balestruccio e rondone
19 Aprile 2010 Share

balestruccio e rondone

 

“E ho osservato che ove questi uccelli fanno il loro nido e figliano, l’aria intorno è più dolce e più leggera” scrisse William Shakespeare in Macbeth riferendosi al Balestruccio (Delichon urbica) e ancora “Non v’è sporgenza, fregio, contrafforte, o cantuccio che appena sembri adatto, dove l’uccello non abbia intessuto con grande amore il suo pendulo letto e n’abbia fatto una feconda culla”. Un tempo più diffuso, questo piccolo uccelletto simile alla Rondine e comunemente confuso con essa, oggi è divenuto sempre più raro sia per il massiccio impiego di pesticidi ed insetticidi (che incide sulla disponibilità di insetti volanti dei quali si nutre) e sia per i cambiamenti che vengono apportati con le ristrutturazioni e le costruzioni dei nuovi edifici. Questa specie, infatti, a differenza della Rondine costruisce il suo nido nei centri abitati sotto i cornicioni dei tetti, sotto balconi o grondaie. Il suo nido a forma di coppa è una piccola opera d’arte, che viene rioccupata ogni anno con l’arrivo della primavera quando lasciano i paesi dove hanno trascorso l’inverno (Africa a sud del Sahara) per tornare nei luoghi di nidificazione. Costruire o riparare il nido è abbastanza difficile: i Balestrucci trasportano con il becco palline di fango che vengono sovrapposte e pressate come fossero dei piccoli mattoni e per passare allo strato successivo dovranno aspettare che tutto si asciughi per bene. Per completare il nido occorreranno circa 2800 “mattoncini” e quindi altrettanti viaggi di andata e ritorno verso il “fornitore” (pozze d’acqua, stagni, paludi, fiumi, strade di campagna) ma non lasciamoci spaventare dai numeri… i nostri bravissimi costruttori finiranno i lavori in soli 14 giorni.  Negli ultimi anni la nidificazione del Balestruccio è diventata sempre più difficoltosa a causa del diffondersi del cemento, che priva il nido di sufficienti punti di ancoraggio dati da superfici più ruvide ed imperfette, e dall’asfalto che impedisce la formazione del fango e quindi limitando la quantità di materia prima disponibile. Per ovviare a questo inconveniente esistono in commercio nidi artificiali adatti a questa specie e che installati opportunamente potranno essere occupati da questi simpatici inquilini (www.lipu.it). Riconoscere questa specie non è difficile; sia il maschio che la femmina hanno la parte superiore del corpo di colore nero, particolarmente brillante alla luce del sole, e la parte inferiore bianchissima (collo, gola e ventre) con zampe e piedi corti ricoperti da piume bianche. La Rondine (Hirundo rustica), invece, non frequenta i centri abitati, vive soprattutto nelle campagne, possiede una coda biforcuta più lunga e la gola rossiccia (vedi la fonte aprile 2006).

Mentre il sole incomincia a riscaldare il suolo freddo e le giornate si fanno più lunghe, un secondo simpatico inquilino potrebbe scegliere il nostro tetto per nidificare: il Rondone (Apus apus). Dopo aver viaggiato per quasi 10.000 chilometri, questo abile volatore ritorna negli stessi luoghi di nidificazione dell’anno precedente riutilizzando gli stessi fori o le stesse piccole cavità in prossimità dei tetti o sotto le tegole a forma di coppo per allevare i suoi 2-4 piccoli. Sono talmente legati alla loro “casa estiva” che sono stati osservati mentre sbattevano con violenza cercando di entrare in una cavità che era stata chiusa. Questa specie è una delle poche al mondo che si è perfettamente adattata a trascorrere tutta la vita in volo: mangia, dorme, beve e si accoppia in volo! Riesce a raggiungere persino i 3000 metri di altezza per inseguire gli insetti di cui si nutre. Se vi è sufficiente spazio e cavità, i Rondoni formano delle vere e proprie colonie dove i giovani immaturi si mescolano alle vere coppie aiutandoli a portare il cibo ai piccoli e usando la cavità del nido per rifugiarsi dalle intemperie. Dal momento in cui spiccano il loro primo volo i giovani dovranno attendere tre-quattro anni per raggiungere la maturità sessuale e riprodursi. Questa specie si distingue dalle due precedenti per la colorazione nera e la gola bianca, ma ha in comune sia l’alimentazione (completamente insettivora) e sia le cause che ne minacciano l’estinzione (uso di pesticidi, distruzione e modifica dei luoghi di nidificazione, modifica e trasformazione degli habitat di nidificazione e svernamento).

Numerosi nidiacei e individui esausti vengono ricoverati presso il Centro Recupero Fauna LIPU di Casacalenda, sorto grazie al contributo della Provincia di Campobasso. Rondoni e Balestrucci se consegnati subito potranno essere curati al meglio e tornare liberi e volare ancora nei nostri cieli.

La LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e diversi suoi partner internazionali sono molto interessati a conoscere le date ed i comuni in cui queste specie nidificano. Tutti possono partecipare e il progetto è rivolto soprattutto ai ragazzi che potranno annunciare con i loro avvistamenti l’arrivo delle primavera nel proprio Comune. Partecipare è semplice basta andare sul sito www.springalive.net dove sono disponibili informazioni, giochi e tante curiosità su questi ed altri simpatici uccelli. Per saperne di più su questo progetto e su queste specie partecipate numerosi all’Evento di Domenica 18 marzo 2006 presso l’Oasi LIPU di Casacalenda o telefonate al n. 347/6255345. Diamo il Benvenuto alla Primavera con la LIPU! ☺

 

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