Nel precedente numero ci siamo occupati dell’informazione, argomento fondamentale per la vita democratica della nostra regione, promettendo di ritornare sull’argomento dopo il convegno organizzato dalla arcidiocesi di Campobasso che, in occasione della presentazione di due proposte di legge, una della giunta Iorio e l’altra a firma di alcuni consiglieri regionali, ha voluto offrire uno spazio di discussione agli addetti del settore. Da subito ci siamo accorti, senza restarne stupiti, che l’arcidiocesi aveva commesso una tremenda ingenuità nell’aver organizzato l’incontro, tanto da aver dovuto abbassare il tiro sulla locandina in modo da poter far parlare d’altro.
Non si capisce perché i politici molisani prima appongono le loro firme sulle leggi che propongono e poi si vergognano di discuterle in pubblico, tanto sono scandalose quelle proposte. Lo stesso Assessore Arco, relatore della proposta di maggioranza, non spende una sola parola in difesa della sua “pensata” e, alle critiche mosse dal consigliere Petraroia, accenna solo qualche sorriso: tanto i giochi sono già fatti. Il Presidente della commissione consiliare che dovrà occuparsi della questione non si fa neanche vedere. La consegna è, per tutti, di volare alto, per non far sentire la puzza di ciò che si sta preparando nelle cucine del potere.
C’è una proposta in campo, quella della giunta regionale, che si presume avere maggiore possibilità di essere approvata e c’è la proposta, sottoscritta da un gruppo di consiglieri regionali, predisposta ed esibita, con tanta civetteria, dai giornalisti molisani presenti all’incontro, i quali, senza tanti preamboli, rivendicano la primogenitura della legge, che ha lo scopo di trovare soluzioni al problema del precariato di tanti loro colleghi. È il caso di precisare che molti di questi giornalisti hanno versato fiumi d’inchiostro contro l’assistenzialismo e a favore della meritocrazia ma, trattandosi di “cose loro”, a parte il timido distinguo del loro presidente che in prospettiva auspica una stampa libera da condizionamenti e quindi da contribuzioni pubbliche, sullo stile di Grillo, si può anche chiudere un occhio anzi due.
Poiché dovrebbero essere sovvenzioni pubbliche, ci saremmo aspettati proposte organiche sull’ammodernamento del sistema multimediale tale da offrire ai cittadini molisani un’informazione di qualità e ai lavoratori del settore uno status dignitoso, oltre naturalmente che la possibilità di costituire imprese cooperative per garantire indipendenza e pluralismo. I giornalisti molisani hanno invece preferito scendere nel campo melmoso della politica e con una mediazione ispirata al modello culturale tanto caro alla giunta Iorio, hanno chiesto semplicemente di estendere la platea dei beneficiari. Quale il prezzo da pagare? I giornali, come cani al guinzaglio, saranno sempre proni, pronti ad amplificare gli starnuti di Iorio. Nei prossimi anni non ci sarà né una buona né una pessima legge sull’informazione regionale e con ogni probabilità non ci sarà neanche una informazione libera e plurale, con buona pace del nostro amato presidente, che considera la stampa regionale solo spazzatura. Allo stratega di questo geniale stratagemma i nostri migliori auguri. ☺
Nel precedente numero ci siamo occupati dell’informazione, argomento fondamentale per la vita democratica della nostra regione, promettendo di ritornare sull’argomento dopo il convegno organizzato dalla arcidiocesi di Campobasso che, in occasione della presentazione di due proposte di legge, una della giunta Iorio e l’altra a firma di alcuni consiglieri regionali, ha voluto offrire uno spazio di discussione agli addetti del settore. Da subito ci siamo accorti, senza restarne stupiti, che l’arcidiocesi aveva commesso una tremenda ingenuità nell’aver organizzato l’incontro, tanto da aver dovuto abbassare il tiro sulla locandina in modo da poter far parlare d’altro.
Non si capisce perché i politici molisani prima appongono le loro firme sulle leggi che propongono e poi si vergognano di discuterle in pubblico, tanto sono scandalose quelle proposte. Lo stesso Assessore Arco, relatore della proposta di maggioranza, non spende una sola parola in difesa della sua “pensata” e, alle critiche mosse dal consigliere Petraroia, accenna solo qualche sorriso: tanto i giochi sono già fatti. Il Presidente della commissione consiliare che dovrà occuparsi della questione non si fa neanche vedere. La consegna è, per tutti, di volare alto, per non far sentire la puzza di ciò che si sta preparando nelle cucine del potere.
C’è una proposta in campo, quella della giunta regionale, che si presume avere maggiore possibilità di essere approvata e c’è la proposta, sottoscritta da un gruppo di consiglieri regionali, predisposta ed esibita, con tanta civetteria, dai giornalisti molisani presenti all’incontro, i quali, senza tanti preamboli, rivendicano la primogenitura della legge, che ha lo scopo di trovare soluzioni al problema del precariato di tanti loro colleghi. È il caso di precisare che molti di questi giornalisti hanno versato fiumi d’inchiostro contro l’assistenzialismo e a favore della meritocrazia ma, trattandosi di “cose loro”, a parte il timido distinguo del loro presidente che in prospettiva auspica una stampa libera da condizionamenti e quindi da contribuzioni pubbliche, sullo stile di Grillo, si può anche chiudere un occhio anzi due.
Poiché dovrebbero essere sovvenzioni pubbliche, ci saremmo aspettati proposte organiche sull’ammodernamento del sistema multimediale tale da offrire ai cittadini molisani un’informazione di qualità e ai lavoratori del settore uno status dignitoso, oltre naturalmente che la possibilità di costituire imprese cooperative per garantire indipendenza e pluralismo. I giornalisti molisani hanno invece preferito scendere nel campo melmoso della politica e con una mediazione ispirata al modello culturale tanto caro alla giunta Iorio, hanno chiesto semplicemente di estendere la platea dei beneficiari. Quale il prezzo da pagare? I giornali, come cani al guinzaglio, saranno sempre proni, pronti ad amplificare gli starnuti di Iorio. Nei prossimi anni non ci sarà né una buona né una pessima legge sull’informazione regionale e con ogni probabilità non ci sarà neanche una informazione libera e plurale, con buona pace del nostro amato presidente, che considera la stampa regionale solo spazzatura. Allo stratega di questo geniale stratagemma i nostri migliori auguri. ☺
Nel precedente numero ci siamo occupati dell’informazione, argomento fondamentale per la vita democratica della nostra regione, promettendo di ritornare sull’argomento dopo il convegno organizzato dalla arcidiocesi di Campobasso che, in occasione della presentazione di due proposte di legge, una della giunta Iorio e l’altra a firma di alcuni consiglieri regionali, ha voluto offrire uno spazio di discussione agli addetti del settore. Da subito ci siamo accorti, senza restarne stupiti, che l’arcidiocesi aveva commesso una tremenda ingenuità nell’aver organizzato l’incontro, tanto da aver dovuto abbassare il tiro sulla locandina in modo da poter far parlare d’altro.
Non si capisce perché i politici molisani prima appongono le loro firme sulle leggi che propongono e poi si vergognano di discuterle in pubblico, tanto sono scandalose quelle proposte. Lo stesso Assessore Arco, relatore della proposta di maggioranza, non spende una sola parola in difesa della sua “pensata” e, alle critiche mosse dal consigliere Petraroia, accenna solo qualche sorriso: tanto i giochi sono già fatti. Il Presidente della commissione consiliare che dovrà occuparsi della questione non si fa neanche vedere. La consegna è, per tutti, di volare alto, per non far sentire la puzza di ciò che si sta preparando nelle cucine del potere.
C’è una proposta in campo, quella della giunta regionale, che si presume avere maggiore possibilità di essere approvata e c’è la proposta, sottoscritta da un gruppo di consiglieri regionali, predisposta ed esibita, con tanta civetteria, dai giornalisti molisani presenti all’incontro, i quali, senza tanti preamboli, rivendicano la primogenitura della legge, che ha lo scopo di trovare soluzioni al problema del precariato di tanti loro colleghi. È il caso di precisare che molti di questi giornalisti hanno versato fiumi d’inchiostro contro l’assistenzialismo e a favore della meritocrazia ma, trattandosi di “cose loro”, a parte il timido distinguo del loro presidente che in prospettiva auspica una stampa libera da condizionamenti e quindi da contribuzioni pubbliche, sullo stile di Grillo, si può anche chiudere un occhio anzi due.
Poiché dovrebbero essere sovvenzioni pubbliche, ci saremmo aspettati proposte organiche sull’ammodernamento del sistema multimediale tale da offrire ai cittadini molisani un’informazione di qualità e ai lavoratori del settore uno status dignitoso, oltre naturalmente che la possibilità di costituire imprese cooperative per garantire indipendenza e pluralismo. I giornalisti molisani hanno invece preferito scendere nel campo melmoso della politica e con una mediazione ispirata al modello culturale tanto caro alla giunta Iorio, hanno chiesto semplicemente di estendere la platea dei beneficiari. Quale il prezzo da pagare? I giornali, come cani al guinzaglio, saranno sempre proni, pronti ad amplificare gli starnuti di Iorio. Nei prossimi anni non ci sarà né una buona né una pessima legge sull’informazione regionale e con ogni probabilità non ci sarà neanche una informazione libera e plurale, con buona pace del nostro amato presidente, che considera la stampa regionale solo spazzatura. Allo stratega di questo geniale stratagemma i nostri migliori auguri. ☺
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