibili.
Secondo l’ONU entro il 2035 il consumo mondiale di energia aumenterà del 35%, il che farà incrementare l’impiego di acqua dell’85%. Entro il 2050 oltre 2 miliardi di persone nel mondo non avranno fornitura né di acqua né di energia. La domanda di acqua supererà di ben il 44% l’offerta e ancora peggio andrà per l’energia. Il tutto risulterà aggravato dai cambiamenti climatici, che aggiungono incertezza per la straordinaria variabilità delle precipitazioni, per le più frequenti inondazioni, per i periodi di siccità più intensi.
L’acqua è l’elemento dominante del pianeta Terra e pur ricoprendo per il 75% la superficie terrestre, solo lo 0,62% è direttamente fruibile per gli usi vitali dell’uomo, non solo per quelle strettamente legate alla propria sopravvivenza. Infatti, oltre all’uso idropotabile e irriguo, l’acqua serve per l’industria, per la produzione di energia, per le attività terziarie, per gli usi urbani e perciò la sua carenza si traduce in un freno allo sviluppo delle comunità. Lo sviluppo di tutti o quasi i Paesi del mondo è, dunque, strettamente legato ad un sempre maggior consumo di acqua derivante dalle risorse idriche naturali.
E, come se non bastasse, poiché sono sempre più numerose le situazioni in cui la stessa risorsa è condivisa da più Paesi, sono già in atto e lo saranno ancor più nel prossimo futuro pericolose tensioni e competizioni tra nazioni da governare a livello internazionale. L’ONU indica che questo rischio di contesa riguarda ben 180 aree del pianeta. La contesa delle acque del Nilo, quella delle acque dei fiumi Tigri ed Eufrate, quella del patrimonio idrico del Medio Oriente nel suo complesso, sono da considerare, decisamente, le più significative, non le sole, purtroppo.
L’argomento, sul tavolo delle Nazioni Unite, da molti anni, ha compiuto nel 2010 un primo importante passo in avanti. La risoluzione datata 29 Luglio 2010 dichiara per la prima volta nella storia il diritto all’acqua da parte di ogni persona come un diritto umano universale e fondamentale. Un richiamo, a prima vista ovvio, oggetto, invece, per anni, di lunghi dibattiti, dal momento che la comunità mondiale era rimasta ancorata al concetto di “acqua” quale bisogno fondamentale e non diritto fondamentale, perché in quanto tale avrebbe significato che i Paesi maggiormente sviluppati avrebbero dovuto accollarsi gli oneri per l’accesso all’acqua dei Paesi più bisognosi. La risoluzione del 2010, anche se non vincolante, afferma, tuttavia, il principio che la comunità internazionale, attraverso gli Stati membri, è chiamata ad attuare iniziative per garantire a tutti un’acqua potabile di qualità ed economicamente accessibile.
L’acqua è, dunque, di tutti. Non si dà, né si riceve. Essa, semplicemente, si distribuisce.☺
*Dirigente Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale)
Istituita nel 1992, dalle Nazioni unite, per promuovere concrete attività a difesa di questa risorsa e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del risparmio idrico, il 22 Marzo è stata celebrata anche quest’anno la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day).
Istituita nel 1992, dalle Nazioni unite, per promuovere concrete attività a difesa di questa risorsa e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del risparmio idrico, il 22 Marzo è stata celebrata anche quest’anno la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day). L’obiettivo è coinvolgere il maggior numero di persone per renderle consapevoli del consumo di tale risorsa, attraverso le scelte e i comportamenti individuali e favorire atteggiamenti e politiche virtuose.
Ancora oggi, in molte parti del mondo, la disponibilità idrica risulta spesso pressoché nulla. Quasi tre miliardi di persone (2,8 miliardi per le statistiche) vivono in aree a forte stress idrico; altri due miliardi e mezzo di esseri umani, di cui quasi un miliardo sono bambini, sono senza servizi igienici, anche di base: ogni giorno più di 3.000 bambini muoiono per malattie legate alla scarsa igiene. Tuttora l’accesso a fonti sicure e a servizi igienici è un problema aperto e sebbene molti passi avanti sono stati fatti, tanti se ne devono ancora compiere.
Quest’anno il World Water Day è stato dedicato alla relazione tra acqua ed energia, due elementi strettamente interconnessi ed interdipendenti. In quasi tutti i processi di generazione di energia, infatti, sono necessari ingenti quantità di acqua. Non solo in quello idroelettrico, dove l’acqua è il motore in quanto tale, ma anche nel caso in cui essa serve a raffreddare gli impianti delle centrali azionate da fonti diverse o per la stessa lavorazione dei combustibili.
Secondo l’ONU entro il 2035 il consumo mondiale di energia aumenterà del 35%, il che farà incrementare l’impiego di acqua dell’85%. Entro il 2050 oltre 2 miliardi di persone nel mondo non avranno fornitura né di acqua né di energia. La domanda di acqua supererà di ben il 44% l’offerta e ancora peggio andrà per l’energia. Il tutto risulterà aggravato dai cambiamenti climatici, che aggiungono incertezza per la straordinaria variabilità delle precipitazioni, per le più frequenti inondazioni, per i periodi di siccità più intensi.
L’acqua è l’elemento dominante del pianeta Terra e pur ricoprendo per il 75% la superficie terrestre, solo lo 0,62% è direttamente fruibile per gli usi vitali dell’uomo, non solo per quelle strettamente legate alla propria sopravvivenza. Infatti, oltre all’uso idropotabile e irriguo, l’acqua serve per l’industria, per la produzione di energia, per le attività terziarie, per gli usi urbani e perciò la sua carenza si traduce in un freno allo sviluppo delle comunità. Lo sviluppo di tutti o quasi i Paesi del mondo è, dunque, strettamente legato ad un sempre maggior consumo di acqua derivante dalle risorse idriche naturali.
E, come se non bastasse, poiché sono sempre più numerose le situazioni in cui la stessa risorsa è condivisa da più Paesi, sono già in atto e lo saranno ancor più nel prossimo futuro pericolose tensioni e competizioni tra nazioni da governare a livello internazionale. L’ONU indica che questo rischio di contesa riguarda ben 180 aree del pianeta. La contesa delle acque del Nilo, quella delle acque dei fiumi Tigri ed Eufrate, quella del patrimonio idrico del Medio Oriente nel suo complesso, sono da considerare, decisamente, le più significative, non le sole, purtroppo.
L’argomento, sul tavolo delle Nazioni Unite, da molti anni, ha compiuto nel 2010 un primo importante passo in avanti. La risoluzione datata 29 Luglio 2010 dichiara per la prima volta nella storia il diritto all’acqua da parte di ogni persona come un diritto umano universale e fondamentale. Un richiamo, a prima vista ovvio, oggetto, invece, per anni, di lunghi dibattiti, dal momento che la comunità mondiale era rimasta ancorata al concetto di “acqua” quale bisogno fondamentale e non diritto fondamentale, perché in quanto tale avrebbe significato che i Paesi maggiormente sviluppati avrebbero dovuto accollarsi gli oneri per l’accesso all’acqua dei Paesi più bisognosi. La risoluzione del 2010, anche se non vincolante, afferma, tuttavia, il principio che la comunità internazionale, attraverso gli Stati membri, è chiamata ad attuare iniziative per garantire a tutti un’acqua potabile di qualità ed economicamente accessibile.
L’acqua è, dunque, di tutti. Non si dà, né si riceve. Essa, semplicemente, si distribuisce.☺
*Dirigente Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale)
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.