Sabato 13 gennaio presso la sede della curia si è svolta una conferenza stampa per il lancio della campagna nazionale di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare a favore dell’Acqua Pubblica. E’ la prima giornata della campagna nazionale che, per sei mesi, si svilupperà su tutto il territorio nazionale allo scopo di promuovere un riordino della gestione degli acquedotti, basato sulla concezione che la risorsa acqua è elemento essenziale della vita sul nostro pianeta e, come tale, non può essere considerato alla stregua di una pura merce. La massiccia partecipazione della stampa ci ha sorpreso. Ci attendevano anche una risposta puntuale da parte della cittadinanza (alla luce anche di un capillare percorso di informazione e formazione sviluppato pubblicamente da oltre un anno) ma in misura non così incoraggiante. Evidentemente, le condizioni climatiche di questo “strano” inverno e le previsioni di un futuro prossimo di progressiva siccità, hanno fortemente contribuito a rendere più ravvicinato il senso di una diversa attenzione nei confronti dell’acqua come elemento di vita, diritto universale, proprietà e bene comune da difendere e salvaguardare.
In qualche modo, si è ulteriormente iniziato a sviluppare un dibattito e confronto culturale attorno ad una visione della società fondata su valori non squisitamente economici. Nella prima giornata, la petizione ha raccolto l’adesione di alcuni tra i principali soggetti impegnati sul tema “acqua” nel nostro territorio (CGIL Funzione Pubblica, Fondazione Lorenzo Milani ONLUS, Baobab ONLUS Bottega del Mondo, Associazione Dalla Parte Degli Ultimi, Comitato Civico Termolese, Arci Isernia, Forum regionale Terzo Settore, movimento non violento di CB, Cooperativa Equo-solidale di CB, Azione 21 di CB, Associazione Jumbo e i Disobbedienti di CB) oltre ad una rappresentanza di Amministratori provinciali: Roberto Crema di Forza Italia, Di Narzo dell’Italia dei Valori, e del vice-sindaco di Termoli Filippo Monaco, ma, soprattutto, di donne e uomini (di ogni età e ceto) particolarmente sensibili ad una “battaglia” civile di assoluta trasversalità.
La legge d'iniziativa popolare, promossa da oltre 350 Organizzazioni a livello nazionale (tra cui: Acli, Cgil, Cobas, Fiom, Libera, Pax Christi, Legambiente, Pro Natura, Tempi di Fraternità, Verdi, Wwf, Gruppo P.E.A.C.E., gruppi Social Forum), si pone l'obiettivo di sottrarre la risorsa acqua alle pure logiche del profitto, riportandola sotto la tutela della gestione Pubblica e amministrandola attraverso gli strumenti della democrazia partecipativa. È possibile raccogliere le firme presso la curia ed il comune di Termoli e a partire dal 10 Febbraio in tutti i comuni, oltre a banchetti allestiti dalla prossima settimana.
LA LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE, IN BREVE:
L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti inalienabili ed inviolabili della persona;
l’acqua è un bene finito, da tutelare e da conservare perché indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi della presente e delle future generazioni;
ogni territorio deve definire un bilancio idrico che preservi la risorsa e la sua qualità;
il servizio idrico integrato è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza e finalizzato ad obiettivi di carattere sociale ed ambientale;
il servizio idrico integrato deve essere gestito esclusivamente attraverso Enti di diritto pubblico;
entro tempi certi devono terminare tutte le gestioni affidate a privati e a società miste pubblico-privato e a società per azioni a totale capitale pubblico;
50 litri per persona è il quantitativo minimo vitale giornaliero garantito e gratuito;
i lavoratori del servizio idrico e gli abitanti del territorio partecipano attivamente alle decisioni sugli atti fondamentali di gestione del servizio idrico integrato;
il servizio idrico è finanziato con la riduzione delle spese militari, con la lotta all’evasione fiscale, con tasse ambientali di scopo;
un fondo nazionale finanzia progetti per l’accesso all’acqua potabile nel sud del mondo.
Il vescovo, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato il percorso che dalla traccia di riflessione di Verona, ci ha condotto, sui temi della cittadinanza, ad unirci ad altre persone di buona volontà; inoltre come, “dalla destinazione universale dei beni della terra” derivi l’esistenza di una “ipoteca sociale” degli stessi. L’acqua è il principale bene della terra e la dottrina sociale ne sancisce la qualità di bene pubblico. La missione della chiesa è essenzialmente quella di annunciare il vangelo, cioè la Persona di Cristo che porta la salvezza integrale all’uomo integrale; ciò comporta che “l’opera della redenzione di Cristo, mentre per natura sua ha come fine la salvezza degli uomini, abbraccia pure la instaurazione di tutto l’ordine temporale. Per cui la missione della chiesa non è soltanto portare il messaggio di Cristo e la sua grazia agli uomini, ma anche animare e perfezionare l’ordine temporale con lo spirito evangelico” (Apostolicam actuositatem n. 5). ☺
Sabato 13 gennaio presso la sede della curia si è svolta una conferenza stampa per il lancio della campagna nazionale di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare a favore dell’Acqua Pubblica. E’ la prima giornata della campagna nazionale che, per sei mesi, si svilupperà su tutto il territorio nazionale allo scopo di promuovere un riordino della gestione degli acquedotti, basato sulla concezione che la risorsa acqua è elemento essenziale della vita sul nostro pianeta e, come tale, non può essere considerato alla stregua di una pura merce. La massiccia partecipazione della stampa ci ha sorpreso. Ci attendevano anche una risposta puntuale da parte della cittadinanza (alla luce anche di un capillare percorso di informazione e formazione sviluppato pubblicamente da oltre un anno) ma in misura non così incoraggiante. Evidentemente, le condizioni climatiche di questo “strano” inverno e le previsioni di un futuro prossimo di progressiva siccità, hanno fortemente contribuito a rendere più ravvicinato il senso di una diversa attenzione nei confronti dell’acqua come elemento di vita, diritto universale, proprietà e bene comune da difendere e salvaguardare.
In qualche modo, si è ulteriormente iniziato a sviluppare un dibattito e confronto culturale attorno ad una visione della società fondata su valori non squisitamente economici. Nella prima giornata, la petizione ha raccolto l’adesione di alcuni tra i principali soggetti impegnati sul tema “acqua” nel nostro territorio (CGIL Funzione Pubblica, Fondazione Lorenzo Milani ONLUS, Baobab ONLUS Bottega del Mondo, Associazione Dalla Parte Degli Ultimi, Comitato Civico Termolese, Arci Isernia, Forum regionale Terzo Settore, movimento non violento di CB, Cooperativa Equo-solidale di CB, Azione 21 di CB, Associazione Jumbo e i Disobbedienti di CB) oltre ad una rappresentanza di Amministratori provinciali: Roberto Crema di Forza Italia, Di Narzo dell’Italia dei Valori, e del vice-sindaco di Termoli Filippo Monaco, ma, soprattutto, di donne e uomini (di ogni età e ceto) particolarmente sensibili ad una “battaglia” civile di assoluta trasversalità.
La legge d'iniziativa popolare, promossa da oltre 350 Organizzazioni a livello nazionale (tra cui: Acli, Cgil, Cobas, Fiom, Libera, Pax Christi, Legambiente, Pro Natura, Tempi di Fraternità, Verdi, Wwf, Gruppo P.E.A.C.E., gruppi Social Forum), si pone l'obiettivo di sottrarre la risorsa acqua alle pure logiche del profitto, riportandola sotto la tutela della gestione Pubblica e amministrandola attraverso gli strumenti della democrazia partecipativa. È possibile raccogliere le firme presso la curia ed il comune di Termoli e a partire dal 10 Febbraio in tutti i comuni, oltre a banchetti allestiti dalla prossima settimana.
LA LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE, IN BREVE:
L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti inalienabili ed inviolabili della persona;
l’acqua è un bene finito, da tutelare e da conservare perché indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi della presente e delle future generazioni;
ogni territorio deve definire un bilancio idrico che preservi la risorsa e la sua qualità;
il servizio idrico integrato è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza e finalizzato ad obiettivi di carattere sociale ed ambientale;
il servizio idrico integrato deve essere gestito esclusivamente attraverso Enti di diritto pubblico;
entro tempi certi devono terminare tutte le gestioni affidate a privati e a società miste pubblico-privato e a società per azioni a totale capitale pubblico;
50 litri per persona è il quantitativo minimo vitale giornaliero garantito e gratuito;
i lavoratori del servizio idrico e gli abitanti del territorio partecipano attivamente alle decisioni sugli atti fondamentali di gestione del servizio idrico integrato;
il servizio idrico è finanziato con la riduzione delle spese militari, con la lotta all’evasione fiscale, con tasse ambientali di scopo;
un fondo nazionale finanzia progetti per l’accesso all’acqua potabile nel sud del mondo.
Il vescovo, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato il percorso che dalla traccia di riflessione di Verona, ci ha condotto, sui temi della cittadinanza, ad unirci ad altre persone di buona volontà; inoltre come, “dalla destinazione universale dei beni della terra” derivi l’esistenza di una “ipoteca sociale” degli stessi. L’acqua è il principale bene della terra e la dottrina sociale ne sancisce la qualità di bene pubblico. La missione della chiesa è essenzialmente quella di annunciare il vangelo, cioè la Persona di Cristo che porta la salvezza integrale all’uomo integrale; ciò comporta che “l’opera della redenzione di Cristo, mentre per natura sua ha come fine la salvezza degli uomini, abbraccia pure la instaurazione di tutto l’ordine temporale. Per cui la missione della chiesa non è soltanto portare il messaggio di Cristo e la sua grazia agli uomini, ma anche animare e perfezionare l’ordine temporale con lo spirito evangelico” (Apostolicam actuositatem n. 5). ☺
Sabato 13 gennaio presso la sede della curia si è svolta una conferenza stampa per il lancio della campagna nazionale di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare a favore dell’Acqua Pubblica. E’ la prima giornata della campagna nazionale che, per sei mesi, si svilupperà su tutto il territorio nazionale allo scopo di promuovere un riordino della gestione degli acquedotti, basato sulla concezione che la risorsa acqua è elemento essenziale della vita sul nostro pianeta e, come tale, non può essere considerato alla stregua di una pura merce. La massiccia partecipazione della stampa ci ha sorpreso. Ci attendevano anche una risposta puntuale da parte della cittadinanza (alla luce anche di un capillare percorso di informazione e formazione sviluppato pubblicamente da oltre un anno) ma in misura non così incoraggiante. Evidentemente, le condizioni climatiche di questo “strano” inverno e le previsioni di un futuro prossimo di progressiva siccità, hanno fortemente contribuito a rendere più ravvicinato il senso di una diversa attenzione nei confronti dell’acqua come elemento di vita, diritto universale, proprietà e bene comune da difendere e salvaguardare.
In qualche modo, si è ulteriormente iniziato a sviluppare un dibattito e confronto culturale attorno ad una visione della società fondata su valori non squisitamente economici. Nella prima giornata, la petizione ha raccolto l’adesione di alcuni tra i principali soggetti impegnati sul tema “acqua” nel nostro territorio (CGIL Funzione Pubblica, Fondazione Lorenzo Milani ONLUS, Baobab ONLUS Bottega del Mondo, Associazione Dalla Parte Degli Ultimi, Comitato Civico Termolese, Arci Isernia, Forum regionale Terzo Settore, movimento non violento di CB, Cooperativa Equo-solidale di CB, Azione 21 di CB, Associazione Jumbo e i Disobbedienti di CB) oltre ad una rappresentanza di Amministratori provinciali: Roberto Crema di Forza Italia, Di Narzo dell’Italia dei Valori, e del vice-sindaco di Termoli Filippo Monaco, ma, soprattutto, di donne e uomini (di ogni età e ceto) particolarmente sensibili ad una “battaglia” civile di assoluta trasversalità.
La legge d'iniziativa popolare, promossa da oltre 350 Organizzazioni a livello nazionale (tra cui: Acli, Cgil, Cobas, Fiom, Libera, Pax Christi, Legambiente, Pro Natura, Tempi di Fraternità, Verdi, Wwf, Gruppo P.E.A.C.E., gruppi Social Forum), si pone l'obiettivo di sottrarre la risorsa acqua alle pure logiche del profitto, riportandola sotto la tutela della gestione Pubblica e amministrandola attraverso gli strumenti della democrazia partecipativa. È possibile raccogliere le firme presso la curia ed il comune di Termoli e a partire dal 10 Febbraio in tutti i comuni, oltre a banchetti allestiti dalla prossima settimana.
LA LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE, IN BREVE:
L’acqua è un bene comune e un diritto umano universale, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile sono diritti inalienabili ed inviolabili della persona;
l’acqua è un bene finito, da tutelare e da conservare perché indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi della presente e delle future generazioni;
ogni territorio deve definire un bilancio idrico che preservi la risorsa e la sua qualità;
il servizio idrico integrato è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza e finalizzato ad obiettivi di carattere sociale ed ambientale;
il servizio idrico integrato deve essere gestito esclusivamente attraverso Enti di diritto pubblico;
entro tempi certi devono terminare tutte le gestioni affidate a privati e a società miste pubblico-privato e a società per azioni a totale capitale pubblico;
50 litri per persona è il quantitativo minimo vitale giornaliero garantito e gratuito;
i lavoratori del servizio idrico e gli abitanti del territorio partecipano attivamente alle decisioni sugli atti fondamentali di gestione del servizio idrico integrato;
il servizio idrico è finanziato con la riduzione delle spese militari, con la lotta all’evasione fiscale, con tasse ambientali di scopo;
un fondo nazionale finanzia progetti per l’accesso all’acqua potabile nel sud del mondo.
Il vescovo, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato il percorso che dalla traccia di riflessione di Verona, ci ha condotto, sui temi della cittadinanza, ad unirci ad altre persone di buona volontà; inoltre come, “dalla destinazione universale dei beni della terra” derivi l’esistenza di una “ipoteca sociale” degli stessi. L’acqua è il principale bene della terra e la dottrina sociale ne sancisce la qualità di bene pubblico. La missione della chiesa è essenzialmente quella di annunciare il vangelo, cioè la Persona di Cristo che porta la salvezza integrale all’uomo integrale; ciò comporta che “l’opera della redenzione di Cristo, mentre per natura sua ha come fine la salvezza degli uomini, abbraccia pure la instaurazione di tutto l’ordine temporale. Per cui la missione della chiesa non è soltanto portare il messaggio di Cristo e la sua grazia agli uomini, ma anche animare e perfezionare l’ordine temporale con lo spirito evangelico” (Apostolicam actuositatem n. 5). ☺
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