A cena da noi
2 Gennaio 2014 Share

A cena da noi

Il clima natalizio ci mette di buon umore, siamo stanchi di ricevere, come ogni anno, cenere e carbone da Babbo Natale e questa volta, armati di buoni propositi promettiamo di essere buoni.

Passeremo anche questo Natale nelle casette di legno, ormai logore, costruite undici anni orsono e vorremmo per le feste natalizie invitare intorno al caminetto, per mangiare insieme a loro caldarroste e bere vino rosso, tutti quelli che in questi anni si sono adoperati per darci una mano. Primo fra tutti il nostro senatore decaduto che, undici anni fa, in lacrime, mentre ancora si scavava sotto la scuola di San Giuliano, promise di ricostruire tutto nel giro di due anni. Non riuscì ad essere di parola allora nel mezzo della tragedia e non lo fu neanche dopo quando promise miracoli ai terremotati abruzzesi: ancora oggi quando questi sentono parlare di new town se la fanno sotto dalla paura.

Un invito a mangiare castagne vorremmo farlo anche al presidente Prodi che tanto si spese per non cambiare nulla. Non sostituì il capo della protezione civile, che tanto bene aveva fatto a noi e al nostro paese, così come  lasciò al suo posto il commissario Iorio che, per fortuna, in questi anni si è occupato solo del Molise.

Un invito particolare lo rivolgeremo, sperando che voglia gradire, adesso che è più libero, all’ex presidente della regione, Iorio. A lui che è stato il vero protagonista della ricostruzione post sisma vorremmo offrire una cena a base di seppie dell’adriatico e patate turchesche, prodotte a Pesche. Con lui vorremo fumare il calumet della pace per riconoscergli il merito di aver speso circa due miliardi di euro, parte per la ricostruzione post sisma e parte per il rilancio delle attività produttive dell’area del cratere, senza  aver, con tutti questi soldi, raggiunto nessuno degli obiettivi promessi.

Per non fare torto a nessuno, porteremmo intorno al fuoco della pace tutta la attuale delegazione parlamentare e governativa per brindare al successo ottenuto con la legge di stabilità. Non ci sono i soldi per la Termoli San Vittore nell’ultimo capolavoro parlamentare, ma ben cinque milioni di euro saranno più che sufficienti a retribuire il personale della protezione civile nel prossimo anno.

Un invito personale vorremmo rivolgerlo all’attuale presidente Frattura, finalmente l’uomo del cambiamento, per complimentarci con lui per i suoi propositi e possibilmente discutere del futuro. In più occasioni pubbliche ha promesso di riformare l’Agenzia  Regionale della Protezione Civile per ristabilire il principio di legalità, ridurre le spese di gestione del personale, pagare le indennità per l’autonoma sistemazione a chi, non per colpa sua, vive ancora fuori casa, rimborsare le spese per l’energia elettrica e per il trasporto a quelle persone che vivono ancora nelle baraccopoli, riavviare la ricostruzione, svincolare dal patto di stabilità i 346 milioni di euro fermi dall’agosto del 2011, pagare i debiti verso le imprese che hanno anticipato diversi milioni di euro per la ricostruzione post sisma. Sono passati già dieci mesi dal suo insediamento e pochi sono i risultati raggiunti ma è Natale e una castagna e un bicchiere di vino non la neghiamo neanche a lui. ☺

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