Cambiare si può
8 Gennaio 2021
laFonteTV (3152 articles)
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Cambiare si può

Nel magma informativo catalizzato dal Covid 19, mi sono imbattuta in una notizia riportata da il Post (giornale on line) che suscita più di qualche riflessione: in data 29.11.2020, in Svizzera, i cittadini hanno dimostrato come sia importante non cedere alla fatica e alla convinzione che le cose non cambieranno mai; hanno messo a dura prova il loro Governo, votando con due referendum (nella CH il referendum è anche propositivo e non solo abrogativo come in Italia), due proposte di legge innovative. La prima vuole impedire alla BNS (banca nazionale svizzera), alle fondazioni e casse previdenziali di finanziare le imprese che ritraggono profitti, in misura superiore al 5% del proprio fatturato, dalla produzione ed esportazione di materiale bellico; la seconda vuole che le multinazionali, i fornitori e i partner commerciali delle imprese svizzere, operanti all’estero, siano responsabili della violazione dei diritti umani e ambientali, previsti dal diritto internazionale. Per fare ciò s’individua il Tribunale svizzero come una sorta di giudice esclusivo della materia, con poteri inibitori e sanzionatori. Tante multinazionali infatti si macchiano, all’estero, di condotte che violano costantemente i diritti umani e saccheggiano puntualmente le risorse ambientali (es: in Colombia interi villaggi sono stati costretti a spostarsi dai terreni su cui insistono cave di estrazione) senza alcun ristoro, perché i governi compiacenti di quei paesi, con i loro tribunali, chiudono non un solo occhio, pur di intascare la loro parte di denaro.

Inserendo la detta proposta di legge, poiché gran parte delle multinazionali hanno sede legale in Svizzera, tutti i popoli sfruttati nei paesi “a bassa tutela”, troverebbero sempre un Giudice indipendente ed imparziale (svizzero) davanti al quale far valere i loro diritti, istruendo azioni legali in Svizzera.

Nella ovvia opposizione del governo svizzero e di tutti i potentati economici scesi nell’arena, le due proposte di legge non sono passate. Pur non  raggiungendo la maggioranza dei voti richiesti in tutti i cantoni (quorum richiesto) hanno tuttavia ottenuto un risultato complessivo del 50,7% in tutta la Confederazione Elvetica.

I partiti contrari hanno gridato al “colonialismo giudiziario”, poiché le aziende verrebbero sottratte al loro Giudice naturale; in realtà quanto successo appare il portato di civiltà giuridiche futuristiche (non per niente fra i promotori vi sono moltissimi giovani) in cui ogni uomo deve trovare una degna sede per la difesa dei propri diritti e non giudici corrotti, creati da sistemi corrotti e da governanti che si vendono al potere economico, assicurando una bellissima tutela giuridica di facciata.

Forse i tempi non sono maturi ma è già un bel passo averci pensato. In un futuro sempre più prossimo, quid iuris per gli uomini scartati dalle esigenze del mercato?☺

 

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