Con gli occhi dei terremotati
1 Ottobre 2015 Share

Con gli occhi dei terremotati

Lettera aperta a quanti lottano per un mondo migliore

Nel pieno della notte dell’ indifferenza verso i migranti un lampo ha squarciato le fitte tenebre. C’è voluta la visibilità di un bambino risputato dalle acque e comparso sulle copertine dei media per smuovere, purtroppo solo per qualche giorno, la coscienza ipocrita di chi, comodamente in poltrona, determina i destini delle persone. Come d’incanto si sono accorti che non erano avventurieri solitari a forzare per mare o per terra le frontiere del benessere, ma è in atto la trasmigrazione di interi popoli, per fortuna in modo pacifico; non hanno più niente da perdere e in punta di piedi sospingono le porte di una distratta Europa. La forza d’urto di un corso d’acqua in piena non può essere arrestato, così per una folla in fuga non c’è muro, barriera o filo spinato che tenga, meno ancora una polizia in assetto di guerra. Si discute tra le nazioni su quante persone ospitare e si pretende di fare selezione fra chi fugge dalla guerra, dalla fame o dalla disperazione. Ci si interroga se sono profughi o immigrati, se devono essere etichettati come rifugiati o clandestini. Non si vuole capire che sono persone umane che hanno il diritto primordiale di esistere e di inseguire la felicità. L’economia la fa ancora da padrona sulla politica e così si è disposti, a determinate condizioni, a concedere alloggio, non a rimuovere le cause: il coccodrillo è disposto a versare lacrime, non a rinunciare alle successive prede. Sfruttamento e profitto, commercio di armi e controllo di luoghi strategici ci impediscono di rimuovere le cause di un esodo senza fine di popoli che rivendicano unicamente il diritto di esistere. Accogliere, ospitare famiglie, come ha chiesto il papa, scompaginando i giochi politici e facendo emergere contraddizioni nella cristianità, non è solo un atto umanitario pur necessario; è anzitutto contestazione, lotta, rifiuto di una politica imperialista dettata da una spregiudicata finanza. È chiamarsi fuori da certe logiche, come Francesco che riproducendo la natività di Betlemme a Gubbio – il famoso presepe vivente – intendeva opporsi in modo chiaro, netto e nonviolento alle crociate che, col pretesto di liberare la Palestina, andavano a depredare senza pietà, seminando morte e disperazione. Non era forse questa anche l’intenzione della campagna da noi lanciata nel 2009, con lo slogan che campeggiava sul sagrato della chiesa di Bonefro: io ospito i clandestini. E tu?

In quel tragico fine ottobre 2002, se non ci fosse stata la morte di bambini sotto le macerie di una scuola a San Giuliano di Puglia, non si sarebbero accesi i riflettori per un terremoto altrimenti destinato a rimanere ignorato, tant’è che la ricostruzione, passata la commozione e costruite le cartoline per i visitatori, procede a rilento e troppe famiglie vivono ancora nel disagio dopo ben 13 anni. Su quelle macerie si sono costruite carriere politiche, si è spillato denaro pubblico per altri fini, ma ci si guarda bene dal voler prendere di petto la situazione per risolverla una volta per tutte. Lo stesso villaggio provvisorio, di un vuoto spettrale, sta cadendo a pezzi, ma non si trova modo di metterlo a disposizione di persone costrette all’invisibilità. A pretestuose opposizioni per presenze massicce di immigrati che, non essendo parenti nostri, possono andare a crepare altrove, si è aggiunta la maledizione di mafia capitale che aveva intravisto un ottimo e imperdibile affare nella gestione dell’agglomerato di casette. Pur non brillando per lungimiranza politica, non oso credere neppure lontanamente alle implicanze del sindaco in affari loschi, come alcune intercettazioni lascerebbero intendere. È così ripugnante una persona che specula su sudore e sangue umano che rifiuterei perfino l’evidenza dei fatti. Sono ben altre, e tutte amministrative, e di mancata solidarietà con i paesi del terremoto, le responsabilità che attribuisco a un sindaco che ha dovuto costruirsi pure l’opposizione per rimanere in carica a vita.

Dove invece non si intravvede neppure uno sprazzo di luce è nella politica molisana. Nella contestazione di una inefficienza che non ha eguali, espressa in più pagine della rivista un mese sì e l’altro pure, non si legga però assolutamente alcun rimpianto o nostalgia per la passata amministrazione, che fu deleteria e dilapidatoria di risorse e di speranze. Solo telepetescia può continuare a beatificarla e accendere lumini nei suoi studi davanti a quello che effettivamente si rivelò il suo santo in terra, in grado di fare miracoli anche quando non erano richiesti! Dicevo dell’amministrazione regionale: dopo due anni e mezzo di latitanza si è concessa una pausa e ci chiede di pazientare perché deve fare il tagliando di metà mandato e verificare chi è ancora fuori dalle patrie galere. È più facile che sopraggiunga anno mese e giorno in cui hai prenotato un’ecografia, e sappiamo come i vari sgoverni regionali hanno ridotto allo stremo la sanità, che la data in cui va in porto un loro impegno. Anziché risolvere i problemi, fanno i tavoli tanto che si sono accreditati a livello nazionale come i migliori falegnami con l’antica qualifica di segantini di sega a mano! Il loro obiettivo è riuscire a non fare niente e cercare di farlo con cognizione di causa. Forse aspettano che si trivelli l’Adriatico sperando che si produca un po’ di luce. Ma a queste condizioni meglio le tenebre!

PS. Su queste colonne il mese scorso mi sono congratulato con mons. Galantino, segretario dei vescovi italiani, perché, senza usare l’ecclesialese, si era rivolto con molta chiarezza ai politici italiani mettendoli davanti alle loro responsabilità, ma gli chiedevo di fare la stessa cosa con i confratelli vescovi affinché rinuncino ai privilegi divenuti diritti acquisiti. Naturalmente non è successo, né posso pretendere che ci legga. Con sorpresa invece noto che se ne è fatto carico il papa che ha chiesto a tutti gli enti ecclesiastici che svolgono attività commerciale di pagare le tasse dovute, senza sotterfugi. Che non sia il papa a leggerci e dare risonanza alle nostre istanze?☺

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