Ai fiori seguiranno i frutti?
6 Maggio 2022
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Ai fiori seguiranno i frutti?

Lettera aperta a quanti vorranno applicare la biologia alla politica

 

Passeggiare per i campi, osservare la natura in pieno risveglio, nonostante l’incerta primavera, è catartico, riaccende la speranza. Gli alberi in fiore sono messaggeri della stagione dei frutti; i campi verdeggianti, per l’avvenuta semina, sono preludio di messi abbondanti, se i capricci meteorologici non distruggeranno le fatiche umane in un baleno. L’incognita tempo tiene in ansia gli agricoltori fino a raccolto ultimato.

Da seminatori di sogni, noi persone comuni mai rassegnate, raccolte intorno alla rivista la fonte, abbiamo protestato, contestato ma soprattutto abbozzato un progetto per veder rifiorire il nostro Molise. Per anni siamo stati degnati di sorrisi di sufficienza, di dubbi apprezzamenti, snobbati senza contestazioni nel merito delle nostre tesi. Da buoni contadini abbiamo continuato, imperterriti, a scassare la terra certi che i frutti non sarebbero mancati. Finalmente gruppi, movimenti, associazioni si sono cominciati a parlare, a confrontarsi, ad aggregarsi. È fiorita la “Coalizione Civica per il Molise” all’insegna di “cambiare si può, cambiare si deve”. È una rete di realtà in evoluzione, aperta a quanti sono pronti a uscire dalle vecchie logiche, a mettersi in discussione, a condividerne la progettualità appena avviata. Perfezionato insieme il programma si dovrà poi individuare la persona più adatta a fare sintesi delle istanze di cui è portatrice e poi, insieme, confrontarsi con le realtà politiche che accettano, senza compromessi al ribasso, il programma e la pulizia morale, per andare insieme, se possibile, verso le prossime elezioni regionali. Il cammino partecipato e dal basso è lungo, forse stancante, ma è l’ unico che può dare risultati perché rispettoso del cammino collettivo e aiuta a sviluppare la coscienza dei partecipanti. Per il momento c’è un albero in fiore, per i frutti bisognerà che attraversi incolume le intemperie delle stagioni o, fuori metafora, che il bene collettivo prevalga sugli interessi di bottega. Sarebbe contro natura innestare marze cattive su una pianta buona.

La gioia della fioritura non è possibile viverla in tutte le Ucraine del mondo, devastate dalla furia distruttiva dell’uomo. La guerra avviata dalla Russia ci spaventa perché più vicina a noi, ma nel mondo ci sono oltre quaranta conflitti dichiarati e in molte altre nazioni il ricorso alle armi provoca morte, distruzione, fuga delle persone che hanno il solo torto di essere nate nel posto sbagliato, magari con il colore della pelle non consono alle mode del tempo presente. Le nostre saranno vite sciupate finché non impariamo dalla natura che offre i suoi fiori e i suoi frutti non solo a chi amorevolmente l’accudisce ma anche a tutti quelli che sono disponibili ad usufruirne. È tempo di bandire la guerra come cosa vergognosa anche solo a pensarla: finché non diviene tabù per l’umanità il nostro progresso poggerà su una polveriera sempre pronta ad incenerire quanto di buono e di bello con fatica si va costruendo.

Il nostro occidente si è sviluppato depredando e distruggendo. È giunta l’ora di processare e rimuovere i responsabili di tante sciagure, a cominciare dai capi di stato e di governo che trovano naturale il ricorso alle armi. Una politica di fratellanza non solo è possibile ma necessaria, cominciando con il rifondare l’ONU dei popoli e non degli stati padroni e spesso canaglie. Se già i cristiani, che scommettono sul Crocifisso e non sui crocifissori, deponessero le armi, rifiutassero il ricorso alla violenza, come accadeva nei primi tre secoli dell’era cristiana, si formassero anzi alla nonviolenza, tornando allo statuto dettato da Cristo nel discorso della montagna (Mt. 5,1-11), il mondo prenderebbe una piega assai diversa. Utopia? Forse, ma se il realismo produce questi frutti marci e perversi, se governanti e generali, scelti meticolosamente tra persone sane, hanno ridotto il mondo ad un immenso campo di battaglia, allora che sia l’utopia, intrisa di sacrosanta follia, a guidare la storia futura. E certamente ai fiori seguiranno i frutti.☺

 

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