Capitale e ideologia
10 Novembre 2020
laFonteTV (3152 articles)
Share

Capitale e ideologia

Capitale e ideologia di Piketty parla dei regimi della disuguaglianza e sorveglianza, ma anche del nuovo orizzonte partecipativo come ideologia basata sulla proprietà sociale, condivisione dei saperi e poteri. Sembra prefigurare quella uscita dalla società del profitto verso la società della cura. Questo libro, fondato sull’ analisi di dati comparativi di inedita ampiezza, traccia il percorso dei regimi basati sulla disuguaglianza e ne immagina il futuro in una prospettiva economica, sociale, intellettuale e politica: dalle antiche società schiavistiche fino alla modernità ipercapitalista, passando per le esperienze comuniste e socialdemocratiche, e per il racconto inegualitario che si è imposto negli anni Ottanta e Novanta. Con lo sguardo rivolto ai temi più caldi della nostra contemporaneità, Thomas Piketty dimostra come l’elemento decisivo per il progresso umano e lo sviluppo economico sia la lotta per l’uguaglianza e l’educazione, ridiscutendo il mito della proprietà a tutti i costi.

Sembra fargli eco l’enciclica Fratelli tutti: “il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati… chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti”.

Il libro è stato scritto prima della pandemia, ma può essere letto soprattutto oggi che il sistema delle disuguaglianze imperversa e si acuisce. “Questo è un momento chiave nella storia economica, un periodo di eccezionale distruzione creativa. Scienziati, programmatori di computer e ingegneri stanno rivoluzionando le industrie a un ritmo mai visto prima e stanno avendo un profondo impatto sull’intera economia globale”. Quali sono le conseguenze di questi rapidi cambiamenti che accadono in “momenti cardine come guerre o pandemie”? La risposta è chiarissima: “La tempesta COVID-19 e la turbolenza del mercato accelerano la divergenza delle fortune”, cioè aumentano le disuguaglianze.

Ogni comunità ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze: l’uomo deve trovare le ragioni di queste disparità per non rischiare di vedere crollare l’intero edificio politico e sociale. In questa chiave, anche molte ideologie del passato non appaiono più così irragionevoli, se paragonate al nostro presente. Conoscere la molteplicità delle traiettorie e delle biforcazioni della storia può infatti aiutarci a interrogare le fondamenta delle nostre istituzioni e a intuire le loro trasformazioni.
Ispirati dalle lezioni della storia, possiamo affrontare il fatalismo che ha nutrito le derive identitarie in Europa e nel resto del mondo, e immaginare un nuovo orizzonte partecipativo per il XXI secolo, basato sull’uguaglianza, la proprietà sociale, l’educazione e la condivisione dei saperi e dei poteri. Nell’atteso seguito di Il capitale nel XXI secolo, Piketty lancia la sfida di un nuovo modello economico e culturale, un’autorevole e illuminante chiave di lettura per interpretare il nostro tempo.☺

laFonteTV

laFonteTV