A tutto campo
11 Luglio 2016
La Fonte (351 articles)
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A tutto campo

Le grandi ammucchiate

Da qualche giorno si sono conclusi i ballottaggi per l’elezione dei sindaci nelle più grandi città italiane, oltre che al comune di Isernia e, al di là dei risultati, commentati, come sempre, dai protagonisti in maniera positiva. Renzi: “ho vinto dove ho innovato”, queste elezioni sanciscono, con chiarezza, la fine del “berluscorenzismo”. Al macero va il progetto di viaggiare tutti insieme su di un treno che non è diretto da nessuna parte. Il partito della nazione che già ha fatto tanti danni in Europa e all’Europa, qui da noi è finalmente abortito. Con lui vanno finalmente in soffitta anche i disegni dei suoi ispiratori, con il risultato, purtroppo, che oggi non esiste più né la destra e neanche la sinistra. L’idea della grande coalizione, una sorta di partito della nazione, nata in Germania nel 2005, con la caduta del Governo Schroeder e l’inizio dell’era Merkel, affonda le sue radici in un atavico progetto egemonico che i tedeschi coltivano da sempre, senza successo e con innumerevoli danni per loro e per gli altri e per il quale gli inglesi, che non sono da meno a nessuno in fatto di “grandeur”, hanno deciso di tornare indietro, uscendo dall’Unione Europea.merkel

Amministrative 2016

Con il voto di qualche giorno fa gli Italiani che sono andati a votare e anche quelli che sono restati a casa, hanno detto no alla prospettiva della grande ammucchiata che fino ad oggi è servita unicamente ad incrementare la distanza fra ricchi e poveri sia in Italia che in Europa. Il segretario del PD, in questa tornata elettorale è stato bocciato non solo per la proposta politica dell’indifferenziata; non mi riferisco alla monnezza anche se ci sono andato molto vicino, ma soprattutto alle scelte disinvolte che ha operato in questi due anni di governo. A Napoli il sindaco uscente li ha polverizzati con una pernacchia e del candidato della destra non se ne ha più notizia dalla sera del ballottaggio; a Milano, il sindaco Sala, negli ultimi giorni di campagna elettorale, ha capito che andare in giro con Pisapia sarebbe stato meglio che farsi vedere con Renzi e così, solo grazie ai voti della sinistra è riuscito a vincere, anche se per un soffio; a Torino, il povero Fassino, che aveva anche ben amministrato, ha pagato pegno unicamente per le scelte insulse di questo governo: se nelle periferie della città fai il nome di Renzi, rischi il linciaggio. Neanche Berlusconi era riuscito così bene a farsi odiare dal popolo della sinistra; a Roma, dove la situazione è drammatica, i due candidati, la Raggi a 5 stelle e Giachetti del PD, negli ultimi giorni di campagna elettorale hanno dimostrato entrambi la loro inconsistenza: nessun progetto per la Capitale, nessun sogno da realizzare, solo chiacchiere e buche da riempire. Adesso che la partita si è chiusa, ricordiamo della prima la freschezza con la quale ha narrato la sua storia amministrativa al comune di Roma; sembrava di vedere una che ti racconta del suo primo bacio, ma non sa ancora cosa le toccherà dopo; del secondo, vecchio volpone radicale, si capiva che era un usato sicuro ma con un grosso difetto originale: è amico di Renzi e ha condiviso con lui la congiura contro Marino. Solo un coglione poteva pensare di far dimettere il sindaco per via notarile e poi sperare di vincere le elezioni con i voti di quelli che lo avevano eletto.

Pd renziano Vs M5s

elezioni-comunali-2016-candidati-amministrativeSia a Roma che a Milano gli elettori delle periferie nella stragrande maggioranza hanno votato per i 5 stelle, perché non ne possono più della strafottenza del presidente del consiglio e dell’arroganza del suo giglio magico nel difender l’azione di governo. Le scelte di Matteo si sono rivelate delle gran bischerate, dal jobs act che, nonostante gli sgravi fiscali, non ha creato né sviluppo, né posti di lavoro, all’eliminazione della tassazione sulla casa anche per i ricchi che, nonostante il regalo ricevuto, hanno continuato a votare per la destra. Il pasticcio degli 80 euro regalati a non si sa bene chi, se in un primo momento ha contribuito al successo di Renzi, giunto al 40% dei consensi nelle elezioni europee, sono adesso diventati un boomerang per chi li ha concepiti. Il regalo fatto da questo governo alle banche e ai petrolieri, prima del referendum sulle trivelle, ha indispettito non solo quella parte della popolazione scorticata dalla crisi, ma lo stesso ceto medio, per quel poco che resta, schifato dal cinismo e dall’arroganza di questa classe politica. Quando si è parte di una storia politica limpida, si vota per un partito anche quando non si è d’accordo sulla sua linea politica. Renzi è riuscito a recidere anche quel legame sentimentale tra militante e partito che nella sinistra non era mai venuto meno, neanche nei momenti più difficili, quando dopo essere stati sconfitti, si gridava alla vittoria solo per il fatto che gli avversari politici avevano perso qualche punto percentuale rispetto alla precedenti tornate elettorali.

Pd Molisea-tutto-campo

Qui in Molise le cose sono andate diversamente dal resto del paese, non perché il PD ha vinto: ha perso anche qui come altrove. Al ballottaggio per la conquista del comune di Isernia, il PD non c’era e pare che la segretaria Fanelli si sia rivolta a Chi l’ha visto? per averne notizie. Qui le cause della sconfitta sono diverse che altrove; da noi, il governatore, uomo di spicco del PD regionale e amico personale di Matteo, insieme alla delegazione parlamentare del PD, hanno fatto da scudo umano al presidente del consiglio, e per nascondere le sue bischerate, sono stati “obbligati” a fare peggio di lui: per la verità non ci hanno messo fatica, sono dei talenti naturali. ☺

 

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