Babbo natale va in pensione
11 Dicembre 2019
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Babbo natale va in pensione

Dopo una vita intera trascorsa a recapitare doni ai bimbi buoni di ogni dove, Babbo Natale è tornato, di recente, tra i fiordi del suo Nord, nel Distretto di Babbilandia dello Stato di Babbonia. In precedenza aveva abitato a lungo in Italia, più esattamente a Pescocostanzo ove, nei pressi dell’antico borgo, aveva gestito negli anni ’80 un attrezzato magazzino-giocattoli, da cui prelevava di volta in volta balocchi e doni da recapitare qua e là. Pertanto, conosceva quelle località come le sue tasche: quante volte aveva percorso a piedi le salite di Pietransieri e le viuzze di Rivisondoli recando in spalla il sacco dei balocchi!

Una mattina di primavera 2018, il postino bussa alla porta di casa. Chi è? chiede Babbo Natale dall’interno. Sono Jan, il postino. Entra, Jan, accomodati. Jan entra col suo borsone a tracolla pieno di lettere. Ne svuota il contenuto sul pavimento. Decine e decine di lettere, tutte indirizzate “Babbo Natale, via Bianco Natale, Babbilandia”. Ma come hanno fatto a trovare il mio indirizzo? – commenta Babbo Natale – E sì che, ormai, ho una certa età … E sì che ho fatto di tutto per non dare nell’occhio e cercare di vivere la mia vecchiaia con discrezione, in maniera nascosta.

Tra le lettere, una è contraddistinta dal logo ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). Comincia così: Dear St Klaus, è firmata dal Segretario dei “Club della montagna”, importante Dipartimento delle Nazioni Unite. La lettera prosegue spiegando che, da quando s’è ritirato a vita privata, un’infinità di bimbi in tutto il mondo ha cominciato a soffrire di depressione: non si conoscono le cause di questa sorta di (strana) epidemia. Si rileva, comunque, una correlazione cronologica tra l’uscita di scena di Babbo Natale e la diffusa sindrome depressiva riscontrata, ovunque, su un gran numero di bimbi. La missiva termina invitando Babbo Natale a New York, al Palazzo dell’ONU, per esporre eventuali suggerimenti utili a risolvere il problema.

Ma che vo’ a fare? – pensa tra sé e sé il nostro Babbino – Codeste son tutte chiacchiere morte. Che cosa voglion più da ‘sto povero vecchietto? M’avessero almeno pagato! Sono anni che giro il mondo … quasi sempre a spese mie. … Ora son pieno di debiti. E le mie renne devon pur mangiare! Sono anni che anticipo di tasca mia foraggio e biada per le mi’ renne! Danaro non ne ho più. M’è rimasta soltanto questa modesta casettina, lasciatami dal mi’ babbo.

Insomma, di andare a New York Babbo Natale non ha proprio voglia. Trascorre l’estate. Trascorre l’autunno. Il 23 dicembre, di buon’ora e del tutto inaspettati, atterrano all’aeroporto di Babbilandia il Segretario dei “Club della montagna” e, in persona, il Segretario generale delle Nazioni Unite. Ti preghiamo di venire a New York – implorano costoro -. Abbiamo assoluta, urgente necessità che tu venga a spiegare ai Capi di Stato come guarire milioni di bimbi dalla profonda depressione che li ha colpiti. Su, fa’presto. Si parte subito, che domani parlerai al Palazzo di Vetro.

Babbo Natale non può rifiutarsi. Ed eccolo, l’ indomani mattina, vigilia di Natale, parlare a braccio davanti ai rappresentanti delle Nazioni: Illustri ambasciatori, amabili signore – esordisce – a mio parere, il rimedio è abbastanza semplice. I bambini del mondo, soprattutto nei Paesi ricchi, stanno male semplicemente perché non fanno più… i bambini. E non perché Babbo Natale abbia smesso di andarli a visitare. Stanno male per il fatto che voi adulti non li curate più: voi adulti non li trattate più … da bambini. Li avete riempiti di aggeggi superflui, di protezioni non necessarie. Che bisogno c’è di accompagnarli ogni mattina in auto fin davanti ai cancelli delle scuole? Ma che, non ce l’hanno le loro gambette? Poi, li avete ammorbati con inutili cianfrusaglie tecnologiche. Bombardate le loro menti con stupidaggini pseudo-culturali da mattina a sera. Li ingurgitate di schifezze alimentari. C’è un limite a tutto! Lasciate che facciano … i bambini! Lasciate che tornino a giocare sui marciapiedi, come s’usava un tempo, e sui campetti, anche se campetti non ce n’è più perché avete saturato ogni spazio libero col vostro dannato cemento. E pazienza se, a volte, tornano poi a casa, dopo aver giocato, con qualche graffio sulle ginocchia, due macchie d’erba e schizzetti di fango sui calzoncini… E la sera, piuttosto, dedicate loro appena un po’… del vostro tempo. Conversate con loro. State a sentire quel che han da dire. Vi assicuro che i vostri bimbi hanno più buon senso dei componenti di taluni “Consigli dei docenti”, o taluni “Comitati” di genitori saputoni che credono d’aver capito ogni cosa. I vostri bimbi stanno male soltanto perché voi adulti dimenticate di essere stati, – se davvero lo siete stati! – bambini. O forse – mi vien da pensare – alcuni di voi, per loro sfortuna, bimbi non lo sono mai stati!

Così parla Babbo Natale ai Capi delle Nazioni. E i gran dottori che son lì, e i vari consulenti super pagati, tutti zitti. Con ciò, ho finito. C’è poco da girarci intorno: m’avete stancato con la vostra stupidità e boria. Se volete che i bimbi del mondo tornino ad essere vivaci e gioiosi, date loro un po’ d’amore, date loro il vostro tempo. Non soltanto balocchi ridicoli, gingilli idioti, telefonini superflui. Date loro un’educazione sobria, equilibrata. Date loro una vita … sana. Impegnatevi! Babbo Natale non fa miracoli. Almeno, ora non ne fa più. Adesso, dipenderà soltanto da voi. Finché sono stato in servizio attivo, ciò ch’era nelle mie possibilità l’ho fatto. O m’avete preso per bischero? Son mica io il tappabuchi, il parafulmine delle vostre incapacità … Chi ha orecchi per intendere, intenda. Suvvia, avrò diritto anch’io di starmene in santa pace, non credete? I tempi sono cambiati: portavo in dono cavalli a dondolo, trottoline, bambole di pezza. Ma i bimbi d’oggi chiedono aggeggi tecnologici, droni, diavolerie digitali. Tutte cose di cui sono sfornito. Perciò, ho deciso di andare in pensione. Chiudo la partita IVA. E dal 31 dicembre sarò un pensionato come tanti.

Passano i mesi. Par quasi di vederlo, nella sua casetta in via Bianco Natale, mentre scorrono anche per lui, con naturale regolarità, i giorni della vecchiaia. Vedi ora le rughe solcargli il viso. Lo vedi incanutirsi. Lo vedi incurvarsi nell’andatura. Babbo Natale è diventato assiduo frequentatore del Circolo Anziani di Babbilandia, che l’ha eletto Presidente per acclamazione.

Caro Babbo Natale, grazie per tutti i bimbi che hai fatto sorridere. Grazie per gli adulti che hai saputo intenerire. Giunga a te, come a ciascuno di noi, l’augurio affettuoso d’una vecchiaia serena!☺

 

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