camorra politica
15 Aprile 2010 Share

camorra politica

 

Sono preoccupato. I dibattiti politici non riescono ad appassionarmi. Li trovo noiosi e stucchevoli, insopportabili. Tutti contro tutti, dimentichi delle loro responsabilità, affannati ad accalappiare consensi; poco inclini a far capire, pronti invece a rovesciare addosso agli altri inadempienze e ritardi. Di verifica, analisi e progettualità neanche l’ombra. Le uniche costanti sono la celebrazione di se stessi e la demonizzazione e l’invettiva verso l’avversario, supportati puntualmente da sondaggi favorevoli.

Forse anche tu, amico lettore, hai cominciato a scorrere queste righe stancamente, più per un fatto affettivo nei miei confronti che per interesse verso quanto potrei dire. Ti comprendo. Anch’io vorrei poter parlare di altro, ma sono inchiodato a una responsabilità: non è tempo di evasione, occorre un supplemento di responsabilità, visto che stanno cercando di farci odiare la politica in modo da non arrecare disturbo al manovratore.

Se della democrazia rappresentativa ci hanno propinato la rappresentazione della democrazia, qualcuno la responsabilità dovrà pur averla: “Si va a votare con una classe politica che decide chi le succederà – denuncia Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta – che schiaccia ogni regola democratica, con le segreterie dei partiti che decidono i candidati non si sa in base a quali meriti, senza alcuna possibilità di rinnovamento rispetto ad una classe politica preesistente che ha registrato fallimenti a tutti i livelli. Questa è camorra politica”. E allora il primo punto fermo è che non voterò mai l’allegra compagnia di Berlusconi responsabile diretto di questa espropriazione. Sarà anche socio di maggioranza nei consigli di amministrazione dove detta legge, ma l’Italia non è la sua azienda privata, checché ne pensi Fini, costretto a fare da stampella al duo Berlusconi-Bossi. E dunque chi dice che un partito vale l’altro, che tra destra e sinistra non c’è poi differenza o è un ingenuo con la residenza su Marte o mente sapendo di mentire.

La questione principale, visto che andiamo a votare sotto ricatto, è evitare che vinca le elezioni Berlusconi, un misto di cabaret e strafottenza, tipico degli arricchiti. Almeno io non ho più l’età per fare il filo a una delle figlie del cavaliere e risolvere il problema del lavoro, dello stipendio e di una felice vecchiaia. Mi chiedo altresì come un operaio, un onesto lavoratore possa votare il più ricco della nazione! Quindi bisognerebbe favorire non la rappresentanza parlamentare di piccoli gruppi, ma quella del partito in grado, con un voto in più, di impedire che l’uomo di Arcore prenda tutto il potere.

Il Partito Democratico in Molise nasce vecchio. Alla camera presenta l’uomo dei ribaltoni, Ruta per intenderci, che dopo aver guidato una pessima campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale se ne è tornato a Roma, senza neppure la decenza di portare avanti, ammesso che ne fosse capace, una chiara e forte opposizione al presidente-commissario Iorio. Per quanto anzidetto non rimane che l’unica lista collegata, ma non ancora assorbita dal Partito Democratico e cioè quella di Di Pietro che lo vede anche capolista. Per il senato le cose non vanno meglio e spenderci parole è spazio sciupato.

Il centro, finito nelle mani di Casini che per 14 anni ha votato tutte le leggi ad personam di Berlusconi, non può pretendere di rappresentare il nuovo. La famigerata DC usava il centro per guardare a sinistra; dove guardano oggi Casini e Pezzotta?

La Sinistra-L’Arcobaleno ha avviato un processo di riunificazione, forse più come operazione elettorale che politica, ma è portatrice di sensibilità sociali che non possono essere disattese dalla politica. È una forza indispensabile in parlamento per le istanze di pace contro l’aumento esponenziale delle spese militari, propugnate anche dal governo in carica (la commissione Difesa della camera, riconvocata d’urgenza il 5 marzo ha deliberato l’acquisto di due nuovi sommergibili del costo di 915 milioni di euro); per il problema del lavoro a tutti i livelli: retribuzione equa, lotta alla precarietà, sicurezza contro la tragedia vergognosa degli incidenti, lotta al lavoro nero e al caporalato; perché la produzione della ricchezza sia rispettosa delle economie e delle culture; perché il problema ecologico diventi priorità non solo a livello locale, ma a livello globale; perché l’alleanza atlantica non ci trascini in guerre coloniali o di egemonia economico-politica.

Se la camorra politica ci ha spodestati della possibilità di scegliere le persone giuste ci resta un dovere: contrastare la resistibile ascesa o meglio il ritorno di Berlusconi, ma anche mantenere viva una spina nel fianco di Veltroni perché il Partito Democratico non finisca borghese e moderato. ☺

 

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