arte romanica
13 Aprile 2010 Share

arte romanica

 

La cultura artistica che si diffonde a partire dal XI sec. sviluppatasi nell’Occidente cristiano, e diffusasi su tutti i territori Europei, si definisce romanica ed ha caratteristiche comuni. Nelle diverse regioni si connota in modi particolari assumendo elementi locali facilmente riconoscibili. L’arte pittorica, scultorea e musiva sono in stretta relazione con l’architettura.

Gli eventi storici susseguitisi alle invasioni barbariche cominciarono a convertirsi verso forme socio-politiche più stabili. La paura dell’Apocalisse, che si era generata in corrispondenza all’anno 1000 era ormai alle spalle e l’arte ha risentito di questo nuovo clima.

Tornano a crescere i centri urbani come luoghi di scambi commerciali e culturali. Si diffonde il sistema feudale che era stato istituito con Carlo Magno nei domini dei Franchi. Le Crociate e le lotte tra Guelfi e Ghibellini segneranno la graduale crisi tra il potere del Papa di Roma e le Monarchie Europee. Gli Ordini Monastici, punto di riferimento della costruzione delle grandi cattedrali, i pellegrinaggi verso santuari e i Luoghi Santi, i Comuni, le Repubbliche Marinare fanno da alveo per la fioritura di un’arte nuova e nuovi linguaggi.

Pittura e scultura

L’arte Romanica, pur derivando dall’arte Romana Tardo-antica e dall’arte bizantina, si caratterizza con un originale senso plastico, forte ed espressivo.

La chiesa è un edificio sacro ed è in relazione al sacro corpo di Cristo. La pianta a croce latina, che ricorda la croce della redenzione, è un richiamo di forte simbolicità. La decorazione delle chiese ha scopo didattico. Le superfici, sia interne che esterne, sono utilizzate per istruire. Ovunque possiamo trovare immagini del Cristo (nella Mandorla sull’ingresso), i simboli dell’apocalisse, l’agnello, degli Evangelisti, la Gerusalemme celeste, l’Apocalisse, storie della Bibbia, decorazioni allegoriche. Presente anche una fauna fantastica derivata dal repertorio dei”bestiari”. Il repertorio delle immagini romaniche della pittura e della scultura sono bloccate, senza libertà espressiva. In pittura e scultura non si affronta il tema della visione in profondità e le figure sono poste su un unico piano. Esempio di pittura: La cripta cruciforme di S. Vincenzo al Volturno, al tempo dell’abate Epifanio (826-43) che vi appare raffigurato nella crocifissione. Il programma decorativo che gli studiosi evidenziano è ravvisato dagli scritti del teologo-abate Ambrogio Autperto: immagine di Cristo signore del creato che siede in un lobo stellato, nella volta centrale. La Vergine troneggia nell’abside, nell’annunciazione e nella maternità. I Santi e angeli in teoria frontale quasi ad accompagnare il fedele nella contemplazione della Gerusalemme celeste. Il modo bizantino di trattare l’iconografia traspare nella forte espressività delle composizioni e con lo scalare dei personaggi. L’alta drammaticità della Crocifissione ad esempio, dove la Madre sembra proiettarsi verso il Figlio mentre Giovanni si ritrae con sgomento e dolore, esempio di elevato senso plastico ed espressivo con cui il pittore ha inserito questa e le altre scene nello spazio. È la scuola Cassinate nella sua più felice espressione, che avrà il suo culmine iconografico nell’abbazia di Sant’Angelo in Formis(XI sec.), Capua.

Romanico Molisano

Partendo dalle grandi costruzioni romaniche del nord Europa e dell’Italia settentrionale, prossime alla monumentalità solida e austera dell’architettura tardo-imperiale, man mano che si scende verso l’Italia centrale si perde la visione architettonica della “Cattedrale-fortezza” e lo stile si assesta in forme plastiche ridimensionate ed equilibrate e per altezza e per lunghezza di impianto. Il percorso discendente, dall’Abbazia di S. Vincenzo al Volturno all’Abbazia di S. Maria di Casalpiano (Morrone del Sannio), all’Abbazia di S. Maria del Canneto (Roccavivara), fino alla Cattedrale di Termoli, descrive un processo artistico a dimensione di territorio: tutto è addensato in poco spazio. Le facciate a capanna sono di una eleganza “mozzafiato”, i campanili possenti. I siti abbaziali rilevano la presenza di insediamenti rurali romani o ville gentilizie precedenti ; le opere di restauro degli ultimi anni del secolo scorso hanno evidenziato una fiorente attività agricola e scambi. La transumanza, dal periodo medievale al secolo scorso, ha tracciato la via alla cultura e agli scambi commerciali in stretto nesso con gli itinerari dei pellegrinaggi. La via Langobardorum che porta al Santuario di S. Michele sul Gargano e che si allunga fino a Brindisi, imbarco per i luoghi Santi (Gerusalemme), è il tracciato della presenza monastica nel territorio del Molise. La chiesa romanica di S. Giorgio in Petrella Tifernina, il Duomo di Termoli in pietra, presentano elementi decorativi del XI e XII sec. sono inserite nel borgo medievale, che ruota intorno a tale costruzione. Le navate degli edifici sacri fanno da spinta alla centrale e gli archi imprimono un ritmo al percorso dall’ingresso alla zona del presbiterio, che in diversi edifici è sopraelevato: S. Maria della Strada (Matrice), S. Giorgio (Campobasso), S. Bartolomeo (Campobasso), Cattedrale di Termoli.

 I curatori d’arte ritengono che l’edificio romanico più antico in provincia di Campobasso sia la chiesa di S. Giorgio. Sorto su un edificio di culto pagano è situato nei pressi del castello della città vecchia, presenta una facciata riccamente decorata da colone adornate da leoni e foglie di acanto.

S. Giorgio in Petrella Tifernina, costruito su un sito di culto Sannita, nel secolo scorso è stato sottoposto ad un ciclo accurato di restauro che ha ridonato all’edificio l’antico splendore. ☺

 

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