Andare veloci
18 Giugno 2016
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Andare veloci

La velocità in tutti gli aspetti della vita è diventata un’esigenza così pressante che a volte fa perdere di vista l’importanza delle cose meno evidenti che possono essere apprezzate e condivise solo se si procede con lentezza.

Quando si tratta della mobilità, però, andare veloci diventa una necessità per mettere in rapido collegamento posti e persone. Le sei ore che a volte occorrono per andare o tornare dalla Capitale non sono certo un fiore all’occhiello per la nostra regione e le dispute fra le Ferrovie e la Regione non facilitano il superamento del gap strutturale. Un accordo, invece, è stato raggiunto per quel che riguarda il sovrappasso ferroviario da realizzare a Campomarino per eliminare il passaggio a livello al Km 446. Le spese per la sua realizzazione saranno per metà a carico di RFI e l’altra metà della Regione Molise a valere sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione Sociale 2007/2013. Per un totale di 4 milioni di euro. Una soluzione alla quale si è giunti dopo notevoli pressioni da parte di Rete Ferroviaria Italiana che aveva l’esigenza di velocizzare la tratta, ma che andava presa in considerazione da tempo (ed il Comune di Campomarino ne era consapevole) visti gli incidenti, i rischi all’incolumità, il tormento per il traffico specialmente nel periodo estivo.

Dover attendere l’apertura delle sbarre per attraversare la strada principale che collega il lido di Campomarino alla Statale 16 è un fastidio provato da molti automobilisti ed anche dai pedoni a rischio di essere travolti dai treni che transitano a rapida velocità. Figuriamoci il problema per il traffico ferroviario della linea Bologna-Bari che nella tratta molisana è costretto a viaggiare su un’unica corsia e deve anche affrontare i rischi di un attraversamento con passaggio a livello. Potrebbe prestarsi benissimo come set per una nuova versione di Non ci resta che piangere. Un passaggio a livello che diventa la porta per entrare in uno spazio tempo differente, a misura di Molise, altro che Sole a catinelle.

Le infrastrutture molisane sono tali che se piove il Presidente del Consiglio dei Ministri non può spostarsi da L’Aquila a Campobasso perché non può partire in elicottero. Siamo proprio una regione a vocazione agricola in cui o voli o cammini con il mulo e l’acqua fuori stagione provoca la perdita del raccolto.

Se a Campomarino sperano di superare le difficoltà con un sovrappasso, a Termoli si pensa di velocizzare il traffico scavando nelle sue fondamenta. Il principio non è sbagliato dal momento che la strozzatura di via Roma è un problema per il traffico del pieno centro. Sono tantissime le auto di coloro che tornano dalle Tremiti e vogliono tornare presto a casa, ovviamente senza fermarsi a Termoli, quindi offrire loro la possibilità di togliersi di torno il prima possibile può tornare utile.

Al di là dell’appropriatezza del manufatto dal punto di vista ambientale, architettonico, geomorfologico, ecc., stupisce una considerazione riportata nel documento istruttorio facente parte della delibera di giunta regionale n. 20 del 15 gennaio 2013, quella con la quale la Giunta faceva proprio il progetto integrato “Termoli-Porta del Molise” assegnando risorse per oltre sette milioni di euro. In un riquadro si legge, infatti, che nei finanziamenti FSC erano disponibili oltre 700 mila euro per la raccolta differenziata, circa un milione e trecentomila euro per l’ ottimizzazione della rete idrica ed altri circa 700 mila euro per impianti di depurazione. Viste le condizioni della rete idrica che spesso ci porta in casa un’acqua color chinotto, una raccolta differenziata che ha mostrato tutti i limiti dell’organizzazione con ammasso di immondizie e cattivo odore e soprattutto l’incapacità del depuratore di soddisfare le esigenze di una città delle dimensioni di Termoli, ci si chiede perché l’esigenza primaria sia quella di avventurarsi in uno scavo per decongestionare 300 metri di strada cittadina. Forse la risposta è nella necessità di andare veloci, di non essere più capaci di soffermarsi a considerare, a ponderare, a valutare. Un elogio della lentezza per dirla con Lamberto Maffei? Certo che se Termoli è sporca, puzza e il mare presenta i tratti della fogna a cielo aperto, come si può dar torto a quelli che se la svignano il più in fretta possibile.

L’intelligenza della riflessione indurrebbe a cercare di creare le condizioni perché la città possa essere apprezzata e valorizzarne la capacità ricettiva, farne una porta di entrata del Molise, non di uscita frettolosa. Rendersi conto che a volte il tesoro non si nasconde nel sottosuolo, ma è proprio in quello che abbiamo sotto gli occhi e sotto il naso.☺

 

 

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