Bonefro: le opere agonizzanti
31 Maggio 2010 Share

Bonefro: le opere agonizzanti

 

L’amministrazione comunale, insediatasi un paio di mesi or sono, eredita alcune opere realizzate di recente che rischiano di essere nate morte se non si elaborano a breve progetti di utilizzo.

La biblioteca multimediale è stata aperta solo il giorno dell’inaugurazione ed è trascorso ormai un anno. Perché è chiusa? E soprattutto, se non se ne avverte il bisogno, né la mancanza, sarà opportuno trovare il modo di renderla funzionale e interessante.

Il sito – http://gfgm.altervista.org/ – dovuto alla passione di cittadini che intendevano dare parte del loro prezioso tempo alla comunità, langue nel disinteresse più o meno totale.

Il palazzo Maucieri, rimesso a nuovo da anni, serve solo per rischiarare le buie notti, data l’illuminazione che lo circonda. Doveva essere un museo etnografico, ma prima che apra avrà bisogno di un nuovo restauro. E in ogni caso non sarà mai produttivo finché non se ne cambierà la destinazione d’uso. Diversamente rimarrà uno scrigno inutilizzato della civiltà contadina di cui si vanno perdendo le tracce.

Il bellissimo salone ottenuto dalla ricostruzione dell’antica chiesa, adiacente al convento, di proprietà del comune, attende l’inaugurazione per rimanere chiuso oppure si riuscirà a trovare una destinazione che ridìa vitalità a tutto il complesso? L’elenco potrebbe continuare.

Si ha quasi la sensazione che il paese stia diventando come la camera dei nostri ragazzi, piena di giocattoli di cui non sentono la necessità, anzi che finiscono per addormentare definitivamente la loro creatività.

I cittadini hanno scommesso su Giovani bonefrani e allora è tempo di mettere in piazza non solo fiori, ma anche opere di bene che si vogliono realizzare prima che il paese precipiti nel riposo… eterno!

Nell’ultimo consiglio comunale ci saremmo aspettati, vista la sensibilità dell’amministra- zione nei confronti dei terremotati, una parola chiara forte e precisa sulle responsabilità di tre inconcepibili e vergognosi ritardi: l’agibilità di case pronte da un anno; lo slittamento della conferenza di servizi e il contributo per l’autonoma sistemazione non erogato da diversi mesi.

S.o.S

 

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